Ott 11 2024

L’intervista. Gasparri: “La vicenda Scarpinato mi lascia allibito, ma gli do il beneficio della verifica: non sono come i grillini”

“Sono rimasto allibito”. Così il capogruppo di FI al Senato, Maurizio Gasparri, commenta l’articolo de La Verità secondo cui il senatore del M5S e membro della Commissione Antimafia, Roberto Scarpinato, avrebbe avuto dei colloqui intercettati con l’ex pm Gioacchino Natoli in merito a un’audizione che avrebbe dovuto sostenere proprio in Commissione sulla strage di via d’Amelio. Scarpinato, a sua volta ex magistrato, e Natoli, secondo la tesi de La Verità, avrebbero “aggiustato” la versione da fornire davanti all’organismo parlamentare. Scarpinato, minacciando querele, ha smentito sia quella tesi sia che la procura di Caltanissetta gli abbia chiesto conto delle intercettazioni. “Voglio dargli il beneficio della verifica”, spiega Gasparri, precisando però che se le indiscrezioni de La Verità dovessero rivelarsi fondate Scarpinato dovrebbe “trarne le conseguenze”.

Senatore, lei ha più volte chiesto le dimissioni di Cafiero De Raho dalla Commissione Antimafia in merito al caso dossieraggi. Ora emerge questa vicenda che coinvolge Scarpinato…

Cafiero De Raho ha il privilegio di leggere atti giudiziari delle indagini di Perugia sulla procura nazionale antimafia che riguardano anche la fase della sua gestione. Lui può indagare anche sulla sua attività precedente. Posizione comoda, però non mi pare opportuno. Ho sollevato il problema della sua permanenza in commissione Antimafia. Per Scarpinato voglio prima capire come stanno queste vicende e poi valuteremo. Ho letto un articolo che mi ha sbalordito, io ho parlato con Maurizio Belpietro e dice che sia vero quanto pubblicato oggi. Non posso emettere conclusioni, ma La Verità si chiama così per un motivo. Se scrivessero bugie entrerebbero in contrapposizione con sé stessi. Scarpinato nega, ma La Verità scrive: il tema è scottante.

Sono casi isolati oppure c’è un problema che investe il M5S? Si aspetta un intervento di Giuseppe Conte?

Tengono l’Appendino come “star” sebbene sia stata condannata in appello per omicidio colposo. Non è omicidio volontario, ma comunque colposo. Hanno arruolato questi personaggi in Commissione Antimafia, non si sa se per dare un impulso alla Commissione con la loro competenza o per guardare vicende passate da vicino. Per quanto riguarda Giuseppe Conte, come dice il mio amico e direttore dell’Unità Pietro Sansonetti: “Non esiste”. I grillini sono un concentrato di faziosità, giustizialismo ed ipocrisia.

Se dovesse uscire fuori che i due hanno effettivamente parlato prima dell’audizione di Natoli in Commissione Antimafia cosa potrebbe succedere?

Se è vero è scorretto. Nel caso in cui dovesse rivelarsi vera dovrebbe trarne le conseguenze e saremmo molto decisi. Voglio dare a Scarpinato il beneficio della verifica. Siccome faccio parte della Commissione Antimafia, non faccio come i grillini che prima emettono una sentenza e poi riflettono sugli atti, sulle carte e quant’altro. Io nei confronti di Scarpinato ho una visione critica del suo operato, gliel’ho detto in faccia nell’aula del Senato e sono pronto davanti all’evidenza dei fatti ove fosse confermata a dire quello che ho detto, ma anche di più. Voglio prima vedere come stanno le cose.

di: Gabriele Caramelli @ 15:50


Ott 11 2024

Roma, stop Ztl verde: il Lazio firma. FdI: “Ha vinto il buon senso, ha perso l’ideologia di Gualtieri”

Stop alla Ztl fascia verde a Roma. Dopo mesi e mesi di braccio di ferro con il Campidoglio, anni di denunce di Fratelli d’Italia e di proteste dei romani furiosi, la Regione Lazio mette l’ultima parola confermando la proroga. “Durante la Giunta regionale di oggi abbiamo approvato con delibera la proposta di rimodulazione da parte di Roma Capitale degli interventi in materia di limitazioni al traffico veicolare con decorrenza dal 1° novembre 2024. Viene dunque confermata la proroga per l’ingresso nella Ztl fascia verde di Roma per le auto e veicoli commerciali diesel euro 4 e rimandato il divieto per i diesel euro 5”. L’annuncio arriva dall’assessore all’Ambiente Elena Palazzo che ha lavorato in squadra con il collega alla Mobilità e ai Trasporti Fabrizio Ghera. Palazzo ha assicurato l’impegno della Regione per garantire la qualità dell’aria e non incorrere in nuove sanzioni da parte dell’Ue. La strada è quella di procedere in sinergia con le altre istituzioni ma anche di offrire un aiuto concreto alla cittadinanza sui cui non “deve gravare il peso economico di questa fase di passaggio”.

La Regione Lazio firma il rinvio dell’ingresso della Ztl fascia verde a Roma

I romani possono tirare un sospiro di sollievo. “Abbiamo ascoltato il grido di allarme dei cittadini romani e dato loro una risposta concreta rispetto a un piano ereditato da chi ci ha preceduto”. Così il governatore del Lazio, Francesco Rocca, confermando la proroga per l’ingresso nella Ztl fascia verde di Roma per le auto e i veicoli commerciali diesel euro 4 e il rinvio del divieto per i diesel euro 5. A denunciare la posizione ideologica del sindaco e della giunta capitolina sul green scende in campo anche Fabio Rampelli, che si è a lungo occupato del dossier. “Dopo un anno di approfondimenti e una decisione che era già orientata in questa direzione hanno prevalso la responsabilità sociale verso le centinaia di migliaia di persone che sarebbero state costrette a indebitarsi per acquistare un auto elettrica. E la verità di dati che – sottolinea il vicepresidente della Camera –  vedono il crollo di tutti i fattori inquinanti come Pm10 e Nxo in ogni angolo di Roma, il che trasforma automaticamente il rigorismo del sindaco Gualtieri in cinica ideologia”.

Rampelli: ha vinto il buon senso, ha perso l’ideologia green

Prevale finalmente un nuovo approccio – conclude il deputato di FdI  – che tiene insieme ecologia e diritti dei cittadini, sconfiggendo quello radical chic fatto di proibizioni e sanzioni inutili. Per non parlare dell’ipocrisia dell’auto auto elettrica, visto che tecnologia e materie prime sono cinesi e comunque l’energia elettrica di cui dispone Roma non sarebbe idonea a sostenere un cambio totale del parco macchine”. Fratelli d’Italia incassa una vittoria tonda. “Grazie al provvidenziale intervento della Regione Lazio si sospende per un anno l’iniqua iniziativa della nuova fascia verde Ztl di Roma, decisa dalla sinistra al governo della Capitale senza considerare le difficoltà economiche di migliaia di cittadini che non possono acquistare una automobile nuova. Facendo finta di ignorare la pesanti insufficienze del Trasporto Pubblico a Roma”. Così Marika Rotondi consigliere regionale di Fdi. “La sospensione – spiega ancora – è stato deliberata tenendo presente il meticoloso studio dei dati sulla qualità dell’aria svolto da Arpa Lazio che autorizza ad escludere le limitazioni agli accessi. Una nuova relazione sull’aria è in preparazione a cura dell’Agenzia Regionale per L’Ambiente. Questo opportuno provvedimento della Giunta regionale del Lazio premia anche l’impegno dei rappresentanti di Fdi nei territori interessati a sostegno dei cittadini”.

Perissa: un grande risultato frutto di un lavoro di squadra

Grande soddisfazione anche dalla consigliere regionale di FdI Laura Corrotti, che sottolinea un impegno preso dalla destra nei confronti dei cittadini romani che finalmente si concretizza. arco Perissa, parlamentare e responsabile capitolino di FdI,  sottolinea il grande risultato frutto di un lavoro di squadra di almeno due anni. E ricorda sui social che Roma ha un problema di inquinamento che possiamo considerare relativo. “Fra tutte le zone messe sotto esame dalla Commissione europea per la procedura di infrazione sulle concentrazioni di inquinanti, Roma è  quella che sta meglio”.

di: Gloria Sabatini @ 14:48


Ott 11 2024

“In sinagoga no e in piazza sì? Sei ambigua”: i dem contro la Schlein. Il campo di Agramante del Pd

Se non ci fosse stato l’attacco di Israele a Unifil sarebbe finita con  un redde rationem nel Pd. Nella riunione dei gruppi sono volati coltelli. Sono emersi tutti i dubbi e l’insofferenza verso Elly Schlein. Molti big tra i dem non tollerano l’ambiguità della segretaria Schleine su Israele e Palestina. I più non hanno gradito la sua assenza nel Tempio maggiore di Roma il 7 ottobre. «Netanyahu ci ha dato una bella mano», è la battuta  che più di un esponente dem ripete off record. L’assemblea dei gruppi Pd lamenta la linea ondivaga in politica estera. Ma gli attacchi alle basi Unifil hanno messo la sordina alla potenziale rissa. Non può mancare l’aggiornamento quotidiano delle fratture nel Pd e nel campo che più “sfinito” non si può.

Rissa sfiorata alla riunione dei Gruppo Pd. Schlein sotto accusa: ambigua

La spaccatura al Parlamento europeo sull’uso delle armi in Ucraina, l’assenza pesante di Elly Schlein alla commemorazione del 7 ottobre fanno esplodere Fassino: «La sinistra mostra spesso una lettura manichea della crisi in Medio Oriente», dice Piero Fassino al Giornale. Lui in Sinagoga c’era). I più nel partito sono imbarazzati dalle parole usate dal partito sulla manifestazione «pacifista» del 7 ottobre a Roma; altri sono ugualmente imbarazzati dall’adesione a quella del 26 ottobre, promossa da Cgil e Rete Pace e Disarmo. Con parole d’ordine imbarazzanti.  C’è chi è più ambiguo della leader, come Graziano del Rio, che dice che “bisogna esserci, ma su contenuti nostri”:, visto che sposare i contenuti anti- Isralele darebbe un duro colpo alla credibilità del partito.

Nel Pd qualcuno invoca “la via creativa” alla pace. E Conte minaccia

Elly Schlein rivela le solite ambiguità: andare, non andare? Mi si nota di più se…. Allora più d’uno la contesta: in Sinagoga no, in piazza sì? Non è chiara la segretaria del Pd che di una cosa è certa: non vuole lasciare la piazza a Giuseppe Conte, Fratoianni e Landini. Tanto più dopo che il leader grillino intervistato a destra e a manca va dicendo che il M5S più Avs “valgono quanto il Pd”. Campo sfinito, sfinitissimo. Ci mancano solo i “fantasiosi”, come  il vicepresidente del gruppo Pd Paolo Ciani che afferma: “Dobbiamo inventare vie creative per la pace”. Cosa vorrà dire?

Pd, Boldrini difende Schlein, Fassino l’aggredisce

Nella riunione c’è una Laura Boldrini scatenata contro Netanyahu: “L’obiettivo di Israele è smantellare l’Onu, dopo aver attaccato ospedali e scuole a Gaza». Ma Fassino l’aggredisce: “Ma le risoluzioni Onu andrebbero rispettate tutte: compresa quella che imponeva a Hezbollah di ritirarsi dal sud Libano e smettere di bombardare Israele. O no?”. E poi la incalza: “Come si fa a prendere per buona la propaganda di Hamas sugli ospedali? Solo noi possiamo berci che non fossero anche postazioni militari”. Walter Verini sta nel mezzo: “La critica a Netanyahu è sacrosanta; ma non abbiamo niente da spartire con certe piazze in cui risuonano slogan antisemiti. Dobbiamo metterci nella testa e nel cuore degli ebrei di Tel Aviv come di Roma: il 7 ottobre è un replay della Shoah”, tuona.

La baruffa tra Sala e Manfredi per la guida dell’Anci

Filippo Sensi e Enzo Amendola rammentano che “anche in Sudan ci sono massacri spaventosi”, e certo non c’entra Netanyahu. A rendere ancora più litigioso il Campo di Agramante sono le “baruffe Chiozzotte”  per la guida dell’Anci tra il sindaco di Milano Beppe Sala e il sindaco di Napoli Manfredi: ognuno la vuole per sé. Una ciliegina sulla torta. Tutti contro tutti in un gran disordine discorde e litigioso.

di: Antonella Ambrosioni @ 14:38


Ott 11 2024

In Antimafia esplode il caso Scarpinato: “aggiustò” un’audizione? Il centrodestra chiede chiarezza, lui minaccia querele

Dopo il caso Cafiero De Raho in merito all’affaire dossieraggi, in Commissione Antimafia esplode un altro caso che coinvolge un ex magistrato eletto con il M5S: Roberto Scarpinato. La Verità ha scritto che vi sarebbero intercettazioni tra Scarpinato e l’ex collega Gioacchino Natoli, indagato a Caltanissetta con l’accusa di favoreggiamento della mafia. Le intercettazioni sarebbero avvenute casualmente nell’ambito di quelle indagini, ma avrebbero riguardato un’audizione di Natoli in Commissione Antimafia sulla strage di via d’Amelio. In sostanza, secondo la ricostruzione de La Verità, i due si sarebbero accordati sulla versione da fornire, che puntava verso la pista dell’eversione nera. La notizia ha suscitato richieste di chiarimento ed eventualmente di dimissioni rivolte a Scarpinato da parte della maggioranza. Il diretto interessato ha smentito come “radicalmente falso” che la procura di Caltanissetta gli abbia contestato il contenuto delle conversazioni con Natoli. “Anche perché non vi sarebbe stato nulla da contestare”, ha aggiunto, annunciando che valuterà con i suoi legali “come procedere”. Nella stessa dichiarazione Scarpinato ha però confermato di aver parlato con Natoli del contenuto dell’audizione che avrebbe dovuto sostenere in Antimafia.

Foti: “Se confermato, fatti di gravità inaudita”

“La Commissione d’inchiesta Antimafia – ha detto il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, non appena è esploso il caso – opera come noto con i poteri dell’autorità giudiziaria. Ora, la notizia che un suo componente, il senatore Roberto Scarpinato, come risulterebbe da alcune intercettazioni di cui si occupa oggi il quotidiano La Verità, si sarebbe accordato con un audito dalla stessa – il dr Gioacchino Natoli, ex presidente della Corte d’Appello di Palermo e attualmente sotto indagine dalla Procura di Caltanissetta – in ordine alle domande proposte e alle risposte da rendere, costituirebbe fatto di gravità inaudita che non può essere né sottaciuto né derubricato. Se i fatti sono come rappresentati da La Verità – ha proseguito Foti – non si può evocare l’opportunità o meno della permanenza del senatore Scarpinato in Commissione Antimafia, come sollevato in più occasioni nei confronti del suo collega di partito Federico Cafiero De Raho, ma di un’impossibilità per Scarpinato di potere continuare a farne parte”. “Accordarsi con un audito per precostituire un racconto e, quindi, indurre la Commissione ad apprendere non la verità dei fatti ma quella che interessa a un suo componente, al netto dell’eventuale rilevanza penale – ha aggiunto Foti – attesta una precisa volontà politica di depistare la Commissione Antimafia da parte di un suo membro. A tacere dell’ennesimo schiaffo recato da una siffatta condotta ai figli del giudice Borsellino, ancora alla ricerca della verità sull’uccisione del padre e delle complicità che l’hanno permessa quando non favorita. Delle due l’una: o Scarpinato è in grado di dimostrare subito la sua estraneità alla vicenda o deve senza indugio dimettersi”.

La richiesta rivolta a Scarpinato: “Chiarisca o si dimetta”

Di “fatto gravissimo e penalmente rilevante” hanno parlato poi gli esponenti di FI in Commissione Antimafia. “Se la notizia fosse confermata, Scarpinato non sarebbe degno né di essere membro della Commissione Antimafia, né di ricoprire il ruolo di senatore, e dovrebbe dimettersi immediatamente”, hanno sottolineato, invitando Scarpinato “a chiarire il prima possibile la sua posizione”. A chiedere chiarezza è stata anche la Lega, attraverso il senatore e capogruppo in Antimafia, Gianluca Cantalamessa. “Scarpinato davvero si sarebbe accordato con un audito dalla stessa per concordare domande e risposte da rendere sull’inchiesta della strage di via d’Amelio? A questa domanda esigiamo immediatamente risposta. A fronte di un fatto di una gravità inaudita, il senatore M5S chiarisca immediatamente o si dimetta. Non solo, doverose le sue scuse alla figlia del giudice Paolo Borsellino; voglio ricordare il continuo accanimento nei suoi confronti quasi come fosse un’imputata. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.

La versione di Scarpinato

“Con Natoli – ha detto Scarpinato – ho condiviso un lunghissimo percorso di lavoro di contrasto alla criminalità organizzata all’interno della magistratura che ha reso normale un costante e approfondito scambio di idee tra noi. In questo contesto, dopo che nei suoi confronti dinanzi alla Commissione parlamentare Antimafia erano stati sollevati sospetti di condotte illegali, mi ha esternato il proprio rincrescimento per l’infondatezza delle accuse e mi ha anticipato la sua ferma volontà di essere ascoltato dalla Commissione per esporre analiticamente le sue ragioni ed illustrare i documenti da lui progressivamente reperiti, che avrebbero dimostrato la regolarità della sua condotta”. “Ragioni che – ha detto ancora Scarpinato – mi ha esposto e che, in attesa di essere convocato dalla Commissione, aveva ritenuto anche di anticipare e rendere pubbliche con plurime interviste agli organi di stampa, dettagliandole infine nella sua audizione in Commissione. “Ascoltando elementi a mio avviso rilevanti per la completa ricostruzione dei fatti, ho esortato Natoli a riferirle con rigore alla Commissione”, ha concluso Natoli, bollando come “fuorviante e falsificatorio” il contenuto dell’articolo de La Verità e assumendo panni vittimisti. L’articolo de La Verità, infatti, a suo avviso sarebbe “chiaramente finalizzato a supportare l’azione di quelle parti politiche che, sin dall’inizio dei lavori della Commissione Antimafia, hanno ripetutamente anticipato la loro volontà di escludermi dalle indagini conoscitive sulle stragi, in modo da impedirmi di apportare il mio contributo per fare luce su tutti i buchi neri, sui depistaggi, sui retroscena politici scottanti che possono coinvolgete personaggi ‘intoccabili’. Non mi turba in alcun modo l’essere stato intercettato, non avendo nulla da nascondere”.

di: Annamaria @ 13:57


Ott 11 2024

“Sono un maniaco del controllo”. Chi è Vincenzo Coviello, il bancario “spione” dei conti di Meloni e politici

Si chiama Vincenzo Coviello, ha 52 anni ed è di Bitonto. È lui il bancario spione che è entrato nei conti correnti di Giorgia e Arianna Meloni, di Andrea Giambruno, di ministri, vip. Perché lo ha fatto? Non per un complotto. Afferma di avere agito soltanto perché è «un maniaco del controllo». Sarebbe solo un curiosone delle vite (e dei conti) degli altri. Afferma di non avere «senza divulgato informazioni a terzi». E’ un comune padre di famiglia, sposato e con due figli. Nella filiale di Bitonto di Banca Intesa dove ha avuto luogo il processo disciplinare nei suoi confronti ha sostenuto di mpm avere “peccato” più, di non aver più effettuato interrogazioni «da ottobre 2023, dopo il richiamo del direttore» della filiale. I  fatti dicono che avrebbe continuato fino ad aprile scorso. Coviello il curioso afferma, dunque, di non avere mai «scaricato un documento» e non è mai stato il terminale di richieste esterne.

Chi è Vincenzo Coviello: “Ho agito così perché  sono un maniaco cdel controllo”

Il reato ipotizzato nei suoi confronti è accesso abusivo ai sistemi informatici; tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. Ufficiali di polizia giudiziaria – incaricati dalla Procura di Bari-  hanno perquisito la casa dell’ex dipendente (è stato licenziato): Sequestrati smartphone, tablet, hard disk e dispositivi informatici che saranno passati al setaccio. Il procedimento disciplinare di Banca  Intesa nei suoi confronti è scattato quando il direttore della sua filiale ha comunicato l’esistenza di accessi esterni a un imprenditore che è andato a denunciare. “Repubblica”  racconta i dettagli del miniprocesso di agosto a cui lo ha sottoposto l’istituto di credito prima di licenziarlo. Il «un maniaco del controllo» era un impiegato modello affermano suoi ex colleghi. «Impeccabile sul lavoro» ma «molto curioso» dicono alcuni. «Introverso ma anche egocentrico», secondo altri. E anche un po’ «pettegolo». Sarà per questo che gli è nata questa morbosa curiosità per le situazioni patrimoniali: prima nei confronti di alcuni parenti e poi di politici e imprenditori.

Cosa dicono i vicini di casa del bancario “spione” (licenziato da Banca Intesa)

I vicini affermano di vederlo muoversi come se nulla fosse accaduto:  esce di casa al mattino e rientra verso le 18. C’è chi, però, aggiunge una notizia: «Lavora nel suo studio di commercialista, qua vicino». Così anche la parrucchiera che lavora nel negozio sotto la sua abitazione. Coviello è conosciuto anche a Bisceglie per aver lavorato di recente nella sede distaccata di Agribusiness, che fa capo a Barletta. Anche qui aveva accesso a conti milionari, perché si occupava di credito alle aziende del comparto alimentare. Afferma un altro collega: «L’ho conosciuto come un gran lavoratore, uno stacanovista vero: posso solo pensare che abbia avuto un momento di sbandamento». Intanto Vincenzo Coviello è irreperibile sul cellulare e ha cancellato tutti i suoi profili social. Lo cerca anche il  presidente di Regione Puglia, Michele Emiliano, che è uno degli spiati: «Mi rivolgerò ad un avvocato per tutelarmi».

Vincenzo Coviello afferma di non avere divulgato informazioni a terzi: gli spiati

Tra gli spiati – oltre a Giorgia e Arianna Meloni –  ci sono, fra gli altri  Ignazio La Russa, il ministro Guido Crosetto, sua moglie Graziana Saponaro. Ma anche di Di Battista, Di Maio, Fitto, Letta, Renzi o Nichi Vendola. E ancora,  Totti e Al Bano, Luisa Ranieri e Domenico Arcuri, Giuliano Amato e Paola Egonu, Calenda e Bonolis, Decaro e Pietro Paolo Virdis, D’Alema e Zucchero Fornaciari. Ma sono molti molti di più, circa 7000 accessi al giorno effettuava lo “stacanovista”…

I dubbi degli inquirenti

Sono almeno due i punti che destano grandi perplessità tra gli investigatori: il gran numero degli accessi e la tipologia di persone controllate, tutte  molto vicine alle istituzioni. Il sospetto, ancora da verificare, è che Coviello non abbia fatto tutto da solo. Ecco perché le indagini sono ancora ben lontane dalla conclusione.

di: Antonella Ambrosioni @ 13:28


Ott 11 2024

Emilia-Romagna zona logistica semplificata, sì del governo. Meloni: una grande chance per le imprese

Firmato il decreto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che istituisce la Zona logistica semplificata (Zls) Emilia-Romagna, a seguito dell’istruttoria condotta dal ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto. La nuova Zls permetterà alle imprese emiliano-romagnole di accedere alle semplificazioni amministrative e alle agevolazioni previste in relazione agli investimenti realizzati sul territorio, nonché al nuovo credito d’imposta.

Sì del governo alla Zls Emilia-Romagna

“Con la firma del decreto – ha dichiarato la premier – assicuriamo per le imprese della Regione Emilia-Romagna nuove opportunità di sviluppo per sostenere investimenti strategici. Così come avevamo previsto anche nel nostro programma di governo. Con l’istituzione della Zls Emilia-Romagna, poniamo in essere un ulteriore atto concreto per favorire la crescita e lo sviluppo dei territori, garantendo inoltre alle imprese la possibilità di accedere al credito d’imposta Zls, altra misura fortemente voluta da questo governo”.

Meloni: nuove opportunità per le imprese che operano nella zona

Il credito d’imposta Zls, si legge in una nota di Palazzo Chigi, “rappresenta, infatti, un’importante misura di sostegno a favore delle imprese operanti nelle zone logistiche semplificate. L’accesso al beneficio – viene spiegato – è rivolto a tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica e dal regime contabile adottati, già insediate o di prossimo insediamento nelle zone logistiche semplificate, istituite o di futura istituzione”.

di: Gloria Sabatini @ 11:14


Ott 11 2024

Liguria, sondaggio Ipsos: Bucci in testa. Il sindaco di Genova al 49%, Orlando fermo al 46%

Le urne per le elezioni regionali in Liguria (si vota anche in Emilia Romagna e Umbria)  si avvicinano, 26 e 267 ottobre, e il candidato del centrodestra alla successione di Toti, Marco Bucci, è in pole position davanti all’avversario del centrosinistra Andrea Orlando. Lo rileva l’ultimo sondaggio Ipsos illustrato da Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera. Si tratta di un test importante anche a livello nazionale per sondare il sentiment degli italiani verso il governo Meloni e definire i rapporti dentro la maggioranza.

Liguria, sondaggio Ipso: Bucci davanti a Orlando

La Liguria è la prima regione al voto in ordine di tempo. Qui la coalizione di centrodestra si presenta compatta a sostegno di Bucci, sul quale la sinistra ha dato vita a polemiche definite disgustose dalla maggioranza per lo stato di salute dell’esponente di Centrodestra. Non può dirsi lo stesso per il fronte opposto, dove il veto dei 5Stelle ha escluso dalla compagine i rappresentanti di Italia viva, +Europa e Psi, che lasceranno libertà di scelta agli elettori. Sono nove i candidati a governatore della Liguria ma i riflettori sono puntati sui due competitor:  Bucci, attuale e molto amato sindaco di Genova, e Orlando, big del Nazareno più volte ministro. La notorietà dei candidati vede al primo posto Bucci, conosciuto dall’83% degli elettori, seguito da Orlando, noto al 71%.

Il candidato del centrodestra al 49%, il dem al 46%

Il candidato del centrodestra, stando alle ultime rilevazioni di voto, si trova in testa al 49%, tre punti sopra Orlando al 46%. Una forbice che non consente di dichiarare un vincente ma che fotografa bene la volontà dei liguri,. Sono tre – secondo il sondaggio – i temi che stanno maggiormente a cuore agli elettori. Al primo posto la sanità, citata dal 50% degli intervistati. Seguono i trasporti e il lavoro. Resta l’incognita dell’astensionismo. Le elezioni regionali, “quando condotte senza il supporto di altre consultazioni, come elezioni politiche o europee, tendono a registrare una bassa partecipazione”, osserva Pagnoncelli.

L’incognita della partecipazione al voto

“Solo il 47% si dichiara certo di andare a votare, mentre il 15% potrebbe farlo ma non ne è certo. Sappiamo per esperienza che questi numeri, all’atto del voto, tendono a contrarsi più che a espandersi. È quindi difficile stimare la partecipazione – dice il sondaggista – ma allo stato attuale, in attesa dell’intensificarsi della campagna nelle ultime due settimane, si può ipotizzare un’affluenza di poco superiore alla metà degli aventi diritto”. Quanto ai partiti: il Pd avrebbe il 24% dei consensi contro il 20% di Fratelli d’Italia, poi Forza Italia (9%), il M5S (7,8) e la Lega (7). Le coalizioni sarebbero perfettamente affiancate: 47,8% il centrodestra, esattamente lo stesso risultato per l’opposizione. La partita è apertissima

di: Gloria Sabatini @ 10:53


Ott 11 2024

Unifil, Tajani: “Attacco inaccettabile, ora mi aspetto le scuse e la condanna di Israele”

“È inaccettabile ciò che è successo a danno di alcune postazioni di Unifil nel Sud del Libano. È inaccettabile che per errore o ancora peggio intenzionalmente vengono colpite basi di Unifil”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervistato dal Corriere della Sera appena rientrato da una missione in Argentina. “Da un paio di settimane il governo italiano avvertiva quello israeliano di questo pericolo. Io stesso ho chiamato tre volte negli ultimi giorni il mio collega israeliano Israel Katz. E poi, visto che abbiamo stabilito da anni un rapporto molto intenso, ho chiamato due volte il presidente Herzog“.

Unifil, Tajani: inaccettabile, mi aspetto delle scuse da Israele

Non ci sono alibi per l’attacco di ieri. “Israele può difendersi militarmente, ha tutto il diritto di rispondere al barbarico assalto del 7 ottobre. Ma le sue operazioni devono rispettare in ogni momento il diritto internazionale, i civili e in questo caso i contingenti delle Nazioni Unite. Mi hanno sempre risposto che comprendevano pienamente i nostri messaggi, che avrebbero garantito le nostre indicazioni a chi opera sul campo”. Parole forti, come quelle del collega della Difesa Crosetto, anche da parte del titolare della Farnesina. “Mi auguro che adesso da Israele arrivino le scuse e la condanna per quanto è accaduto. Bene che l’ambasciata di Israele abbia annunciato l’apertura di una inchiesta”.

Non c’è stata una convocazione formale dell’ambasciatore israeliano

Poi spiega le ragioni della convocazione dell’ambasciatore israeliano. “Non c’è stata una “convocazione” formale, che spetta agli Esteri. Il ministro Crosetto ha ricevuto l’ambasciatore israeliano per esprimergli giustamente il disappunto italiano per ciò che è accaduto. Disappunto da trasferire al suo governo”. Sulla ridefinizione della missione Unifil Tajani spiega: “Gli italiani si stanno comportando da veri portatori di pace. Li stiamo seguendo come figli, chiediamo aggiornamenti minuto per minuto. Noi facciamo tutto quello che è in nostro possesso per garantire l’integrità di questi ragazzi ma la missione deve andare avanti per garantire la pace e impedire che la situazione degeneri”.

Con Giorgetti ci sono ottimi rapporti

Poi il colloquio si sposta sull’agenda interna, a cominciare dalla prossima manovra. Il ministro degli Esteri respinge il racconto di frizioni con Giorgetti. “Non mi interessano le battute riferite, i pettegolezzi, le frasi estrapolate. Con Giorgetti abbiamo ottimi rapporti. Le priorità di Forza Italia sono abbassare le aliquote. Continuando per prima cosa a lavorare sul cuneo fiscale, perché le imprese possono assumere e per avere un salario più alto per i lavoratori. Con l’obiettivo di ridurre l’Irpef dal 35% al ​​33% fino a una piattaforma di 60 mila euro di imponibile”.

Nessuna revisione catastali, non siamo la sinistra

Revisioni catastali? “Io credo – risponde il leader azzurro – che sia stato mal interpretato. Noi non abbiamo alcuna intenzione di fare revisioni catastali come voleva fare la sinistra, e tantomeno forme di patrimoniali dichiarate o nascoste. È già previsto dalla legge che se si aumentano i vani, si uniscono unità immobiliari o si eseguono lavori che aumentano il valore dell’immobile oltre il 15% si passi a classi catastali più alte o ci sia una rivalutazione delle rendite catastali. Non c’è da tassare nulla di quello che già è emerso e dichiarato”.

di: Gloria Sabatini @ 09:26


Ott 10 2024

Zelensky a Roma, bilaterale con Meloni: “Pronti ad aiutarvi fino a quando servirà” (video)

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato a villa Pamphili, a Roma, per l’incontro con il premier Giorgia Meloni, presso il ‘Casino del bel respiro’. Ad accoglierlo i granatieri di Sardegna e la banda dei carabinieri che hanno suonato gli inni nazionali di Italia e Ucraina. Tra Meloni e Zelensky un cordiale abbraccio. Il leader ucraino è impegnato in questi giorni in un tour delle capitali europee per presentare il suo “Piano per la vittoria”.

Prima di arrivare a Roma, oggi Zelensky è stato ricevuto a Londra dal premier britannico Keir Starmer, presente anche il segretario generale della Nato Mark Rutte, e poi a Parigi dal presidente francese Emmanuel Macron.Il leader di Kiev sta facendo un tour nelle capitali europee. Oggi è stato a Londra e Berlino, mentre domani mattina, venerdì 11 ottobre è atteso in Vaticano da Papa Francesco. Nella zona del Gianicolo, sono state attivate misure di sicurezza di livello massimo.

I colloqui hanno permesso uno scambio sulla situazione sul terreno e sulle più immediate necessità ucraine in ambito militare, finanziario, umanitario, nonché sulle prossime iniziative diplomatiche e sul percorso per mettere fine al conflitto. Il Presidente del Consiglio ha ribadito il sostegno dell’Italia, anche in qualità di Presidenza del G7, alla legittima difesa dell’Ucraina e al popolo ucraino. Un sostegno a 360 gradi, che proseguirà sia sul piano bilaterale che su quello multilaterale, per mettere Kiev nelle migliori condizioni possibili per costruire una pace giusta e duratura. L’Italia continuerà a fare la sua parte anche nella futura ricostruzione dell’Ucraina e a questo riguardo il Presidente del Consiglio ha annunciato le date della prossima Ukraine Recovery Conference, che si terrà il 10 e 11 luglio 2025 a Roma.

 

di: Antonella Ambrosioni @ 21:57


Ott 10 2024

Persino Bertinotti boccia la pagliacciata di Salis e “Bella ciao” a Strasburgo: Gelo a “Tagadà” (video)

La stroncatura che non ti aspetti di Ilaria Salis e del coretto “Bella ciao” durante la plenaria di Strasburgo contro Orban arriva da Fausto Bertinotti. Nel corso della trasmissione Tagadà in onda su La7 non deve avere fatto molto piacere la posizione dell’ex presidentente della Camera, comunista doc. Al leader e riferimento della sinistra comunista per decenni, la trovata di The Left (il gruppo di Ilaria Salis, Carola Rackete, Mimmo Lucano) appoggiata in parte anche di Verdi e Socialisti&Democratici, non è piaciuta. La pagliacciata era stata inscenata contro il discorso di Viktor Orban per illustrare il programma della presidenza ungherese dell’Unione europea. La presidente del Parlamento, Roberta Metsola, ha richiamato l’aula all’ordine commentando: “Questo non è l’Eurovision”. C hi avrebbe mai pensato che a criticare il siparietto della sinistra sarebbe stato non un esponente del centrodestra, ma Bertinotti?

Bertinotti boccia la paglicciata di Salis a Strasburgo con Bella ciao

Certo non lo immaginava Tiziana Panella, la conduttrice, rimasta oltremodo spiazzata. Ospite della puntata di giovedì 10 ottobre di Tagadà, Bertinotti ha spiegato in modo chiaro (Qui il video):  “C’era una ragione e la rispetto ma non è la mia ragione“. Perché? “Canto Bella ciao solo insieme alla mia gente – argomenta Bertinotti – : sulle strade e nelle piazze, in una manifestazione politica con la mia gente. Ma è un canto che secondo me richiede una partecipazione, o una co-partecipazione”. Insomma, Bella ciao “è un canto che è diventato di popolo, io non la userei come strumento di lotta“. Sarebbe stato meglio se Salis e compagni avessero preferito “un’invettiva esplicita contro Orban,  e persino contro l’inesistenza politica del Parlamento Europeo”, chiosa l’ex capo di Rifondazione comunista.

Insomma, la performance non è piaciuta neppure a lui. Di seguito, dà un altro dispiacere alla conduttrice che gli chiede:”Orban è una minaccia per l’Europa?”. Credeva di fare un gol a porta vuota, ma anche in questo caso Bertinotti spiazza la giornalista: “La minaccia per l’Europa sono tutti i populismi di cui Orban è una manifestazione. Il punto è che l’altra minaccia è costituita dalla tecnocrazia che la governa e la allontana dal popolo”. Mettendo, dal suo punto di vista, Orban e tecnocrati sullo stesso piano?, chiede Panella. “Temo di sì”.

 

di: Antonella Ambrosioni @ 20:33


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