Ago 12 2024

“Attacco a Israele entro poche ore”. I leader di Italia, Usa, Gb e Francia: “L’Iran faccia un passo indietro”

L’ “ora X” si avvicina. L’attacco dell’Iran in risposta all’assassinio a Teheran del capo politico di Hamas, Ismail Hanyeh, viene dato pressoché per certo da tutte le cancellerie occidentali e potrebbe avvenire già nelle prossime 24 ore. Quello si cui si sta facendo pressione nei confronti di Teheran è soprattutto la portata della rappresaglia, viste le conseguenze che potrebbe portare in tutto il Medioriente. Che la situazione sia delicatissima lo dimostra la telefonata effettuata dal presidente americano Joe Biden con Meloni, Starmer, Scholz e Macron (leader di Italia, Regno Unito, Germania e Francia).

La nota congiunta per dissuadere l’Iran

“Abbiamo esortato l’Iran a lasciar cadere le sue minacce di un attacco militare contro Israele e abbiamo parlato delle gravi conseguenze per la sicurezza regionale nel caso in cui tale attacco dovesse avere luogo”. È quanto si legge in una dichiarazione congiunta di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Italia diffusa dalla Casa Bianca.

La nota firmata da Meloni, Biden, Starmer, Macron, Scholz

“Abbiamo espresso il nostro sostegno alla difesa di Israele contro l’aggressione iraniana e gli attacchi di gruppi terroristici sostenuti dall’Iran”, si legge nella dichiarazione in cui i leader di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Italia, dopo aver parlato della situazione in Medio Oriente, esprimono “pieno sostegno agli sforzi in atto per la de-escalation delle tensioni e per raggiungere un accordo per un cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi a Gaza”. “Abbiamo sostenuto l’appello congiunto del presidente Biden, del presidente egiziano Al-Sisi e dell’emiro del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani a riprendere i colloqui nel corso della settimana con l’obiettivo di concludere l’accordo il prima possibile e sottolineato che non c’è altro tempo da perdere – si legge – Tutte le parti devono assumersi le proprie responsabilità. E’ necessaria la consegna e la distribuzione di aiuti senza restrizioni”.

 

di: Valter @ 20:48


Ago 12 2024

Miccichè lascia Forza Italia e passa con Lombardo: “Non è più il partito di Berlusconi”

Gianfranco Miccichè, forzista della prima ora in Sicilia, ex commissario regionale azzurro, annuncia il suo addio al partito fondato da Silvio Berlusconi e il suo ingresso nel gruppo all’Ars del Mpa di Raffaele Lombardo. L’ex parlamentare e viceministro, anche eurodeputato e presidente dell’Assemblea regionale, ha motivato la sua scelta con la trasformazione del partito.

Le parole di Miccichè: “Forza Italia non esiste più”

Miccichè ha motivato la sua scelta con parole forti: “Forza Italia rimane il mio riferimento nazionale, ho contribuito a fondarla con Silvio Berlusconi e resterà sempre nel mio Dna. La Forza Italia concepita in Sicilia da Berlusconi non esiste più. Non c’è più traccia di quel partito liberale che per anni ha portato avanti i veri valori democratici. Non mi identifico in un partito che non riesce neanche a discutere dei diritti civili, basti pensare a quello che è accaduto recentemente in consiglio comunale a Palermo”.

Miccichè finora era stato presidente del Gruppo Misto all’Ars.

“L’Mpa di Raffaele Lombardo – dice l’ex viceministro – è la scelta più coerente per chi come me si è speso per la Sicilia e per la sua autonomia. Un accordo netto in un momento cruciale per il futuro dell’autonomia. Porterò avanti con determinazione la linea del gruppo che fa parte della maggioranza di governo con la speranza di poterne migliorare le proposte. Sono certo che se il presidente Berlusconi fosse ancora tra noi avrebbe compreso e incoraggiato questo percorso, vedendolo come una necessità per affrontare le sfide che il nostro territorio deve oggi contrastare”.

Lo scontro con Schifani

Miccichè aveva innescato un conflitto con l’attuale presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, già al momento dell’insediamento e dopo la presidenza Musumeci. Di lì la decisione di lasciare il gruppo consiliare del partito e di passare nel gruppo misto. Una bagarre nata nell’isola all’indomani delle regionali e che oggi ha visto la decisione di Miccichè di lasciare il partito.

di: Mario Campanella @ 19:15


Ago 12 2024

Termini Imerese, vertenza risolta dopo 12 anni. Urso: svolta storica per la Sicilia, salvi i 540 posti di lavoro

L’accordo quadro sull’ex Blutec di Termini Imerese “firmato oggi, tra i commissari straordinari, Inps, Pelligra, le organizzazioni sindacali e la Regione Sicilia, mette in salvo tutti i 540 lavoratori” ed è “una svolta storica per la Sicilia, la conferma che siamo sulla strada giusta per la rinascita industriale del Paese”. Lo comunica il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ringrazia le forze sindacali di aver creduto nella azione del governo.

“Con l’accordo quadro di oggi abbiano inoltre garantito tutti i lavoratori: nessuno resterà indietro. Termini Imerese sara’ un modello di quel che insieme faremo in questa legislatura per riaffermare il ruolo dell’impresa e del lavoro italiano – prosegue il ministro -. Sin dal primo giorno della legislatura ci siamo impegnati tra molti scetticismi e qualche incomprensione, per imprimere una svolta in quello che era considerato il simbolo della crisi industriale del Paese, con oltre 12 anni di cassa integrazione, ma ci siano riusciti anche grazie al supporto del presidente della Regione, Renato Schifani”, aggiunge Urso.

L’accordo su Termini Imerese mette fine a una vertenza durata 12 anni

“Un altro ottimo segnale per la nostra Sicilia che ora puo’ fare affidamento su tre grandi poli di sviluppo industriale: sul petrolchimico di Priolo-Augusta che abbiamo salvaguardato mettendo in sicurezza l’Isab di Priolo; sul grande polo dell’Etna Valley, con gli investimenti di Stmicroeletrronics e di 3Sun dell’Enel, e ora anche su Termini Imerese che ha tutte le condizioni per diventare un polo produttivo logistico e portuale”, conclude Urso. L’intesa prevede l’assunzione da parte di Pelligra di 350 dipendenti, ai quali sara’ garantita la possibilita’ di accedere al piano di riqualificazione e formazione professionale utile per l’attuazione del piano industriale del nuovo investitore. Gli altri 190, rimanendo in capo all’amministrazione straordinaria, potranno beneficiare dell’isopensione a partire dal primo gennaio 2025. “Un momento storico che avrà importanti e positive ricadute per tutto il tessuto economico e sociale del territorio”, commenta il governatore della Sicilia Renato Schifani.

“Dopo 12 anni di attesa, è stato siglato oggi l’accordo che mette la parola fine alla vertenza Termini Imerese”, sottolinea il senatore di Fratelli d’Italia Salvo Pogliese. Per il capogruppo FdI in Commissione Industria di Palazzo Madama, “dopo 12 anni, grazie al governo Meloni, arriva una soluzione a questa crisi, grazie al metodo inaugurato dal ministro Urso di confronto con tutte le parti coinvolte, dalle organizzazioni sindacali e datoriali agli enti locali, e sempre rivolto agli obiettivi di reindustrializzazione e tutela occupazionale e delle produzioni”.

 

Russo e Varchi: “Accordo raggiunto grazie a FdI”

“L’accordo quadro firmato oggi tra sindacati, Inps, commissari e Pelligra ha un duplice, importantissimo risvolto commentano il senatore Raoul Russo, Presidente provinciale di Fratelli d’Italia a Palermo, e Carolina Varchi, deputata nazionale, responsabile di FdI del dipartimento per il Mezzogiorno – si consente la cessione dello stabilimento a Pelligra e si salvaguardano i livelli occupazionali dei lavoratori. Non solo, si rilancia il territorio e la sua vocazione imprenditoriale grazie all’impegno del governo della Regione, con Fratelli d’Italia in prima fila a dipanare i complessi risvolti di un accordo industriale che fungerà da modello per altre situazioni analoghe. La strategia essenziale del nostro partito, infatti, è quella della soluzione dei problemi e del rilancio della produttività reale; la vuota dialettica svestita di ogni proposta concreta non è affar nostro. Sono invece affar nostro il progetto e il dialogo costruttivo, come stiamo già dimostrando su scala nazionale”.

Per Russo e Varchi, “si tratta di un risultato storico intestatosi fin dalle prime battute dal ministro Adolfo Urso e dal governo Meloni”, che “si inserisce in un ragionamento di riqualificazione industriale della Sicilia già all’attenzione dei governi nazionale e regionale e Termini Imerese, in tale contesto, potrà godere degli investimenti previsti nel Piano del fondo di sviluppo e coesione per il progetto dell’Interporto”.

“Grande apprezzamento per l’intesa di oggi che assicura piena salvaguardia occupazionale dei 540 ex lavoratori Blutec di Termini Imerese”, viene espresso dal leader della Cisl Luigi Sbarra. 

 

di: Valter @ 18:57


Ago 12 2024

Slittano i bandi, Roma non avrà i mille taxi in più per il Giubileo. FdI: dietro i proclami di Gualtieri il nulla

Tempi duri per pellegrini e abitanti della Capitale: Roma non avrà i mille taxi in più entro il Giubileo, così come promesso dal sindaco Gualtieri. I conti sono presto fatti e li ha esposti impietosamente Fratelli d’Italia. “Il Giubileo è alle porte e nonostante i ripetuti annunci i bandi per le nuove licenze taxi e Ncc non si vedono anche se pochi giorni fa dal Campidoglio sembrava imminente la pubblicazione di quello per le 1000 licenze taxi. La delibera è già stata approvata in Giunta e la speranza è che fosse tutto già pronto ma siamo arrivati al 12 agosto e del bando non c’è traccia”. Così in una nota Federico Rocca. consigliere capitolino di Fratelli d’Italia.

Taxi: a Roma sarà un Giubileo di passione per i trasporti

”A questo punto mi auguro che non si facciamo sortite agostane mettendo in difficoltà chi vorrebbe partecipare, poiché già la scelta di rilasciarle a titolo oneroso creerà qualche problema a chi potrebbe avere i titoli ma non le condizioni economiche. Dal Campidoglio parlano di rateizzazione del pagamento o di accesso al credito che al momento è solo un’idea ma per questo stanno chiedendo aiuto alla Regione Lazio, ma oramai è così su tutto, una continua richiesta a Regione e Governo anche se le somme che arriveranno dal pagamento delle nuove licenze andrà per l’80% a ristoro degli attuali tassisti e il 20% a Roma Capitale, però i soldi per l’accesso al credito ce li deve mettere qualcun altro, curiosa come idea”.

Federico Rocca: “Gualtieri amministra Roma da 3 anni, non ha giustificazioni”

”Tornando al bando, è ovvio che le procedure per essere espletate hanno bisogno di tempo, ossia pubblicazione, accoglimento delle domande, verifica e tutte le varie prove, senza contare che potrebbero essere dei ricorsi che inevitabilmente allungheranno i tempi, pertanto, di questo passo è facile immaginare che per l’inizio del Giubileo le nuove licenze non saranno operative e quindi non ci saranno più taxi in strada. Questa è la realtà, ben altra cosa rispetto ai proclami e gli annunci del Sindaco Gualtieri. Per gli Ncc invece buio totale, per queste siamo fermi alle notizie di stampa. Dopo quasi 3 anni di governo della città arrivare lunghi per il Giubileo non è minimamente giustificabile, a meno che non ci sia dietro la volontà di renderle operative solo verso marzo/aprile del prossimo anno”.

di: Valter @ 17:47


Ago 12 2024

Montanari si lagna dei rifugiati nel suo Ateneo: “Indecorosi”. Fdi: “Sinistra accogliente lontano da casa propria”

Cortocircuito all’Università per stranieri di Siena. Il rettore pro migranti Montanari, il buonista Montanari, scrive al Comune denunciando l’uso scorretto da parte dei rifugiati pachistani degli spazi messi a disposizione dall’ateneo; e casi spiacevoli di “comportamenti indecorosi” nei confronti di studenti e studentesse. Sui social qualcuno osserva: “Belli i rifugiati per criticare il governo, ma quando ce li hai in casa scopri che non sono tutti angioletti”. E’ accaduto che una lettera firmata dal rettore e uscita sulla Nazione ha fatto cadere la maschera dell’immigrazionismo spinto indossata spesso e volentieri per attaccare il governo in modo virulento.

Si è lamentato  di problemi che l’ateneo sta subendo in seguito all’«utilizzo scorretto da parte dei rifugiati pachistani degli spazi della mensa universitaria messi a disposizione per la loro partecipazione ai corsi di lingua italiana». E ancora che le «problematiche non riguardano solo l’uso improprio dei servizi, ma anche casi spiacevoli di comportamenti indecorosi nei confronti di studenti e studentesse». Infine si chiede aiuto tutte le istituzioni – e qui sta la nota paradossale – in primo luogo al Comune a maggioranza di centrodestra, di fare la propria parte.

Montanari in cortocircuito sui migranti

Un cortocircuito veramente surreale. Montanari ha poi scritto: “Se tali condizioni continueranno a manifestarsi, per l’Ateneo potrebbe essere difficile proseguire nel sostegno ai rifugiati. E il Dsu potrebbe non continuare ad accettarli e terminerebbe, quindi per loro, la possibilità di accedere alla mensa”. Fuori dalle infiocchettature linguistiche vuol significare: accoglienza sì ì, ma non a tutti i costi se gli ospiti non rispettano un minimo di decenza. Insomma, un messaggio non tanto lontano da  coloro che il prof attacca sistemanticamente in seno al governo e non solo. Ricordiamo l‘attacco virulento al Secolo d’Italia.  La questione rimbalzata sui media ha imbarazzato il prof. che ha messo una toppa peggiore del buco, come si suol dire:

La replica di Montanari

“Con uno sforzo economico che trova pochi paragoni se parametrato al bilancio delle istituzioni senesi l’Università per Stranieri di Siena sostiene la possibilità di cenare presso la mensa del DSU a tutti i rifugiati pakistani iscritti ai suoi corsi di lingua italiana: è una precisa scelta politica e cultural, e l’ateneo è intenzionato a continuare”. Ma non senza condizioni. Mancando “i servizi essenziali” che, a detta di Montanari, dovrebbe garantire il Comune, cioè la collettività generale,  il rischio è di dover dire addio ai rifugiati. Evidentemente anche per i buonisti esistono limiti di decenza, nonostante i sermoni che impartiscono.

Marcheschi: “Ipocrisia. ora si rende conto delle difficoltà dell’integrazione”

“Per il rettore dell’Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari, i migranti sono un facile argomento di polemica contro il governo Meloni fino a quando i disagi per la loro presenza non coinvolgono il suo ateneo”,  dichiara il senatore toscano di Fratelli d’Italia, Paolo Marcheschi al sito 9colonne. “Ed ecco che il prode docente, paladino della società multietnica, si lamenta per l’utilizzo degli spazi della mensa universitaria da parte degli studenti pachistani. Rei, a suo dire, non solo dell’utilizzo improprio di questi locali; ma anche di comportamenti irriguardosi nei confronti di studenti e studentesse. Apriti cielo, il rettore si rende finalmente conto delle difficoltà dell’integrazione. Da parte sua una vera e propria ipocrisia. Che però non ci stupisce affatto perché è un comportamento tipico di quella sinistra accogliente purché lontano da casa propria”.

di: Antonella Ambrosioni @ 15:03


Ago 12 2024

Ocse, l’Italia al primo posto nel mondo per aumento del reddito delle famiglie. Meloni: “La strada è quella giusta”

L’Italia cresce come nessuno nel mondo. E a certificarlo stavolta arriva l’Ocse, l’ organizzazione internazionale di studi economici per i paesi membri. Che riconosce alla nostra Nazione un balzo in avanti straordinario rispetto agli altri Paesi, a conferma della bontà dell’azione del governo Meloni.

Reddito reale aumentato del 3,4%

Il reddito reale pro capite delle famiglie nell’Ocse è aumentato dello 0,9% nel primo trimestre del 2024, rispetto allo 0,3% del trimestre precedente, mentre il Pil reale pro capite è cresciuto dello 0,3%. “Tutte le economie del G7 hanno registrato un aumento del reddito reale pro capite delle famiglie nel primo trimestre del 2024. L’Italia ha registrato l’aumento più forte (3,4%), guidato da un aumento dei redditi da lavoro dipendente e dai trasferimenti sociali in natura, invertendo il calo del trimestre precedente.

Ocse: “Usa e Gran Bretagna minore aumento”

Anche la Germania, continua l’Ocse, ha registrato un forte aumento del reddito reale pro capite delle famiglie rispetto al trimestre precedente (1,4% contro 0,1%), in parte guidato da un aumento dei redditi da lavoro dipendente, mentre il Pil reale pro capite è aumentato (0,2%) rispetto al trimestre precedente. trimestre (meno 0,6%). Il Canada ha registrato un aumento del reddito familiare reale pro capite (0,6%), un rimbalzo rispetto al quarto trimestre del 2023 (meno 0,5%), mentre il Pil reale pro capite è diminuito per il quarto trimestre consecutivo (meno 0,2%). La Francia ha registrato una crescita del reddito reale pro capite delle famiglie (0,6%), sostenuta principalmente da un aumento delle prestazioni pensionistiche di base per tenere il passo con l’inflazione. Il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno registrato incrementi più contenuti del reddito reale pro capite delle famiglie (rispettivamente dello 0,3% e dello 0,2%).

Meloni: “Dati straordinari”

“I dati economici del primo trimestre 2024 ci regalano una buona notizia per l’Italia: il reddito reale delle famiglie italiane è cresciuto del 3,4%, segnando l’aumento più forte tra tutte le economie del G7. Questo vuol dire che finalmente i redditi in Italia stanno crescendo più dell’inflazione, dopo anni di perdita di potere d’acquisto delle famiglie”. Lo scrive sui suoi canali social la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Questo risultato, ben superiore alla media Ocse dello 0,9% – prosegue -, è anche frutto delle politiche del Governo che hanno concentrato gran parte delle risorse disponibili al rinnovo dei contratti, ad aumentare le pensioni, a sostenere i salari attraverso il taglio del cuneo contributivo e la riduzione dell’Irpef, e per rafforzare i trasferimenti sociali in natura. C’è ancora moltissimo da fare, ma questi segnali ci dicono che siamo sulla strada giusta. Continuiamo a lavorare con determinazione per un’Italia sempre più giusta e prospera”, scrive la premier.

FdI: “Uno schiaffo alla sinistra”

“Il maggior merito del Governo Meloni è stato senza dubbio quello di cancellare le scellerate politiche di sperpero di denaro pubblico lasciate in eredità dalla sinistra, dai sussidi a pioggia ai bonus di ogni tipo. In pochissimo tempo Giorgia Meloni è riuscita a rimettere l’Italia nella rotta della crescita economia, i dati Ocse che certificano un aumento del reddito reale delle famiglie italiane del 3,4% nel primo trimestre 2024, quando la media Ocse si attesta allo 0,9%, sono l’ennesimo schiaffo alla sinistra e la dimostrazione che senza le loro follie economiche l’Italia può farcela. La serietà porta risultati, il marchettificio elettorale solo buffi e fallimenti, la strada da fare è ancora molto lunga ma procediamo spediti nella giusta direzione”. Lo dichiara il deputato di Fratelli d’Italia Francesco Filini, responsabile del programma di FdI.

Per Tommaso Foti, capogruppo alla Camera, si tratta di “una bella notizia che arriva con il ferragosto alle porte e fa ben sperare che quest’anno più italiani possano concedersi qualche giorno di meritata vacanza con le proprie famiglie. Soddisfa il fatto che questo dato sia il migliore dell’area dei paesi del G7 ma, soprattutto, che a trainare siano stati l’aumento delle retribuzioni dei dipendenti e dei trasferimenti sociali in natura. Se gli italiani stanno meglio significa che il Governo Meloni sta facendo un buon lavoro ed è questa la soddisfazione più grande per chi si onora di servire le istituzioni”.

Procaccini: “Ma non dovevamo distruggere l’Italia?”

“Siamo i primi nei Paesi Ocse come aumento del reddito delle famiglie, di quasi cinque volte rispetto alla media. Siamo davanti a Germania e Francia come crescita del Pil, meno di loro come inflazione e abbiamo il Mezzogiorno che registra un aumento dell’occupazione mai visto prima. Non c’è male considerando che avremmo dovuto distruggere l’Italia secondo la sinistra “, lo scrive il co-Presidente di ECR ed eurodeputato di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini.

di: Mario Campanella @ 14:26


Ago 12 2024

Rdc, voragine senza fine: si profila un’altro buco da 3 miliardi per colpa dei “geni” grillini

I danni da reddito di cittadinanza non finiscono mai, anzi raddoppiano. Una voragine disastrosa che si ingrossa e inguaia le casse dello Stato.  Si tratta di un nuovo buco da circa 3 miliardi di euro, da sommare ai quasi 2 miliardi in assegni distribuiti a pioggia e non dovuti. Un totale di  5 miliardi che potrebbe crescere ancora. Una iattura grillina. Il rdc assieme al Superbonus ci sta mandando a carte quarantotto. A certificare questo scenario è un documento interno dell’Inps che il quotidiano La Verità riporta. Il combinato disposto di questo documento con gli ultimi accertamenti della Corte dei Conti portano al conto salatissimo di 5 miliardi. L’inchiesta di Giacomo Amadori prende le mosse dalla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 29 luglio scorso. Che “ha bocciato quella parte della norma che stabiliva che i cittadini extracomunitari con meno di dieci anni di residenza in Italia non potevano percepire l’assegno”. E questo apre la porta ai risarcimenti.

Voragine infinita: il rdc presenta un altro conto salato. Inchiesta della “Verità”

La recente sentenza dell’Ue boccia l’ennesimo pasticcio grillino: il requisito della residenza decennale previsto dalla legge italiana sarebbe in contrasto con la direttiva europea. La Corte specifica, inoltre, che l’articolo della direttiva va «letto alla luce dell’articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea». Che è poi questa: «Ogni persona che risieda o si sposti legalmente all’interno dell’Unione ha diritto alle prestazioni di sicurezza sociale e ai benefici sociali; conformemente al diritto dell’Unione e alle legislazioni e prassi nazionali». Uno scherzetto niente male del report “elaborato dalla Direzione studi e ricerche e coordinamento generale statistico attuariale” che potrebbe  costare all’Inps 850 milioni di euro di esborso extra”; nel caso in cui l’Inps fosse chiamato a risarcire coloro che avevano fatto richiesta del rdc e si sono visti negare l’assegno. Circa 50.000 persone.

I geni grillini inguaiano le casse dello Stato. Non se ne esce

Come si arriva, dunque, alle cifre delinate all’inizio?  Si arriverebbe a  3,088 miliardi se si dovesse fornire l’assegno  per i quattro anni in cui è stato in vigore a tutti gli stranieri con meno di dieci anni di residenza in Italia. I quali “astrattamente avrebbero potuto percepire il reddito e non l’hanno richiesto perché scoraggiati dai paletti inseriti nella norma; e ritenuti in contrasto con l’ordinamento comunitario”. La notizia inquientante è che alcuni studi legali, a quanto risulta alla Verità, stanno valutando l’opportunità di intentare una class action contro l’Inps. Siamo ad una voragine di cui non si vede il fondo,  senza precedenti. Con una buo9na dose di pressappochismo: hanno dato il reddito ai furbetti con macchinoni e proprietà immobiliari ma non hanno pagato i cittadini stranieri che, secondo la Corte di giustizia, ne avevano diritto. Che capolavoro…

Rdc ai furbetti e non a chi ne aveva diritto. Si profila una class action lacrime e sangue

L’ultima Relazione dell’Istituto nel 2022  pubblicata un mese fa evidenzia che «la stima dell’indebito aggregato sulle annualità 2019 e 2020 dovrebbe ammontare a circa 900 milioni; cui si aggiungono gli oltre 930 milioni finora accertati per il triennio 2021-2023, di cui risultano, peraltro, piuttosto esigue le percentuali di recupero». Pertanto le erogazioni non dovute ammonterebbero a una cifra superiore a 1,8 miliardi di euro, quasi interamente non recuperati dall’Istituto”. L’inps si è sempre fatto scudo che “la norma di legge non prevedesse espressamente l’obbligo di verificare i requisiti prima di pagare”. Infatti nelle richieste di chiarimento che la Procura della Corte dei conti ha recentemente indirizzato all’Istituto, si fa riferimento proprio a una seduta del Consiglio di amministrazione, presieduto da Tridico. “Dalla quale si ricava che la mancanza dei controlli era frutto di una precisa scelta”. Insomma, prima si paga poi si controlla. Grazie Conte, di quest’ennesima mannaia che incombe sui conti pubblici…

di: Antonella Ambrosioni @ 13:20


Ago 12 2024

Conte al veleno: “Il dna ci impedisce di stare con Renzi. Sa solo ricattare”. Nuovo necrologio per il “campo largo”

L’ex segretario Pd Zingaretti apre a Renzi e scatena l’inferno tra i suoi. Giuseppe Conte grida “Noi con Renzi mai. Ce lo impedisce il nostro dna”. Sfogliando i quotidiani e le notizie di agenzia osserviamo diversi “necrologi” al cosiddetto mai nato “campo largo”. Tutti i leader di opposizione spergiurano di essere impegnati a costruire un’alternativa alla maggioranza di governo, ma poi ognuno si sfila. La tanto sbandierata foto della grande accozzaglia davanti la corte di Cassazione forse andrà esposta sulla lapide del campo largo… A fare da detonatore alla già esplosiva Armata Brancaleone è stato quell’assist fatale di Renzi a Schlein. Ma ben presto ci si è resi conto che la vita a sinistra e dintorni  non possiede il fair play di una partita di pallone.

Conte: Renzi ricattatore inaffidabile

Addirittura Giuseppe Conte, intervistago dalla Stampa, adduce motivi genetici per non potere accettare una coalizione aperta al senatore di Italia Viva. “Il nostro dna ci spinge a costruire questo progetto con la massima lealtà e spirito autenticamente unitario. Proprio per questo sarà impossibile offrire spazio a chi, negli anni, non ha mai mostrato vocazione unitaria: ma solo capacità demolitoria e ricattatoria”. E aggiunge:  “E non è una questione personale. Non mi posso fidare -aggiunge l’ex premier- di chi da tempo più che politica fa affari in giro per il mondo. La somma aritmetica poi non funziona: persone così invise portano qualche voto e ne tolgono molti di più”. Con chi voglia fare una coalizione per battere il centrodestra non è dato sapere. Neanche quando gli ricordano il magrissimo risultato delle Europee. A proposito delle quali glissa con imbarazzo riguardoa alla leadership di questo progetto alternativo, di cui per ora Elly Schlein ha il pallino in mano. «L’avevo detto in tempi non sospetti: non possono essere le Europee a determinare la leadership. C’è tempo per parlarne».

Zingretti apre a Renzi e scatena un vespaio

E se non ora, quando sarà il tempo per parlarne. A novembre bsi profila un’election day per Liguria, Umbria ed Emilia Romagna, il tempo fugge… Cambiando campo, andiamo al Pd dove Nicola Zingaretti afferna che sia un “dovere” aprire a Renzi nel centrosinistra. Nonostante ci siano ancora molti i dubbi tra grillini ed esponenti di Avs. Il capodelegazione del Partito Democratico al Parlamento europeo è un paragmatico. «Dopo quello che è accaduto mi pare naturale che ci sia un dibattito e anche una certa diffidenza. Ma il punto per lui non può che essere un altro: «Proporre un’alternativa non è più solo un obiettivo politico, ma un dovere democratico». Tuttavia la sua apertura ha trovato a dire poco freddezza Nel Pd, l’ipotesi di un ritorno di Renzi “in famiglia” è stata presa  malissimo dalla vecchia guardia (D’Alema e Bersani in primis). Il leader di Azione Calenda non fa altro che mettere paletti alla sua  adesione al campo largo.

I paletti di Calenda. Il campo largo si inabissa

Prende tempo: “Prima le regionali, poi un tavolo per l’intesa”, dice un altro che non ha fretta. Soltanto se ci sarà una reale condivisione su alcuni punti programmatici «sui quali convergere se ne potrà discutere».  Forse più preoccupato che Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Enrico Costa, Giusy Versace approdino in altri lidi. «Che stiano per lasciare Azione sono solo chiacchiere», dice. Soltanto se ci sarà una reale condivisione su alcuni punti programmatici «sui quali convergere se ne potrà discutere». Insomma, gli indizi portano ad una sola constatazione. Il campo largo sta diventando una barzelletta.

 

 

di: Antonella Ambrosioni @ 11:42


Ago 12 2024

Da Parigi un salto di qualità nell’attacco alle donne: Roccella: “Si rischia un nuovo patriarcato”

Dalla sua pagina Facebook, e da un lungo intervento sul sul Giornale la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, sferra un duro attacco alle Olimpiadi di Parigi giunte a conclusione. Quel che rimane di esse,  sottolinea, è che  “hanno segnato un nuovo salto di qualità nell’attacco alle donne”. E fa il punto sulla questione mettendo insieme diversi aspetti andati in scena a Parigi 2024.

Roccella: “A Parigi l’attacco alle donne ha cercato una legittimazione planetaria”

“Nel cuore dell’occidente –  scrive Roccella – un’atleta afghana della squadra dei rifugiati è stata squalificata per aver mostrato la scritta ‘Liberate le donne afghane.  E, a proposito delle polemiche che hanno accompagnato le competizioni di boxe femminile, il presidente del Comitato Olimpico, Thomas Bach, ha affermato che non ci sarebbe un sistema ‘scientificamente solido’ per distinguere uomini e donne. Due facce della stessa medaglia- puntuaqlizza Roccella- che non è certo una medaglia olimpica: ma è quella di un nuovo patriarcato che attacca le donne colpendole nell’identità. Cioè non riconoscendo la realtà del corpo sessuato”.

“Proprio sul corpo delle donne si esercita l’oppressione più feroce”

Fa notare la ministra che “proprio sul corpo delle donne in tante parti del mondo, come in Afghanistan, si esercita l’oppressione più feroce”. “E’ per il loro corpo che le donne vengono private dei diritti e delle libertà fondamentali. Mettere in discussione il binarismo sessuale rischia di essere un potente avallo a tutto ciò”. Perché bisopgna avere il coraggio di portare il discorso ai suopi effetti più immediati. “Supponiamo che a questo punto, per coerenza, dalle prossime Olimpiadi il Cio scioglierà la squadra dei rifugiati; che dopo la squalifica dell’atleta afghana rischia di diventare un esercizio di ipocrisia. E, soprattutto, abolirà la distinzione tra gare maschili e gare femminili, unificando le competizioni in un unico genere ‘neutro’. Perché se si nega la possibilità di distinguere ‘scientificamente’ i maschi dalle femmine, è evidente che le categorie maschili e femminili, e con esse le gare sportive per le donne, perdono totalmente di senso”.

Roccella: “Pericolose forme di nuovo patriarcato”

Ribadisce che le due questioni chiamano in causa “pericolose e sottili forme di un nuovo patriarcato. Che in nome di una «inclusività» divisiva vuole cancellare le faticose conquiste delle donne. Sia nel caso dell’afghana sia in quello dell’assegnazione degli atleti alle competizioni dell’uno o dell’altro genere, si tratta di un attacco alla identità femminile: non riconoscendo la realtà del corpo sessuato. È un attacco che in queste Olimpiadi ha compiuto un salto di qualità e cercato una legittimazione planetaria”, scrive Roccella.

 

di: Antonella Ambrosioni @ 10:22


Ago 12 2024

Sinistra indecorosa, strumentalizza Egonu e Sylla per rilanciare lo Ius soli e attaccare il governo

Altro stile. Il governo italiano elogia i sucessi sportivi, esulta per la squadra Italia (“Orgogliosi di voi”, scrive dai social Giorgia Meloni). A sinistra trasformano la vittoria straordinaria delle azzurre del Volley in un manifesto politico per rilanciare lo Ius Soli. Il peggiore è Riccardo Magi di +Europa: “Queste ragazze sono lo stimolo a cambiare la legge sulla cittadinanza”. Il successo straordinario delle nostre ragazze viene utilizzato come un clava in chiave propagandistica antigovernativa. Il fatto sportivo a sinistra serve per arruolare il volto gioioso delle nostre atlete Paola  Egonu e Myriam Sylla a una causa tutta politica. A scorrere i commenti social sembra che la medaglia d’oro l’abbiano vinta loro (Capezzone docet). Per Angelo Bonelli di Avs, ha vinto l’«Italia multietnica». Incapaci di godere della vittoria prestigiosa, pensano tutti al generale Vannacci, bersaglio preferito di un campo –  unica volta –  largo. Deputati, senatori, commentatori di area progressista rivendicano la vittoria dell’Italia «dell’integrazione». Salvo andare su tutte le furie se a farlo e a scriverso è Bruno Vespa.

Magi, Zampa e Ruotolo i peggiori: le azzurre del Volley diventano un manifesto politico

Bisogna dare atto alla segretaria del Pd Elly Schlein di essere stata la più sobria tra i suoi.  “Che 3-0, che Italia, che oro. Immense!”, ha twittato. Per il restom nel suo partito, commenti imbarazzanti, da dimenticare.  «Ehi Vannacci… hai visto? La Egonu sembrava così italiana mentre cantava l’inno di Mameli! Non sarà che è italiana davvero…? Impara ammesso che per te sia possibile», scrive Sandra Zampa, senatrice del Pd. Le fa eco Sandro Ruotolo, europarlamentare dem. Che ammette che sì, farà pure «un torto alle altre», ma «pensando ai nostri “patrioti”» non esita e pubblica la foto di Egonu «orgoglio d’Italia». Insomma, lo sport usato contro qualcun altro, quasi a dispetto. Quale strano spirito sportivo anima i dem…

Dopo gli odiatori rossi la sinistra dà il peggio di sé

Bonelli non è il sole dall’ultrasinistra a circoscrivere il successo di squadra al proprio orticello personale, tirando le atlete italiane qua e là a seconda della propria agenda politica. Lo fa Leoluca Orlando, europarlamentare di Alleanza Verdi Sinistra. “Grande ammirazione per le azzurre. Grande orgoglio per la determinante presenza in squadra di Myriam Sylla, nata a Palermo, città che ha accolto la sua famiglia ivoriana”. Sandro Gozi, europarlamentare di Renew, abbastanza squallidamente pubblica una foto di Egonu che schiaccia per lodare «una squadra con talento, unità e diversità. La più bella rappresentazione dell’Italia che vogliamo! E senza dubbio la più bella risposta a chi diceva di non sentirsi “rappresentato” da alcune nostre atlete». Se la politica non dà il buon esempio, altrettanto se non peggio fanno molti commentatori. Si accoda anche la senatrice Sbrollini di Italia Viva: “La straordinaria vittoria della multietnica Italvolley femminile ai giochi di Parigi dimostra la necessità assoluta di cambiare la legislazione sulla cittadinanza. A cominciare dallo Ius soli sportivo, non più differibile”.

“Vannacci suca”

Gad Lerner esplicita il messaggio di Gozi senza neppure soffermarsi sul risultato sportivo. Pubblica una foto di Vannacci e una di Egonu scricendo: «L’Italia di ieri, l’Italia di domani». Federico Fubini, editorialista del Corriere della sera scrive;  «Medaglia d’oro di Italvolley dedicata a Vannacci». Maurizio Crosetti di Repubblica, invece, posta durante il match: «Ogni schiacciata di Egonu direttamente nel salotto di quel cretino». Il cattivo gusto, la mancanza di stile, l’utilizzo dello sport per le proprie avversioni politiche le riassume Luca Bottura, firma della Stampa: «Un pacato commento tecnico: Vannacci suca». Che dire?

 

di: Antonella Ambrosioni @ 09:28


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