Apr 08 2024

Scandali rossi: si dimette Gallo jr in Piemonte. Il Pd annuncia un “codice etico” per i candidati

Nuova tegola sul Partito democratico. Dopo il “caso Bari” che ha portato allo strappo tra Giuseppe Conte ed Elly Schlein, in Piemonte si è dimesso domenica sera il capogruppo regionale Pd, Raffaelle Gallo, figlio di Salvatore “Sasà” Gallo, ex manager di Sitaf indagato per estorsione, peculato e violazione della normativa elettorale. Gallo jr lascia il suo incarico in Consiglio regionale e ritira la propria candidatura per le elezioni di giugno.

“In merito all’indagine Echidna della Dda di Torino sottolineo con forza la mia totale estraneità a comportamenti e fatti anche solo lontanamente assimilabili a vicinanza all’Ndrangheta”, dice in una nota il capogruppo regionale del Pd in Piemonte Raffaele Gallo.

Le intercettazioni sui rapporti con le cosche e la presa di distanza di Gallo jr

“In merito al secondo filone di indagine non legato a rapporti con l’Ndrangheta – prosegue Gallo jr – che coinvolge su alcuni fatti mio padre Salvatore Gallo, sono fiducioso che lui potrà chiarire tutti gli aspetti contestati dagli inquirenti in tempi rapidi. Riguardo al dibattito sulla mia candidatura e sulla mia figura, a cui ho assistito in questi giorni, ribadisco di aver sempre cercato di svolgere la mia attività al meglio e per il bene del Piemonte, lavorando sui temi con proposte e idee, studiando e approfondendo, con la massima onestà e trasparenza. Oggi però, a tutela dei miei figli e di mia moglie e con senso di responsabilità e rispetto verso il Partito democratico, ritiro la mia candidatura per le elezioni di giugno”.

Alcuni quotidiani hanno pubblicato stralci delle intercettazioni dell’inchiesta Echidna, che ha svelato gli interessi della ‘ndrangheta sull’autostrada Torino-Bardonecchia in cui ‘Sasà’ Gallo, ex manager di Sitaf è indagato per estorsione, peculato e violazione della normativa elettorale. Raffaele, è spiegato, esulta al telefono con il padre per la nomina di una donna al consiglio di amministrazione della fondazione Film Commission di Torino. Si tratta, secondo Repubblica, della nuora di un noto industriale cittadino che “fa parte della ragnatela di favori e consenso costruita dai Gallo”.

Il Pd prepara un'”autocertificazione di onestà” per i candidati

Intanto, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, il Pd fa sapere di avere già in cantiere delle contromisure contro questi ‘casi’ che lo mettono a dura prova e che vedono tra i protagonisti “perlopiù esponenti politici transitati dalla destra”. Contromisure che potrebbero partire dalla Campania. Qui, infatti, il senatore Dem e Commissario regionale del partito, Antonio Misiani, ha messo a punto, insieme ai segretari provinciali, un nuovo ‘Codice di autoregolamentazione’ per i candidati che “potrebbe benissimo essere esteso ovunque”, adattato ad ogni realtà regionale e comunale. E che verrà ufficializzato per la prima volta nelle prossime ore in una riunione di partito campano. Si tratta di un pacchetto di misure che inchioda il candidato all’obbligo di trasparenza e moralità. Obbligo che, teoricamente, c’era anche prima. Ma evidentemente nel Pd ritengano vada messo nero su bianco.

di: Valter @ 08:11


Apr 08 2024

Milano, tutti pazzi per “Billy Elliot”: 150 ragazzi portano il musical in piazza. L’applauso della folla è incontenibile (video)

Un palcoscenico allestito in Piazza Duomo, a Milano, per dare vita ad un flash mob dedicato a Billy Elliot, il protagonista dell’omonimo musical.

Il ballo in piazza di 150 ragazzi

Oltre 150 ragazzi, bambini e adolescenti hanno danzato sulle note del “Lago dei Cigni” insieme al cast dello show, in scena fino al prossimo 14 aprile al Sistina Chapiteau. La magia dell’esibizione è continuata in piazza San Babila, tra la sorpresa e gli applausi dei passanti, conquistati dai giovani ballerini, in un’atmosfera di grande energia.

Piparo porta a Milano il musical “Billy Elliot”

“Un inno alla danza da parte degli adolescenti che nella storia di Billy Elliot vedono il loro sogno riflesso, uno spettacolo che fa veramente bene a chi ama l’arte e la danza. Billy Elliot è una storia di coraggio, volontà, leggerezza, che tra ironia e commozione incanta il pubblico di ogni età”, ha spiegato Massimo Romeo Piparo, regista e autore dell’adattamento italiano, che vede tra i protagonisti Giulio Scarpati e Rossella Brescia. L’happening è poi proseguito nell’antistante Spazio Lenovo dove si è svolto il Meet&Greet dello spettacolo con il cast al completo. Il personaggio di Billy Elliot, reso celebre dall’omonimo film del 2000, è ispirato alla storia vera del ballerino Philip Mosley.

di: Annamaria @ 08:00


Apr 07 2024

Prato, esponente di FdI filma le zone franche dello spaccio: minacciato col coltello da due magrebini

“A nome del gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, esprimo piena solidarietà e vicinanza a Claudio Belgiorno, capogruppo FdI in consiglio comunale a Prato, minacciato con un coltello, in pieno giorno, da due magrebini che gli hanno impedito di filmare lo stato di illegalità, legato allo spaccio di droga, che interessa la frazione di Galciana. Nel condannare duramente questa azione criminale, sulla quale ci auguriamo che le forze dell’ordine facciano piena luce per consegnare nel minor tempo possibile questi violenti alla giustizia, è intollerabile che vi siano delle zone franche – spesso conosciute dalle amministrazioni locali e tollerate – nelle quali i tanti cittadini per bene che le abitano devo giornalmente sottostare a scene di criminalità, degrado e impunità. La sicurezza è un diritto che spetta a tutti gli italiani e per questo il governo Meloni proseguirà nell’opera già avviata di bonifica di queste sacche di criminalità, facendo sentire forte la presenza dello Stato”. Così, in una nota, Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.

La ricostruzione della vicenda è stata pubblicata dallo stesso esponente Belgiorno, in un post sulla sua pagina Facebook.

 

 

“Chiamato a Galiciana per un sopralluogo dai residenti mi sono recato a visionare una palazzina in via Matteo degli Organi, diventato ormai da anni luogo di spaccio – scrive il capogruppo di FdI –  Durante il sopralluogo alle ore 18 circa (presenti con me 7 persone) arrivano da lungo l’argine del Vella (lato ciclabile), due ragazzi magrebini incappucciati”.

“I due giovani – racconta il capogruppo di FdI a Prato – si avvicinano prima urlando e minacciando e poi tutto ad un tratto tirare fuori un coltello a serramanico in quanto pensavano di essere stati ripresi dal mio cellulare. Con il coltello puntato mi chiedono di visionare il mio cellulare finché non me lo levano di mano per vedere se avevo fatto un video, i due ragazzi erano sempre più nervosi e i residenti con me increduli e terrorizzati di quello che stava accadendo. Per fortuna dopo sono scappati imprecando e urlando con tutti noi.
Dopo poco è intervenuta la Polizia di Stato che ringrazio, siamo andati insieme a cercarli ma purtroppo si erano volatilizzati.
Tutto questo per dirvi che non è possibile che di pomeriggio ci siano spacciatori armati in giro per il paese e che esistono zone della città considerate di proprietà di spacciatori pronti ad accoltellarli per difendere i loro interessi. Tornerò dai residenti di Galciana e di Via Matteo degli Organi. Il mio impegno non si ferma davanti a un coltello”.

di: Valter @ 18:40


Apr 07 2024

La mamma dei gretini è sempre incinta: blitz a Firenze davanti al David di Michelangelo

Ennesimo delirante blitz degli attivisti di Ultima Generazione alla Galleria dell’Accademia di Firenze: i gretini stavolta hanno protestato e chiedere l’approvazione di un “fondo anti calamità naturali” durante l’ora d punta delle visite dei turisti.

Quattro giovani, intorno alle 12,15 di domenica mattina, nella sala del museo in cui è esposto il David di Michelangelo, si sono seduti sul pavimento sotto la statua e poi hanno srotolato uno striscione con la scritta ‘Fondo Riparazione’. Un visitatore straniero si è seduto assieme a loro sul pavimento durante la breve azione dimostrativa. Due degli attivisti si sono incatenati alla ringhiera protettiva messa a protezione del David.

Il blitz è stato interrotto dopo pochi minuti dall’arrivo dei carabinieri dells stazione Uffizi. Il museo è stato chiuso per permettere l’identificazione dei cinque partecipati al blitz e subito dopo riaperto ai visitatori: la loro posizione è al vaglio degli inquirenti che dovranno valutare eventuali profili penali della protesta.

Ultima generazione, i gretini colpiscono ancora

“Il coraggio del giovane David contro il Gigante Golia, rappresenta il potere che ogni persona ha di poter contrastare le ingiustizie del potere e dei potenti”, hanno detto gli attivisti. Dentro la Galleria dell’Accademia, altre quattro aderenti a Ultima Generazione hanno fatto partire da una cassa acustica portatile la “Canzone del Maggio” di Fabrizio De André ed hanno distribuito volantini sull’alluvione di Campi Bisenzio (Firenze) del novembre scorso. Il brano [premium level=”1″teaser=”yes” message=””Per continuare a legge l’articolo=]
ha accompagnato un appello per partecipare in massa alle azioni del 11 e 25 maggio a Roma.

Tra i militanti gretini spiccano le deliranti frasi di Emma, 24 anni: “David aveva paura di combattere contro il gigante ma non si è arreso. Anche noi possiamo sentirci così davanti a tutte le ingiustizie del mondo. Ci possiamo sentire piccoli, esattamente come si sarà sentito David. Però abbiamo l’intelligenza, abbiamo la forza. La nostra unione è la nostra fionda. Anche noi possiamo sconfiggere il gigante, dobbiamo essere come Davide. Ci vediamo a Roma l’11 e 25 maggio. Maggio ha bisogno del vostro coraggio!”. Un messaggio allucinante, come le campagne dei gretini di Ultima generazione.

L’ultima bravata degli eco-vandali di Ultima Generazione risale a meno di 24 ore orsono. Alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, 6 gretini, tra ragazze e ragazzi si sono cosparsi le mani di colla e poi si sono attaccati sotto al quadro di Francesco Guardi «Il bacino di San Marco con l’isola di San Giorgio e la Giudecca», sottolineando come i danni della crisi climatica si ripercuotano in primis su Venezia, città fragile già di per sé».

Gli eco-vandali hanno colpito 24 ore prima a Venezia

«Il Mose terrà fino a 60 cm di aumento del livello del mare, e poi?», hanno chiesto i giovani, srotolando un cartello con una data: 2044. Data che, secondo gli attivisti, sarà un ultimatum: che succederà dopo? La crisi climatica permetterà la sopravvivenza delle persone? E che vita sarà? I loro ecocatrastrofismi non finiscono mai.  Le proteste ambientaliste reclamate in questa modalità ha stancato l’opinione pubblica al punto da avere reso molte persone insensibili e insofferenti anche ad alcuni aspetti che gli attivisti pongono all’attenzione. La loro tracotanza non conosce fine.[/premium]

di: Valter @ 17:42


Apr 07 2024

“Due eroi silenziosi”: l’Italia piange i carabinieri Pastore e Ferraro, morti nell’incidente a Campagna

Due giovani carabinieri sono morti, il maresciallo Francesco Pastore, 25 anni, e l’appuntato scelto Francesco Ferraro, 27 anni, e altre quattro persone sono rimaste ferite nell’incidente stradale avvenuto sabato notte lungo la strada statale 91, a Campagna, in provincia di Salerno. Per estrarre dalle lamiere i due corpi ormai senza vita dei carabinieri è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco.

In queste ore si susseguono i messaggi di cordoglio delle massime cariche dello Stato. “Profondo cordoglio per la tragica scomparsa di due carabinieri in un incidente stradale a Campagna, in provincia di Salerno. Le nostre più sentite condoglianze alle famiglie, ai colleghi e la nostra vicinanza alle persone rimaste ferite”. Lo scrive su X il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha “espresso all’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Capo di Stato Maggiore della Difesa e al Generale di Corpo d’Armata Teo Luzi, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, le più sentite condoglianze. Tutta la Difesa – ha proseguito il ministro Crosetto – si stringe idealmente ai familiari e agli affetti più cari del maresciallo Francesco Pastore e del carabiniere Francesco Ferraro”.

Pastore era originario di Manfredonia, Ferraro di Montesano Salentino

“Desidero esprimere ai loro familiari e all’Arma il mio sincero e profondo cordoglio e alle persone rimaste ferite gli auguri di pronta guarigione”: così il presidente del Senato Ignazio La Russa, mentre il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, nell’esprimere “profondo cordoglio per il tragico incidente stradale”, rivolge “alle famiglie del maresciallo Francesco Pastore e dell’appuntato scelto Domenico Ferraro le più sentite condoglianze e alle persone ferite sinceri auguri di pronta guarigione”.

“Alle famiglie di questi due giovani servitori dello Stato giungano le condoglianze di tutto il gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera e auguri di pronta guarigione al terzo carabiniere rimasto ferito”, dichiara Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. “Alle loro famiglie, agli amici e ai colleghi, vanno le mie condoglianze in questo momento di grande dolore. Alle persone ferite i miei più sinceri auguri di una pronta guarigione”, afferma il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, in una nota.

Il sindaco di Campagna: “Piangiamo due eroi silenziosi”

“Una tragedia ha portato via, nel cuore della notte, due giovani carabinieri del comando di Campagna, il maresciallo Francesco Pastore e l’appuntato scelto Francesco Ferraro. Una vita spesa al servizio dello Stato, a colmare quella sottile linea che separa la civiltà e la legalità dalla barbarie e dalla prepotenza”. Le parole di Biagio Luongo, sindaco di Campagna, la cittadina in provincia di Salerno dove nella notte tra sabato e domenica si è consumato il tragico incidente in cui sono morti due giovani carabinieri, esprimono il cordoglio di una intera comunità. “Piangiamo, oggi, due tra i nostri più cari figli di Campagna, eroi silenziosi ai quali tributiamo il nostro rispettoso e doveroso commiato”.

Secondo una prima ricostruzione, almeno tre auto sono rimaste coinvolte nel tragico incidente che ha visto la morte dei carabinieri Pastore e Ferraro. Un Suv si sarebbe scontrato frontalmente con l’auto di servizio dell’Arma, impattando contro una terza vettura. Nel terribile incidente sono rimasti feriti la 31enne alla guida del suv, una passeggera 18enne e il 75enne alla guida della terza automobile, ricoverati agli ospedali di Battipaglia e Oliveto Citra. In prognosi riservata il terzo carabiniere, ricoverato all’ospedale di Eboli. In corso la ricostruzione esatta della dinamica dell’incidente. I funerali dei due carabinieri si terranno in Puglia, regione di cui entrambi erano originari. Pastore era di Manfredonia (Foggia) mentre Ferraro era nato a Montesano Salentino (Lecce).

di: Valter @ 16:35


Apr 06 2024

Non c’è più religione (perché mancano i prof). Pubblicato il bando del maxi concorso da 6mila posti

Non c’è più religione, ma solo perché mancano i professori: almeno a giudicare dalla infornata poderosa prevista dal bando di concorso appena pubblicato in Gazzetta ufficiale.

Il bando era atteso nel mondo della scuola da oltre 20 anni: il Dpcm autorizza il ministero dell’Istruzione e del Merito ad avviare le procedure concorsuali per la copertura di 6.428 posti di insegnante di religione cattolica, con un aumento significativo rispetto ai 5.116 posti previsti dal precedente decreto del 20 luglio 2021 mai reso attuativo.

La doppia procedura prevede un concorso ordinario (30% dei posti), aperto a tutti i candidati in possesso dei requisiti previsti, e un concorso straordinario (70% dei posti), riservato ai docenti di religione cattolica che hanno già svolto almeno tre annualità di servizio nelle scuole del sistema nazionale di istruzione.

Il nuovo concorso si basa sull’intesa siglata a dicembre 2020 tra il Ministero dell’Istruzione e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Per accedere al concorso, i candidati dovranno possedere la certificazione dell’idoneità diocesana, rilasciata dal Responsabile dell’Ufficio diocesano competente. Sulle procedure concorsuali, il sindacato Anief “le reputa sicuramente positive e continua a chiedere all’amministrazione una particolare valorizzazione dell’esperienza acquisita con l’insegnamento: molti dei colleghi hanno infatti oltre vent’anni di servizio alle spalle e non è accettabile che il servizio svolto non sia adeguatamente valorizzato”.

Come funziona il concorso per insegnante di religione

I concorsi per insegnante di religione cattolica saranno per titoli ed esami.

Per il concorso ordinario è previsto, nello specifico, l’espletamento di una prova orale didattico-metodologica.

Per il bando straordinario, invece, l’intesa tra ministero e Cei del 9 gennaio prevede l’espletamento di una prova scritta e una orale.

Al termine dei concorsi saranno redatte due graduatorie distinte, che andranno a scorrimento nel triennio successivo alla pubblicazione fino all’esaurimento o alla pubblicazione di un nuovo bando di concorso.

Il requisito principale: idoneità diocesana

La prova d’esame per entrambi i concorsi consisterà in una prova orale didattico-metodologica. Non è previsto un punteggio minimo di superamento, e la valutazione finale terrà conto anche dei titoli culturali e professionali dei candidati. La durata massima della prova orale è fissata a 30 minuti.

Il requisito principale per accedere al concorso è il possesso della certificazione dell’idoneità diocesana, come specificato nell’articolo 3, comma 4, della legge 18 luglio 2003, n. 186. Questa certificazione deve essere rilasciata dal Responsabile dell’Ufficio diocesano competente entro novanta giorni dalla presentazione della domanda di concorso.

di: Valter @ 19:26


Apr 06 2024

Barista stuprata a Genova da due immigrati: restano in carcere, le hanno causato lesioni permanenti

Hanno stuprato a Genova una 25enne che faceva la barista e in preda a “istinti brutali e violenti”  le hanno causato anche lesioni permanenti. Per questo i carabinieri hanno arrestato due uomini sudamericani di 47 e 29 anni con l’accusa di stupro di gruppo e lesioni gravissime.

Il giudice Silvia Carpanini ai primi di marzo ha disposto gli arresti domiciliari per i due ma il pubblico ministero Federico Panichi ha impugnato e fatto ricorso. Il Riesame, nel giorni scorsi, ha accolto la richiesta del pm disponendo il carcere perché potrebbero commettere altre violenze e per la gravità del gesto. L’inasprimento non è ancora esecutivo e i difensori dei due, gli avvocati Igor Dante e Pierpaolo Bottino, hanno deciso di impugnare.

La barista di Genova vittima degli abusi bestiali dei due

Questi i fatti, così come riportati da Repubblica: è l’inizio di settembre, quartiere di Sampierdarena a Genova. La giovane barista (25 anni) litiga furiosamente con il proprio fidanzato, venuto a trovarla da fuori città. Lui se ne va via, lei resta da sola e decide di entrare in un bar. Incontra due ragazzi, più o meno coetanei. Prima due chiacchiere, poi bevono insieme. Da quel momento i ricordi si fanno più confusi. Fino al blackout totale.

Il pm di Genova: “Atti di inaudita violenza sulla barista”

La ragazza si risveglia in una casa a Sampierdarena, con la sensazione che sia successo qualcosa di grave. Quattro giorni dopo i dolori sono sempre più forti e decide di andare all’ospedale Galliera dove scatta il protocollo per gli abusi.

Del caso si occupano i carabinieri, ma gli accertamenti sono tutt’altro che facili. La presunta vittima non aveva mai visto prima quelle due persone, e nemmeno dal bar riescono a fornire indicazioni utili per rintracciarli. In più, anche dal punto di vista degli accertamenti “scientifici”, sono passati troppi giorni e rintracciare sostanze stupefacenti come la famigerata “droga dello stupro” è impossibile.

Alla fine decisive sono le immagini delle telecamere installate vicino al locale: si vede un uomo andare e venire, i carabinieri lo identificano, poi scattano interrogatorio e perquisizione. È lui a fornire il nome dell’amico con cui aveva passato la serata.

Hanno agito con istinti brutali

I due vengono identificati e in un primo momento solo denunciati. Nel frattempo, però, la vittima (assistita dall’avvocato Elisabetta Gaibisso) viene sottoposta ad accertamenti medici che stabiliscono come da quella violenza abbia subito lesioni permanenti. Nel frattempo uno dei due aguzzini si presenta sul posto di lavoro della ragazza e la minaccia, cerca di farle ritirare la querela. Il pubblico ministero, una volta ottenuti i risultati medici e i riscontri sull’identità dei due, chiede l’arresto.

“I due hanno agito con istinti brutali – scrive il gip – compiendo atti di inaudita violenza sulla vittima. E potrebbero commettere nuovi comportamenti violenti e incontrollabili. Nonostante la gravità della condotta possono stare ai domiciliari”. Per i giudici del Riesame, invece, il carcere è la misura cautelare più adeguata.

di: Valter @ 18:18


Apr 06 2024

Stazione Termini, Far West senza fine: in metro si massacrano anche tra borseggiatori: “Devi rubare di più”

A Roma – stazione Termini- una donna è stata picchiata a sangue. Le metropolitane delle grandi città sono oramai terra di nessuno, Roma e Milano portabandiera. Ma quel che è accaduto nella Capitale non è più tollerabile. La metro è terreno franco di borseggiatrici che sfidano le forze dell’ordine e i viaggiatori, con la consapevolezza che, se anche venissero fermate, in poche ore sarebbero nuovamente in operatività. Ma ora anche le risse e le violenze tra borseggiatori stanno elevando il livello di invivibilità e di pericolosità. Sul Secolo abbiamo ampiamente trattato il fenomeno. Quanto accaduto a Roma nella serata di venerdì – documentato da  Welcome to favelas – mostra un livello di barbarie che dovrebbe costituire un’emergenza per chi amministra la città. Bruttissime le immagini della donna aggredita e picchiata a sangue, una borseggiatrice massacrata dai suoi capi,  perché ha rubato troppo poco. 

Roma, metro Termini, il solito Far West

Siamo arrivati alle violenze perpetrate tra le stesse bande. La donna sarebbe stata picchiata perché aveva portato troppi pochi soldi. Le immagini dell’aggressione sono particolarmente forti, “lasciano senza fiato”, dichiarano i consiglieri capitolini di Fratelli d’Italia, Federico Rocca e Rachele Mussolini. “Nell’esprimere la totale solidarietà alla povera malcapitata, chiediamo con forza che a Roma, una volta per tutte, venga garantita la legalità soprattutto nelle metropolitane poiché questa situazione è nota a tutti”. ”Non è tollerabile in un Capitale d’Italia. Che, tra le altre cose si prepara a ospitare milioni di pellegrini che arriveranno per il Giubileo. Atac, il Sindaco e le Forze dell’Ordine hanno il dovere di garantire la loro sicurezza. E di non lasciarli in balia di delinquenti seriali che da anni operano indisturbati nelle stazioni centrali delle città”. Avere lasciato terreno libero a storie di ordinaria microcriminalità ha determinato il proliferare di un sistema che fa vittime le stesse ladre.

Durante la confusione, l’obiettivo del telefonino che sta riprendendo la scena riesce a mostrare poco. I ragazzi e le ragazze coprono la donna. La picchiano, viene scaraventata a terra e poi presa a calci. Poi, una volta fuggiti, la ritroviamo a terra. Davanti a lei un altro passeggero cerca di farle aria, stende una mano, come per fermare chi vuole salire. A terra, nel vagone, la donna  agonizzante, sdraiata sul pavimento, che sembra perdere sangue dal naso. Scene indegne di una capitale.

Donne massacrate, borseggiatori padroni

Ma il fenomeno ha conosciuto in poche ore altri episodi analoghi. Appena pochi giorni fa sui social era stato pubblicato un video in cui si vedeva un gruppo di borseggiatrici circondare e minacciare un turista“. Scene indegne di una capitale. E’ invece di venerdi la notizia della sesta condanna per una borseggiatrice che dovrebbe scontare una pena detentiva di 20 anni, ma non è mai stata in carcere a causa di 6 gravidanze consecutive.

 

di: Antonella Ambrosioni @ 15:40


Apr 06 2024

Il Papa “licenzia” in tronco il suo vicario: al posto di De Donatis è pronto il cardinale Lojudice

Papa Francesco ha nominato penitenziere maggiore il cardinale Angelo De Donatis, finora vicario generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma e arciprete della Basilica Papale di San Giovanni in Laterano. De Donatis lascia così l’importante carica di Vicario di Roma.

Al suo posto viene dato in pole position l’attuale cardinale di Siena, Paolo Lojudice, che in queste ore è stato visto dalle parti del Laterano. Romano, 60 anni, già vescovo ausiliare nella Capitale dal 2015 al 2019, nel 2022, era nella terna dei nomi sottoposti a Bergoglio dai vescovi italiani per la presidenza della Cei assieme Raspanti e Zuppi (poi scelto da Papa Francesco).

Tra il Papa e De Donatis rapporti logori da tempo

La nomina a penitenzierie del cardinale De Donatis, nella classica formula latina del “promoveatur ut amoveatur” (promuovere per rimuovere) mette nero su bianco un rapporto ormai logoro tra il papa argentino e il 70enne porporato di origine salentina. De Donatis era stato nominato dal pontefice suo vicario generale per la Diocesi di Roma il 26 maggio 2017, succedendo al cardinale Agostino Vallini dimessosi per raggiunti limiti di età. Una nomina nata durante l’era Becciu, all’epoca numero tre del Vaticano e molto ascoltato dallo stesso Bergoglio.

Il pasticcio delle chiese chiuse durante il Covid

A segnare la crisi nei rapporti tra il Papa e il suo vicario era stata la questione delle chiese chiuse durante la pandemia. Una misura adottata dal cardinale vicario che aveva ricevuto la pubblica sconfessione del Papa all’indomani sull’onda della protesta dei fedeli. A quel punto, con una mossa senza precedenti, il cardinale De Donatis aveva inviato una lettera ai parroci romani spiegando che la decisione era stata adottata insieme allo stesso Papa Bergoglio. Una rivelazione che aveva creato una spaccatura insanabile con il pontefice argentino. Da due anni, infatti, ormai in Vicariato si aspettavano tutti il “licenziamento” del cardinale De Donatis da parte di Bergoglio. “Licenziamento” che è arrivato in queste ore nelle poche algide righe della sala stampa vaticana.

di: Valter @ 15:04


Apr 06 2024

L’anticomunismo di Guareschi sui Rai3: il papà di don Camillo e Peppone raccontato da Sylos Labini (video)

Arriva un anticonformista vero su Rai3. Arriva un anticomunista doc come Giovannino Guareschi tra gli “Inimitabili” proposti da Edoardo Sylos Labini sulla terza rete Rai, domani, domenica 7 aprile alle ore 23,15. E’ stato il bastian contrario della cultura italiana. Grande scrittore, satirico geniale, inventore di modi di dire passati alla storia come “trinariciuti”, “Contrordine compagni”, “Nel segreto dell’urna Dio ti vede, Stalin no”; papà dei mitici Don Camillo e Peppone. Ha sempre goduto e gode tutt’ora di uno straordinario successo popolare: libri venduti a milioni, film con i mitici Fernandel e Gino Cervi che registrano il boom di ascolti ogni volta che Mediaset (che detiene i diritti) manda in onda i film tratti dai suoi libri. Un successo di pubblico a cui ha corrisposto un ostracismo viscerale della critica che pochi altri scrittori hanno subito. La critica corrosiva al comunismo non gli fu mai perdonata.

L’anticomunismo viscerale di Guareschi su Rai3 (domenica 7 aprile, ore 23,15)

Sarà una puntata imperdibile, dopo il successo ottenuto dalla seconda puntata degli Inimitabili  dedicata a FT Marinetti che ha visto incollati davanti alla tv 535mila spettatori: risultato ottimo per una seconda serata). Guareschi verrà raccontato da Sylos Labini, dal figlio dello scrittore, Albertino, che mostrerà il manoscritto originale della “Favola di Natale”, (nella foto), racconto scritto durante la sua prigionia in un lager tedesco . “Fu il primo a denunciare la tragedia delle foibe”, ci ricorda Sylos Labini. Il primo a rendersi conto che intorno all’antifascismo si stava coagulando odio e violenza”. Guareschi con i suoi Don Camillo e Peppone è infatti di insegnamento alla politica di oggi: avversari ma nemici mai.

Sylos Labini cala il terzo “asso”: l’Inimitabile Guareschi

Nel dopoguerra a sinistra fu giudicato  illeggibile ed insignificante, al punto da essere bollato come “tre volte cretino” da Palmiro Togliatti; venendo poi archiviato, nel luglio 1968, in occasione della morte con un titolo infamante sull’Unità: “E’ morto lo scrittore che non era mai sorto”. Negli anni successivi vi fu uno “sdoganamento” soft. Motivo in più, soprattutto per i giovani, per mettersi davanti la tv e capire chi è stato Guareschi, scrittore di straordinaria umanità e sensibilità; magari andando a comprare i suoi libri. Pietra miliare della letteratura italiana, moderno e conservatore, poco approfondito.

L’internamento in un campo di concentramento

Nato nella Bassa parmigiana (precisamente a Fontanelle di Roccabianca) nel 1908, Guareschi si avvia al giornalismo durante il Ventennio. Nonostante il controllo politico sulla stampa riesce a farsi strada come giornalista e soprattutto vignettista satirico, grazie a Cesare Zavattini, che ne riconosce subito le qualità. Diventa così caporedattore de “Il Bertoldo” fino alla sua chiusura, nel 1943, a causa delle bombe angloamericane che distruggono la sede della Rizzoli. Dopo l’8 settembre 1943, richiamato sotto le armi, viene arrestato dai tedeschi e inviato in campo di concentramento. Rifiuta di aderire alla RSI, perché convinto di dover rispettare il suo giuramento alla Corona. Si fa così quasi due anni di prigionia, dove conia il suo celebre motto: “non muoio nemmeno se mi ammazzano”.

Sylos Labini ci conduce alla scoperta del “bastian contrario” della cultura italiana

Ha vissuto appieno una stagione storica drammatica. Al ritorno in Italia sarà il protagonista di una irripetibile stagione di giornalismo di satira – che gli costerà altre denunce e perfino un anno e mezzo di carcere –: ma che soprattutto avrà un ruolo non secondario nell’orientare parte dell’opinione pubblica contro il comunismo. Che sembrava a un passo da conquistare il potere con il voto democratico. Il suo giornale – “Il Candido” – e i suoi romanzi (poi diventati film) con le avventure del prete di campagna Don Camillo gli valgono fama internazionale. Inevitabilmente “contro”, Guareschi è il tenace difensore del “piccolo mondo”: quella Bassa padana rurale, profondamente cattolica, tradizionalista, fatta di passioni politiche violente e di moti di solidarietà altrettanto accorati.

Nella cornice di Brescello, “Città identitaria”

A raccontare questa nuova, imperdibile “vita inimitabile” gli storici Giuseppe Pardini e Giuseppe Parlato. Poi il direttore del Memoriale di Sandbostel – il lager dove Guareschi trascorse gran parte della sua prigionia come IMI – Andreas Ehresmann. E quindi il giornalista Marco Ferrazzoli, che tanti libri ha dedicato al Nostro, e Alberto Guareschi, figlio di Giovannino. Il tutto nella  cornice di Brescello – Città Identitaria – che ha prestato le sue piazze e le sue vie alla trasposizione cinematografica delle avventure di Don Camillo e Peppone, diventando così il simbolo di quell’Italia dei campanili che il Bastian Contrario della Bassa difese fino all’ultimo giorno della sua vita.

di: Antonella Ambrosioni @ 14:27


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