Apr 14 2024

Acca Larenzia, Valentina Mira, il libro, le polemiche, il Secolo d’Italia: facciamo un po’ di chiarezza

La nuova piccola star dello Strega da centro sociale, divenendo ahilei nota per aver maneggiato con malagrazia la morte di giovani vittime dei luttuosi anni Settanta (i tre di Acca Larenzia e il militante di Lotta Continua Mario Scrocca), oggi su Repubblica lamenta gli attacchi ricevuti (che le stanno consentendo di vendere copie di un libro altrimenti destinato a scarsa fortuna letteraria) e fa un accenno a me, vicedirettrice del Secolo. Che lei avrebbe conosciuto per avere partecipato a una diretta in cui si accusa la sorella di Giulia Cecchettin. Circostanza falsa: io ho semmai organizzato una diretta per Giulia in cui sono stati letti brani dedicati alle donne vittime di violenza. Ma può essere che lei, trentenne, abbia memoria più corta di me che sono sessantenne (a proposito, era lei che scriveva nel 2015 contro Laura Boldrini su una testata vicina alla destra?). Memoria, la sua, sicuramente infarcita di pregiudizi e rancori tenaci: ma lasciamoglieli pure coltivare se la cosa la fa sentire dalla parte “giusta” della storia. In genere sono i fanatici a sentirsi così, dalla parte giusta. Il che non vuol dire non scegliere una parte, ma sceglierla senza la sciatteria della tricoteuse.

Lei scrive che il Secolo l’ha attaccata prima che il libro uscisse. Era chiara del resto l’operazione di cui l’Espresso dava notizia nel gennaio di quest’anno, annunciando l’uscita del suo libro,  in contemporanea con l’anniversario della strage di Acca Larenzia. Costruire una contronarrazione che togliesse ai “fascisti” agibilità nell’immaginario politico, dove quella strada e quel cortile divenissero i luoghi delle ombre nere e dei saluti romani e non il triste teatro di un massacro di guerriglieri rossi, quelli della parte “giusta” della storia. Un massacro di innocenti, non di carnefici o sparatori e altre fesserie che nel libro abbiamo letto. Ci vogliono poche ore, del resto, per arrivare dall’inizio alla fine scorrendo, frasetta dopo frasetta (devo riconoscere emotivamente coinvolgente la parte sulla vita e la morte di Mario Scrocca) stile Zerocalcare al proclama finale: “Finché ci forzeremo alla retorica del dialogo, del perdono in assenza di presa di responsabilità, e della pacificazione a tutti i costi, noi saremo in profondo, profondissimo pericolo. E di certo uno dei motivi per cui ho scritto questo libro è la necessità di stroncare quella retorica. Mi interessa, sì, che i fascisti non ottengano il perdono di nessuno“.

E’ ancora un tratto tipico delle personalità fanatiche e intolleranti questo “mostrificare” il nemico (poi qui c’è anche un vissuto personale ad alimentare fiammate di animosità). Questa tendenza a vedere nel prossimo non persone, non uomini e donne, ma “fascisti” (che poi se capita che vengano ammazzati, pazienza). Mi ha colpito che l’autrice non faccia mai i nomi all’inizio, dei morti di Acca Larenzia (i nomi vengono fatti solo alla fine, ma dal figlio di Mario Scrocca, Tiziano). Sono solo fascisti. Numeri. Entità astratte. Li hanno ammazzati. Bè, capitava. Che vuoi che sia. Non meritano neanche di essere nominati, figuriamoci se meritano di essere ricordati ( a proposito: io non sono mai andata a fare saluti romani ad Acca Larenzia, tanto per essere chiara). E no: ciò non ha a che fare con l'”osceno” vittimismo dei camerati. Ciò ha a che fare con il rispetto. Se maneggi storie di vittime e ti manca ogni forma di pietas, puoi solo sperare che qualche fanatico ti spinga il tuo libro per motivi politici, strumentali, perché ridare vigore all’odio antifascista al momento serve a una sinistra disastrata.

E’ quello che è accaduto e che sta accadendo. E l’autrice del libro di cui parliamo è complice di questa operazione. Non saprei dire nemmeno se ne sia cosciente, ma al limite questi sono fatti suoi. Le persone accecate dall’odio sono sempre poco interessanti. Sono un po’ gli eredi dell’abate Arnaud Amaury ispiratore della crociata contro gli Albigesi. Il nemico non ha sfumature. “Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi”. I fanatici non scorgono le sfumature. E magari vincono anche premi letterari.

di: Annalisa @ 12:16


Apr 14 2024

Attacco iraniano a Israele: Meloni convoca il G7 in videoconferenza. Italia pronta a ogni scenario

La Presidenza italiana del G7 ha convocato per il primo pomeriggio di oggi una videoconferenza a livello di leader, per discutere dell’attacco iraniano contro Israele. Lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi.

L’Italia è pronta a ogni scenario e tutti gli obiettivi ritenuti sensibili nel nostro Paese, sono presidiati. Le prefetture, secondo quanto si apprende, effettuano un aggiornamento costante dei target e delle modalità di presidio.

Meloni convoca il G7: “Forte preoccupazione”

“Il governo italiano ribadisce la condanna agli attacchi iraniani contro Israele”, ha dichiarato Giorgia Meloni in un messaggio su X. “La presidenza italiana del G7 – prosegue il premier – ha organizzato per il primo pomeriggio di oggi una conferenza in collegamento a livello dei leader. Esprimiamo forte preoccupazione per una destabilizzazione ulteriore della regione e continuiamo a lavorare per evitarla”.

Diplomazie al lavoro in vista del G7 a Capri

Domani il ministro degli Esteri Antonio Tajani riunirà “tutti gli ambasciatori dei Paesi arabi e musulmani per affrontare la situazione” in corso in Medio Oriente. Lo ha detto lo stesso responsabile della Farnesina intervenendo al Tg2.  “Martedì incontrerò il ministro canadese – ha detto Tajani – mercoledì Blinken, poi ci sarà a Capri il G7. L’obiettivo di tutti è lavorare de-escalation, evitare un peggioramento del conflitto. Dobbiamo fare di tutto per scongiurare che si allarghi, certamente non è facile”, ha commentato Tajani, insistendo sul fatto che bisogna “lavorare per la pace e al fine di risolvere un problema molto difficile”.

“La ritorsione partita ieri notte potrebbe mettere in moto una spirale pericolosissima: le prossime ore saranno cruciali”, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera Tajani, che, da ieri sera in costante contatto con la premier Meloni, il ministro Crosetto e il sottosegretario Mantovano, venerdì pomeriggio aveva avuto un lungo colloquio telefonico con il collega iraniano Hossein Amir-Abdollahian.

Crosetto: “Messi in sicurezza i militari italiani in Medio Oriente”

Il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenuto a Rainews24 ha spiegato che “l’allerta più grande è quello per i militari italiani che abbiamo in quelle zone, 1200 con Unifil in Libano, ne abbiamo in Iraq e Kuwait. Sono stati messi in sicurezza”. Per quanto riguarda la situazione della sicurezza in Italia, “il lavoro del ministero dell’Interno, delle forze di polizia e dei Servizi finora è stato uno dei migliori al mondo”.

Israele ringrazia Usa, Gb e Francia

Israele “sta operando a stretto contatto” con Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, ha reso noto il portavoce delle forze israeliane, Daniel Hagari, precisando che nella notte, durante gli attacchi iraniani, i tre Paesi “sono entrati in azione”. “Questa partnership è sempre stata stretta ma questa notte si è manifestata in modo inusuale”, ha aggiunto.

di: Valter @ 09:44


Apr 13 2024

“Con Giorgia l’Italia cambia l’Europa”: il volto sorridente della Meloni sui manifesti di FdI

Fratelli d’Italia si affida all’immagine della sua leader per lanciare la sfida delle europee dell’8 e 9 giugno. “Con Giorgia l’Italia cambia l’Europa”, si legge sui manifesti di Fdi apparsi in alcune delle principali vie di Milano, dove si vede il volto della presidente del Consiglio campeggiare su uno sfondo blu: alle spalle della premier, il tricolore. Meloni non ha ancora sciolto il nodo della sua candidatura alle europee ma la sua immagine sicuramente sarà in campo.

Europee, il volto della Meloni, candidata o meno…

La numero uno di Fratelli d’Italia dovrebbe comunicare la sua decisione a Pescara in occasione della conferenza programmatica del partito che si terrà dal 26 al 28 aprile. Ad ogni modo, da Via della Scrofa fanno notare all’Adnkronos che “anche se scegliesse di non candidarsi, faremmo comunque la campagna di Fratelli d’Italia con la faccia di Giorgia”. La campagna di Fdi per le europee partirà nei prossimi giorni in tutta Italia. “L’Italia cambia l’Europa” è il claim che accompagnerà la volata di Fratelli d’Italia verso le europee dell’8 e 9 giugno e “a prescindere” da una eventuale candidatura di Giorgia Meloni come capolista, il partito punterà sul volto della leader per conquistare il voto degli italiani dopo l’exploit alle politiche del 2022. Andrea Moi, responsabile della comunicazione di Fdi, spiega all’Adnkronos quale sarà la strategia per la campagna elettorale delle europee, ‘inaugurata’ dai manifesti apparsi nelle principali vie di Milano dove campeggia il viso della presidente del Consiglio. “Anche nelle precedenti elezioni abbiamo utilizzato il suo volto, non si tratta del lancio della candidatura di Meloni, sulla cui figura noi puntiamo a prescindere” da una sua ipotetica discesa in campo in prima persona, spiega l’uomo a cui Via della Scrofa ha affidato le chiavi della macchina comunicativa.

La conferenza programmatica di Pescara del 28 aprile

Lo slogan che compare nel manifesto con Meloni sarà anche il titolo della conferenza programmatica di Pescara, in programma dal 26 al 28 aprile. In quella sede la presidente del Consiglio scioglierà la riserva sulla sua candidatura: “Con quello slogan – prosegue Moi – introduciamo il contenuto politico della conferenza, cioè portare l’esempio virtuoso dell’esperienza italiana in Europa, concentrandoci su temi specifici come il lavoro, l’ambiente e la questione immigrazione”.

Puntare sull’immagine di Meloni aiuterà Fdi a ottenere più voti? “Dietro questa scelta non c’è un freddo calcolo statistico, lei è il capo del partito ed è assolutamente naturale che la sua immagine venga spesa per la campagna”, risponde il responsabile della comunicazione di Fdi, aggiungendo che lo slogan “L’Italia cambia l’Europa” verrà “declinato su punti specifici del programma”.

Che tipo di campagna sarà quella di Fratelli d’Italia? Su quale mezzi punterete di più? “Sicuramente l’aspetto cartaceo diminuirà a favore del digitale, ma questo non vuol dire che non ci sarà una presenza ‘fisica’ su giornali e cartelloni. Dal punto di vista del messaggio, sarà una campagna sui contenuti, gli italiani sceglieranno in base a questo. Non sarà un banco di prova per il governo perché il voto europeo non incide direttamente sull’esperienza governativa, ma certamente gli elettori potranno valutare l’operato dell’esecutivo su temi di competenza nazionale ed europea”, conclude Moi.

di: Luca Maurelli @ 20:21


Apr 13 2024

I 40 anni della Lega tra feste “bossiane” a Gemonio, mal di pancia e “blindature” dei salviniani

Orgoglio leghista, ma anche malumori dei leghisti della prima ora, riuniti oggi a Gemonio, residenza del vecchio leader, Umberto Bossi, che ha deciso di partecipare, a modo suo, alle celebrazioni del 40esimo anniversario della fondazione della Lega. Il fondatore ed ex leader del Carroccio ha inviato un messaggio a Roberto Castelli, che stava aprendo i festeggiamenti nella piazza della chiesa, invitandolo a portare a casa sua i militanti intervenuti alla giornata, per un saluto e una fetta di torta. Subito il gruppo, capitanato da Castelli e dall’ex Segretario della Lega Nord, Paolo Grimoldi, si è incamminato lungo la piccola stradina che collega la chiesa al villino di Bossi. Quindi sono stati bloccati all’ingresso. “Giornalisti fuori, entrerete per ultimi”, ha annunciato uno dei militanti che si è prestato a fare servizio d’ordine alla porta. E poco dopo è arrivato uno dei figli di Umberto Bossi, Renzo, per accogliere personalmente i militanti, che sono stati divisi in piccoli gruppi e fatti entrare in modo contingentato. Malgrado il caldo e il sole alcuni hanno deciso di attendere pazientemente il loro turno davanti al cancelletto; mentre altri hanno desistito.

Da Bossi richiami al nord e critiche a Salvini

“Non mi pare che Matteo Salvini abbia mostrato attenzione per la questione settentrionale, ma serve andare in quella direzione. Servirebbe qualcuno che abbracci la questione e la porti avanti con determinazione”. Umberto Bossi ha poi risposto così alle domande dei cronisti, in un breve incontro nel giardino della sua villetta. A chi gli chiede se potrebbe trattarsi di Giancarlo Giorgetti, risponde sorridendo: “Non voglio dire Giorgetti per non massacrarlo”. Quindi aggiunge: “L’ho sentito ieri sera, oggi è in Lussemburgo, tornerà stasera”. Quanto a Salvini, dice: “Lui non l’ho sentito. Devo dire la verità -aggiunge- mi aspettavo che senza dire niente comparisse”. Ma evidentemente non è successo. “Se rifarei tutto ciò che ho fatto? Beh qualche errore l’ho fatto; sembrerà strano ma qualche errore l’ho fatto anche io. Errori che però mi vengono perdonati”, dice Bossi.

“All’inizio -ricorda il Senatur- abbiamo certamente fatto un grande sforzo; del resto erano momenti molto diversi. Allora, con la Lega Veneta e l’Uopa-Unione Ossolana per l’autonomia, eravamo in tutto il Nord, tutti uniti per l’autonomia. Si trattava di segni chiari per chi aveva un minimo di capacità politica di fare analisi per capire che le cose stavano cambiando. O altrimenti per sempre ci sarebbe stata la Democrazia Cristiana, con il gioco che era di Bettino Craxi, che prima era stato con il Pci e aveva fatto il centrosinistra, poi è andato con la Dc e logicamente il Pci è affondato”. E’ proprio “partendo da questo sistema di potere che noi nascemmo. Da allora -aggiunge- molte cose si sono sviluppate, ma oggi c’è bisogno di un’altra spallata per cambiare in meglio le cose“.

I mal di pancia dell’ex ministro Castelli

“Ringrazio tutti voi che siete qui rivolgendo subito un pensiero Padania libera!”, ha invece detto in piazza l’ex ministro Roberto Castelli. “Non devo spiegarvi perché siamo qui oggi -aggiunge-; qui ci sono coloro i quali non hanno mai dimenticato il nostro ‘grande capo’, che sono sempre stati vicini a lui e che oggi vogliono rendere omaggio a colui che ha trasformato le nostre coscienze e i nostri cuori, oltre che l’Italia”.

“L’Italia -dice Castelli- non è più la stessa; questo Paese, benedetto e disgraziato a seconda di come lo si voglia interpretare, non è più lo stesso dopo che Bossi è arrivato e si è affacciato alla scena politica italiana. Un uomo da solo, e io lo posso testimoniare perché ho vissuto tutto il cammino della Lega insieme a quest’uomo, che ha cominciato da zero, forte e solo con la suola delle proprie scarpe, delle proprie idee e del suo carisma eccezionale. Nessun altro è come lui. E con queste cose è riuscito a trasformare le nostre coscienze e i nostri cuori”.

I salviniani replicano ai “contestatori” di Gemonio

“Matteo Salvini è colui che ha portato la Lega al 35% e a essere centrale sullo scacchiere italiano ed europeo. E’ grazie a lui se oggi la Lega è un partito che può determinare il futuro dell’Italia e dell’Europa. Umberto Bossi la Lega l’ha fondata e senza di lui non sarebbe esistita; senza Salvini la Lega non esisterebbe”, è la replica si Andrea Crippa, vicesegretario della Lega, interpellato telefonicamente dopo le parole di Umberto Bossi su Matteo Salvini.

“Credo che la figura di Salvini sia imprescindibile. Se si candida, voto convintamente Salvini al congresso del partito perché il suo progetto è vincente. Tra poche settimane, tra l’altro, si vota l’autonomia, che porterà benefici al Nord, al Centro e al Sud. Non ho capito quale potrebbe essere il progetto alternativo a quello di Salvini. Al netto della leadership, non capisco quale possa essere un progetto alternativo: magari c’è ma lo devono spiegare”, chiosa l’esponente leghista.

di: Luca Maurelli @ 19:08


Apr 13 2024

Editoria, Mollicone: sulla crisi del settore incombe anche la minaccia dell’IA. Ecco come interverremo

La crisi dell’editoria alle prese con l’insidia dell’IA. Il Parlamento è “sensibile” alle criticità che minacciano il settore, e presto la Commissione Cultura di Montecitorio chiamerà in audizione tutto il mondo Fieg: l’obiettivo è arrivare a una risoluzione che affronti “le urgenze” incombenti. Parlando con l’Adnkronos, il deputato di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione cultura ed editoria della Camera, Federico Mollicone, raccoglie il grido d’allarme del numero uno della Fieg Andrea Riffeser Monti, il quale, commentando gli ultimi dati relativi all’andamento economico del settore editoriale, ha sottolineato come le imprese del comparto attendano da troppo tempo degli interventi da parte del governo.

Crisi dell’editoria e IA: affronteremo tutte le urgenze

«L’allarme lanciato dal presidente della Fieg è meritevole di attenzione. Del resto il sottosegretario Barachini si è da subito impegnato ad affrontare il tema della riforma dei finanziamenti all’editoria e della pubblicità sui quotidiani. L’auspicio è che si apra al più presto un tavolo con gli editori per salvaguardare una filiera preziosa, minacciata dall’introduzione dell’intelligenza artificiale», osserva Mollicone.

Editoria, «settore minacciato dall’IA, audiremo la Fieg in Commissione»

«A tal proposito – spiega – in Belgio come capo delegazione italiano ho avuto modo di rilanciare la proposta, elaborata dal Parlamento, per l’introduzione di 4 loghi: uno per indicare i contenuti editoriali realizzati con l’intelligenza artificiale. Uno per quelli realizzati con l’intelligenza umana. Un altro per i contenuti spuri. E l’ultimo per i deep-fake prodotti attraverso l’intelligenza artificiale. In questo modo la creatività umana potrebbe beneficiare dello stesso processo che abbiamo avuto nella filiera enologica con l’introduzione della certificazione Docg, “Denominazione di Origine Controllata e Garantita”».

Una risoluzione che affronterà le urgenze del comparto

«Siamo all’avanguardia su questi temi. E restiamo al fianco dei giornalisti e di chi crea contenuti editoriali e audiovisivi», prosegue Mollicone. Che poi annuncia: «In Commissione presto tratteremo questo tema con una risoluzione che affronterà le urgenze dell’editoria e chiameremo in audizione tutta la filiera Fieg: l’obiettivo è coniugare le esigenze finanza pubblica con la tutela di un indotto imprescindibile per una democrazia».

Sugli emendamenti di FdI al ddl diffamazione

Quando gli viene chiesto un commento sugli emendamenti di FdI al ddl diffamazione che introducono misure detentive per i giornalisti, l’esponente di Fratelli d’Italia risponde: «Sicuramente, al di là del merito, l’emendamento servirà ad aprire una riflessione sul tema della diffamazione: personalmente, non credo che il carcere per la diffamazione sia la risposta. Altrettanto sicuramente, però, ci sono quotidiani che sono andati oltre la normale critica, con attacchi molto violenti nei nostri confronti e con delle vere e proprie “character assassination”». Per Mollicone «è quindi necessaria una riflessione pacata per trovare una soluzione che rispetti il diritto di espressione e critica, ma che dia anche la possibilità a chi è stato attaccato di difendere il proprio onore».

di: Priscilla Del Ninno @ 19:01


Apr 13 2024

Sylos Labini: “Vi presento il Mazzini che non vi aspettate”. Domenica gli “Inimitabili” su Rai3 (23,15)

“Giuseppe Mazzini, profeta del Risorgimento, esule per tutta la vita, padre della Patria italiana, ispiratore di quella agognata Repubblica che sarebbe venuta alla luce più di settanta anni dopo la sua morte. Fondatore della Giovine Italia, il patriota genovese cospirò per gran parte della sua esistenza infiammando gli animi di tanti giovani che si immolarono per la causa italiana”. Così presenta il quarto dei suoi  “Inimitabili” Edoardo Sylos Labini, che  si congederà da Rai 3 per questa prima serie di personalità che fanno parte del dna dell’italianità. Seguirà prossimamente un’altra serie. Intanto, domenica 14 aprile alle 23,15 l’appuntamento con Giuseppe Mazzini è di quelli da non mancare. Il racconto è arricchito dalle interviste a Elena Bacchin, Alessandro Campi, Giovanni Belardelli e Roberto Balzani.

“Stasera vi racconto un patriota”: “Inimitabili” domenica Rai3, 23,15

“Stasera vi racconto la storia di un patriota che per primo pensò l’Italia libera, ma che all’epoca era considerato un pericoloso sovversivo”, è l’incipit del programma. “La Patria non è solo un territorio, è l’idea che sorge su quello; è il pensiero d’amore, il senso di comunione che stringe in uno tutti i figli di quel territorio. Oh fratelli miei, amate la Patria”. Una delle espressioni più suggestive e note di Giuseppe Mazzini risuonerà in questo quarto atto degli “Inimitabili”. Ottimi ascolti aveva registrato domenica scorsa la puntata dedicata  Giovannino Guareschi: quasi 400 mila telespettatori  (399mila per l’esattezza) che hanno seguito la terza puntata del programma condotto su Rai3 alle 23,15. Chi se l’è persa può rivederla su Rai Play. Ottima audience aveva avuto anche la puntata su Marinetti la domenica di Pasqua, che ha visto incollati davanti alla tv 535 mila spettatori. Puntata dopo puntata, il gradimento si è consolidato. Al punto che dopo questa primo quartetto, il conduttore ha anticipato che curerà una seconda galleria di personaggi sulla terza rete. Naturalmente, la loro identità è ancora top secret.

Sylos Labini: “Mazzini era ironico. Le donne gli correvano dietro”

Una delle location che vedremo durante la puntata sarà il Museo del Risorgimento Mazziniano di Genova. I cui responsabili dalla pagina di Fb scrivono di “attendere con entusiasmo la puntata: certi che la sua conduzione saprà restituire al pubblico la profondità delle opere e dei pensieri qui conservati!”. L’analisi del pensiero alla base della Nazione italiana, va di pari passo con gli aspetti personali e meno noti. “Sarà una sorpresa anche per il pubblico giovanile scoprire un Mazzini diverso dalle pose imbalsamate dell’iconografia classica dei libri di testo che lo dipingono  un po’ triste e depresso. Invece Mazzini era molto ironico, le donne lo rincorrevano, soprattutto nel periodo londinese. E amava suonare la chitarra”, ha anticipato ad Agorà Sylos Labini. Motivo in più per comprendere a tutto tondo la personalità di un padre della patria.

di: Antonella Ambrosioni @ 18:47


Apr 13 2024

Case green, il centrodestra: “Pericoloso salto nel buio come con il superbonus. Modificheremo la direttiva”

Tiene banco l‘euro-follia sulle case green al Forum delle imprese del Lazio dove questo sabato si è riunito tutto il centrodestra per un confronto con le forze produttive. E’ entrato subito in medias res Nicola Procaccini, responsabile ambiente ed energia del Fratelli d’Italia e copresidente del gruppo dei conservatori al Parlamento europeo.  “La direttiva sulle case green voluta dalla UE è una norma irrealistica e pericolosa. Perché costringe gli Stati, in particolare l’Italia che non ha un patrimonio immobiliare moderno, a dover ristrutturare milioni di edifici privati. Senza sapere dove prendere i soldi necessari, rischiando un pericoloso salto nel buio come il superbonus insegna”.

Salasso verde, Procaccini: “Difenderemo la casa, a costo di modificare i regolamenti”

Al Teatro Manzoni di Via Montezebio a Roma la convention  tra imprenditori e professionisti si è principalmente concentrata sulla direttiva che sta preoccupando famiglie e proprietari di case e che rischierà di flagellare il patrimonio immobiliare italiano. Sul Secolo abbiamo fornito una stima dei costi. La direttiva segna una sorta di rottura di un “patto”, segnala Procaccini: “Questa normativa è anche un attacco al modello sociale che gli italiani hanno da molte generazioni. Per gli italiani la casa è il luogo dove è contenuta la famiglia: lasciare una casa ai propri figli è un obiettivo di vita, un fattore culturale che altre nazioni non hanno. Ora l’Europa pretende di normare il comparto case senza tener conto degli aspetti sociali e culturali che questo comporta. Essere conservatori significa anche conservare il nostro modello sociale: che non è obsoleto come fanno intendere i socialisti, e nella prossima legislatura europea difenderemo la casa a costo di modificare i regolamenti sulla materia”, promette.

Case green, Foti: “Porre fine alle follie ambientaliste dopo le elezioni europee”

Una promessa rilanciata dal capogruppo alla Camera di FdI, Tommaso Foti. Che ricorda come “grazie all’impegno del governo Meloni in sede europea la direttiva sulle case green è stata limitata nei suoi effetti negativi; scongiurando l’obbligo del passaggio di classe energetica per ciascun immobile. Che avrebbe impedito a coloro che non avessero raggiunto l’obbligo di poterlo vendere. Per il resto, l’insieme di norme vessatorie che a livello europeo sono state introdotte rendono meritoria la posizione di netta contrarietà alle stesse espressa dal governo Meloni”.

“La normativa non diventi una iniqua patrimoniale per i proprietari”

L’impegno ora è questo: “Subito dopo le prossime elezioni europee la nuova maggioranza che si formerà dovrà necessariamente porre fine alla stagione delle follie ambientaliste di questi 5 anni. L’impegno dei deputati europei di Fratelli d’Italia in tal senso sarà pieno: approvare misure realistiche che consentano di coniugare la tutela dell’ambiente con le migliori condizioni di vita per i popoli europei” è possibile. “L’obiettivo preciso sarà evitare innanzitutto che la normativa sulle case green altro non rappresenti una iniqua patrimoniale per i proprietari di immobili”.

Letizia Moratti: “Ci batteremo perché questa direttiva sia cambiata”

Roma chiama Milano, dove sono in corso gli Stati generali dell’Economia organizzati da Forza Italia. Anche qui giunge il grido di battaglia di Letizia Moratti, candidata alle Europee: “La direttiva sulle case green, che Fi non ha votato, è pericoloso: perché impone in tempi non raggiungibili di rivedere classi diverse delle nostre case“. E realisticamente commenta che “è una direttiva che non potrà essere rispettata per i tempi; non è coperta da fondi e rischia di far ricadere sui cittadini costi significativi. Ci batteremo perché questa direttiva sia cambiata”.

Lollobrigida: “Il governo non sosterrà mai la cultura delle tasse”

Me le euro-follie – si sa- non riguardano solo le case. “Anche sul mondo agricolo nel Parlamento europeo c’è un pezzo di politica che continua a fare follie”. Lo stigmatizza il ministro Lollobrigida. ” L’Italia non si presta a fare follie e questo governo non si presta a fare follie. Noi siamo per la difesa dell’ambiente, della sostenibilità ambientale. Che però deve tener conto della sostenibilità del reddito e sociale: non possiamo scaricare sulle tasche dei cittadini i problemi del mondo”, Il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare a proposito della Direttiva europea ha aggiunto:

“Dobbiamo essere operosi nel proteggere l’ambiente cercando di capire davvero come si protegge: con la forestazione, con il rilancio dell’agricoltura che fa captazione delle emissioni. E  invece -ha aggiunto il ministro a margine della inaugurazione di OperaWine – si ragiona sulla tassazione: è una cultura della sinistra che noi non sosterremo mai né in questo mandato e né speriamo, con maggiore forza dei cittadini, dopo il 9 giugno”.

di: Antonella Ambrosioni @ 17:51


Apr 13 2024

Il libro della Mira finalista allo Strega? Si vuole valorizzare un neo-antifascismo. Ecco perché non lo leggerò

Non ho letto e non leggerò il libro di Valentina Mira su Acca Larentia e so perfettamente che anche questo mio articolo servirà a fare vendere copie all’autrice. È un classico che un testo che produca polemiche arrivi a vendere tantissimo a prescindere dalla qualità di ciò che contiene. Devo, però, intervenire su alcune cose avendo una sorta di terzietà, poiché all’epoca tragica della lotta armata e di Acca Larentia io ero un giovane democristiano e non un missino.

«Non leggerò il libro di Valentina Mira finalista allo Strega»

Onestamente noi giovani della Dc non concepivamo l’antifascismo come un problema. Per noi il fascismo era finito trent’anni prima mentre viveva, forte e crudelmente, il socialismo reale. Eravamo concentrati sull’anticomunismo, perché il comunismo internazionale era una minaccia reale e non un fantasma. Acca Larentia fu il massacro di due innocenti, morti semplicemente perché erano di destra. Ancora più tragico fu il rogo di Primavalle, per il quale la narrazione dei giornali di estrema sinistra fu addirittura derubricato a un incidente o, vergognosamente, a una sorte di autolesionismo finito male. Nonostante fossero stati bruciati due innocenti, uno dei quali appena bambino.

Incentivare un editorialismo antifascista svilisce le origini del Premio Strega

Dalle recensioni lette e soprattutto dalla scelta, non nuova, dei giurati del Premio Strega di inserire il libro tra i finalisti, mi pare che emerga la volontà, già registrata, di valorizzare un neo antifascismo. Probabilmente perché alla guida della Nazione c’è una giovane donna che proviene dalle radici della destra.
Il Premio Strega è stata una geniale intuizione, inaugurata premiando Ennio Flaiano. Certo, non sempre ha premiato il libro più bello (leggasi Il male oscuro) ma è stato per decenni un vanto della nostra cultura. Se diventa un pretesto per incentivare un editorialismo antifascista svilisce le sue origini.

Premio Strega, «la Mira ha raggiunto il suo scopo, ma il suo libro non può omettere la verità»

I libri, i film, vanno apprezzati bene oltre il politicamente corretto, ma questa non è una sorpresa. Kubrick non vinse mai un oscar e Céline non avrebbe mai vinto il Nobel. Nemmeno Mishima, nonostante la sua grandezza, evidentemente inferiore a quella di Dario Fo… La scrittrice Mira credo abbia raggiunto il suo scopo. Ma se un libro entra in un fatto storico non può omettere la verità. All’epoca essere fascisti era di per sé un reato, mentre “uccidere un fascista” non lo era. Giuliano Ferrara scrisse un meraviglioso articolo su Repubblica su Paolo Di Nella, per il quale arrivò a scomodarsi Pertini, e Berlinguer dovette scrivere una lettera alla famiglia, in cui disse in sostanza, «che anche se quel povero ragazzo fosse diventato fascista nessuno aveva il diritto di ucciderlo e di impedirgli di essere fascista».

Acca Larentia e non solo: il contesto storico e politico di quegli anni

In quegli anni a Roma soprattutto, bastava poco per trovarsi, «dalla parte sbagliata». E per finire nella morsa della lotta armata. Acca Larentia diede una sorte di legittimazione allo spontaneismo armato che poi compì crimini devastanti. Dipingere il mondo di destra come un insieme di anaffettivi senza scrupolo è un errore esiziale. Così come pensare che i macellai del Circeo (che peraltro erano stati cacciati dal Msi molto prima) rappresentassero in qualche modo la destra. Però c’è grazie a Dio la libertà di stampa che consente un “vannaccismo” capace di fare marketing vincente sulla scrittura.

Il libro della Mira finalista allo Strega: lontani dal Premio dei tempi migliori

Lo Strega che premiò grandi scrittori, dimenticandone altri, dovrebbe essere più severo. Altrimenti diventa un orientatore politico senza più autorevolezza. Non era quello che volevano Bellonci e la famiglia Alberti. Giuseppe Berto, che per Il Male oscuro vinse Campiello e Viareggio, fu ancora una volta ferito da quella esclusione. Il romanzo, insieme a La Coscienza di Zeno, più bello del nostro Novecento, ignorato dall’organizzazione. Ma erano tempi grami per i reazionari come Berto. Oggi sono tempi liquidi e basta disegnare una storia politica per avere successo. Che tristezza.

* Vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.

di: Priscilla Del Ninno @ 16:58


Apr 13 2024

“Mi candido a sindaco”. Ma non va alla sua presentazione. Pd da ridere anche a Borgaro (video)

Si era candidato nel “campo trasversale”, per agganciare gli scontenti dell’amministrazione uscente del comune di Borgaro, nel Torinese, chiamato al voto nell’Election day dell’8-9 giugno. Ma il candidato a sindaco, Paolo Massa, del Pd, ingegnere e consigliere comunale uscente, che aveva abbandonato la maggioranza in cui era stato eletto tempo fa e che all’ultimo minuto aveva rifiutato la candidatura con la lista Gambino, all’ultimo minuto non si è presentato alla conferenza stampa delle tre liste che hanno deciso di mettersi  insieme per dare una svolta all’amministrazione di Borgaro, 12mila abitanti. Tutto era pronto per l’annuncio di Paolo Massa: era prevista anche una conferenza stampa già convocata e con tutti i cronisti del territorio presenti ma il candidato sindaco, che da esponente del Pd aveva intenzione di creare un campo largo e trasversale a sinistra, s’è ritirato prima di scendere in campo. “Abbiamo messo da parte le nostre ideologie personali perchè crediamo che i Comuni sotto i 15mila abitanti si debba ragionare si debba ragionare in un’ottica di bene comune e non di ideologie”, avevano detto gli esponenti delle liste a sostegno del candidato del Pd. Ma Massa ha messo tutti d’accordo prima del tempo.

di: Luca Maurelli @ 15:13


Apr 13 2024

Meloni stana i “cattivi maestri”, su La Stampa l’inno alla denatalità: “Non c’è più bisogno di figli italiani”

La gallina che ha fatto l’uovo è la prima a cantare, insegnano i contadini. E all’antico proverbio contadino ha fatto tornare alla mente la prima pagina di oggi de La Stampa, dedicato a un monito lanciato venerdì da Giorgia Meloni, durante l’incontro “Per un’Europa giovane. Transizione demografica, ambiente, futuro”. «Nessun intervento concreto sarà utile se prima non invertiamo la narrazione che è stata fatta su questa materia», ha detto il premier, mettendo in guardia dal mito della denatalità.

Meloni ha citato i cattivi maestri e la rassegnazione sulla denatalità

In particolare, ha citato quei cattivi maestri che “in passato hanno propinato un malinteso concetto di libertà: non credo sia libertà dover rinunciare a un figlio per avere una carriera. Come non è libertà dover rinunciare a una carriera per avere un figlio. Libertà è poter fare senza paura entrambe le cose”. Meloni si è quindi detto “intenzionata a cambiare marcia non arrendendosi, come fa il pensiero dominante, al precipizio della glaciazione demografica”.

La replica è arrivata sul quotidiano del gruppo Gedi, in prima pagina, tanto raggelante quanto apocalittica. “Non esiste alcuna “cultura dominante” impregnata di “antinatalismo”, scrive nel suo commento all’intervento del premier, la giornalista e scrittrice Simonetta Sciandivasci. Forte del suo libro “I figli che non voglio: riflessioni ed esperienze sulla scelta di non avere figli” (edito da Mondadori), la Sciandivasci invita invece il capo del governo “a rassegnarsi e a prendere atto della realtà”.

La Stampa replica alla Meloni tifando per la denatalità

La nuova società deve essere aperta, sentenzia l’articolo de La Stampa. “Non inclusiva: aperta. Aperta ai nuovi modi di fare famiglia – prosegue la maestra Sciandivasci –  alla possibilità di non farne, a una configurazione socio-economica che non vada all’aria se i vecchi sono più numerosi dei giovani. L’epoca che viviamo si chiama Sesta Estinzione, se davvero questo governo crede nella natura con l’uomo al centro (lo ha detto Meloni quando si è insediata), ha il dovere di mettere in conto che quella natura, forse, in questo momento, non ha bisogno di più figli italiani”. Piuttosto, verrebbe da rispondere, non ha bisogno di “maestri” come la Sciandivasci.

di: Valter @ 14:12


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