Lug 13 2024

Marco Pantani, la Procura riapre le indagini sul Giro d’Italia del ’99: il doping, i clan e Vallanzasca

Colpo di scena sulla caduta di Marco Pantani. La procura di Trento ha riaperto le indagini su quanto sarebbe accaduto al Giro d’Italia del 1999, quando il “Pirata” era maglia rosa, ma fu squalificato a seguito dei controlli anti-doping che risultarono oltre il limite. Il nuovo fascicolo, affidato alla pm della Dda Patrizia Foiera, riguarda l’ipotesi di un presunto giro di scommesse clandestine legate alla camorra che puntava a evitare la vittoria di Pantani nella classifica finale.

La Procura di Trento riapre le indagini su Pantani e il Giro d’Italia del ’99

Il primo a parlare della vicenda fu Renato Vallanzasca, ieri sentito come persona informata sui fatti, nel carcere milanese di Bollate, dalla stessa pm di Trento. Sul caso il difensore del “Bel Renè” ha preferito non rilasciare dichiarazioni.

I sospetti sulla mano dei clan: sentito Vallanzasca

Secondo quanto emerso, allo stato attuale l’indagine sarebbe iscritta come “modello 44”, dunque non vi sarebbero né indagati né ipotesi di reato. La Procura, però, avrebbe già predisposto almeno una decina di interrogatori. L’ipotesi su cui si lavora sarebbe quella di una “trappola” in relazione ai controlli anti-doping. Si tratta di una tesi perorata dalla famiglia, che continua a chiedere “verità”, e confermata da Vallanzasca e presa seriamente in considerazione dalla Commissione antimafia. La stessa indagine sarebbe stata riaperta dalla Dda di Trento l’anno scorso, anche a seguito degli esiti della Commissione per la quale era opportuno approfondire le “anomalie” della vicenda dell’esclusione di Pantani dal Giro d’Italia di 25 anni.

 

di: Annamaria @ 20:31


Lug 13 2024

Monza, tunisini occupano la casa di un giovane disabile e la trasformano in una centrale di spaccio

Orrore a Monza, dove un ragazzo disabile è stato praticamente sequestrato nella sua abitazione da un gruppo di tunisini che si sono impossessati della sua casa trasformandola in una centrale per lo spaccio di stupefacenti. Poco dopo la mezzanotte di martedì scorso alla centrale operativa della questura di Monza e della Brianza, come riportato da Il Giornale,  è arrivata una chiamata: al telefono un cittadino brianzolo che ha chiesto aiuto agli uomini in divisa, denunciando la presenza dei tunisini all’interno della sua abitazione. Un appello disperato, visto che fino a quel momento non era riuscito a risolvere la questione in altre maniere.

La storia dell’orrore: il ragazzo derubato dalla pensione e privato del cibo

Una storia di fragilità e dipendenza che ha visto un ragazzo disabile vittima di un gruppo di tunisini. Gli extracomunitari hanno sfruttato le sue condizioni fino a impadronirsi della sua vita. Con il passare dei giorni il tutto è degenerato: sono entrati nella sua casa e hanno dato sfogo alla loro cattiveria, sottraendo al ragazzo la pensione di invalidità e addirittura privandolo del cibo. Un quadro non più tollerabile, ma grazie all’intervento della polizia di Stato è arrivata finalmente la parola fine.

Un gruppo di spacciatori senza scrupoli

La ricostruzione delle dinamiche ha portato a galla un contesto che non ammette giustificazione. Quattro persone (tre giovani tunisini e una donna) hanno approfittato della tossicodipendenza della vittima, le hanno venduto la sostanza stupefacente e infine – in virtù di presunti debiti non pagati per la cessione – hanno reso la sua quotidianità un inferno. Di fatto il gruppo si è stabilito nella sua abitazione: qui hanno occultato sostanza stupefacente, utilizzata non solo per il consumo ma anche per la vendita. Insomma, la casa era diventata una sorta di centrale di spaccio con tanto di trattamenti inqualificabili ai danni del ragazzo.

La storia è andata avanti per mesi, per troppo tempo. Così l’uomo si è armato di coraggio e si è rivolto alla polizia per uscire dall’incubo. A quel punto gli agenti si sono messi in contatto con la vittima e hanno stabilito un piano di azione, concordando una modalità per entrare nella casa senza fargli correre alcun pericolo. I poliziotti hanno fatto irruzione nell’appartamento e hanno bloccato i componenti del gruppo. Uno di loro inizialmente si è scagliato contro un uomo in divisa e ha tentato la fuga, mentre un altro ha svuotato diversi involucri contenenti sostanze stupefacenti.

I tunisini finiti in carcere

La polizia ha arrestato i quattro componenti della banda che ora sono in carcere con l’accusa di spaccio di stupefacenti, minacce, sequestro di persona, furto e altri possibili ipotesi di reato che saranno vagliati dal Gip.

di: Mario Campanella @ 19:53


Lug 13 2024

Migranti, la musica è cambiata: la polizia li aspetta fuori dal carcere, subito espulsi

Il giro di vite introdotto dal governo sull’immigrazione si concretizza anche nelle operazioni di polizia per incrementare l’azione di rimpatrio dei migranti irregolari. Specifiche direttive d’intervento sono state emanate dal ministero dell’Interno e indirizzate alle Questure, sollecitando azioni tempestive e puntuali. A Padova, per esempio, lo stesso giorno in cui sono usciti dal carcere due marocchini di 40 e 50 anni hanno trovato ad attenderli gli agenti di polizia che dovevano prelevarli per farli rimpatriare: sono stati espulsi immediatamente.

I due migranti di Padova espulsi non appena usciti dal carcere

I due uomini, destinatari della misura predisposta dal questore di Padova Marco Odorisio, avevano diversi precedenti e condanne a carico. In particolare, il 50enne era arrivato in Italia per lavoro nel 2010 e cinque anni dopo aveva ottenuto un permesso di soggiorno di lungo periodo, salvo che nell’aprile 2018 era stato trovato con 15 chili di cocaina dalla Polstrada di Verona e quindi condannato dalla Corte d’Appello di Trento a 8 anni di reclusione, con conseguente revoca del permesso di soggiorno. Dall’inizio dell’anno salgono così a 22 gli accompagnamenti immediati in frontiera e a 84 i collocamenti di stranieri irregolari nei Cpr disposti dalla Questura di Padova.

L’uomo arrestato a Caserta per aver violato il divieto di reingresso

A Caserta, invece, un 47enne di origine serba è finito in carcere poiché era rientrato in Italia nonostante una precedente espulsione. In particolare, la Polizia di Castel Volturno è intervenuta su richiesta di una donna, che ha segnalato il comportamento aggressivo del proprio compagno, in stato di ebbrezza. L’uomo è stato accompagnato in ufficio, dove, al termine delle procedure di identificazione, è emersa la violazione del divieto di reingresso sul territorio nazionale, in seguito ad una pregressa espulsione giudiziaria, comminata in alternativa alla detenzione. La misura è stata revocata dall’Autorità giudiziaria, che ha ripristinato la detenzione. L’uomo, arrestato e trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, verrà espulso dal territorio nazionale, una volta espiata la pena detentiva.

A Firenze quattro migranti espulsi in cinque giorni

Infine, a Firenze nell’ambito dei servizi mirati predisposti dal questore Maurizio Auriemma in soli 5 giorni sono stati espulsi dal territorio nazionale 4 cittadini stranieri non in regola con gli obblighi sul soggiorno. In linea con le direttive d’intervento finalizzate all’incremento dell’azione di rimpatrio dei cittadini irregolari, fornite dal ministero dell’Interno, nei giorni scorsi in Prefettura, a Firenze, si è tenuta una riunione di coordinamento delle forze di polizia alla quale è seguito un tavolo tecnico in via Zara, il focus: prevenzione e contrasto dell’immigrazione clandestina. Oltre 500 persone sono state identificate dalle Volanti in poche ore, insieme a 50 veicoli fermati e controllati dalla Stazione Santa Maria Novella al Parco delle Cascine con l’ausilio anche della Polizia Scientifica, del Reparto Prevenzione Crimine Toscana e della Polizia Ferroviaria. Le unità cinofile, inoltre, hanno fiutato in totale in zona Porta al Prato oltre 500 grammi di droga, tra marijuana e cocaina.

di: Annamaria @ 18:59


Lug 13 2024

Jasmine Paolini “bellissima” comunque. Lotta, sfiora l’impresa, ma Krejcikova si aggiudica Wimbledon

“Bellissima” comunque, anche nella sconfitta. Grande Jasmine Paolini. Ci ha fatto sognare e ha lottato con onore in questa impresa “bellissima” che l’ha portato ad un passo dal diventare la regina di Wimbledon, prima tennista italiana. Una “perla” che rimarrà comunque negli annali del tennis. Ripetiamo ad oltranza l’aggettivo bellissima, in barba all’idiozia di qualche femminista grottesca che ha salmodiato contro il titolo con il quale la Gazzetta dello Sport aveva salutato il suo ingresso in una finale storica. Un titolo che le vestali del politicamente corretto avevano definito “misogino e inadeguato”, sintomo del rigurgito del patriarcato. Follia allo stato puro. Ebbene, rivendichiamo la valenza di un aggettivo che dice tutto della straordinarietà di un’impresa sportiva. Alla faccia di un femminismo spento e triste.

“Bellissima”: il tristo sfogo delle femministe

Vince Krejcikova. Jasmine Paolini sfiora l’impresa contro la ceca. Ma deve cedere il passo all’avversaria in tre set e poco meno di due ore di gioco. Un incontro al cardiopalma. Partenza in affanno per l’azzurra, che domina invece il secondo set, terzo in buon equilibrio ma alla fine la spunta Krejcikova 6-2 2-6 6-4. La ceca arriva subito al break nel primo game con al servizio Paolini, che capitalizza un solo punto. Krejcikova mantiene invece il suo ed è 0-2 in 6 minuti. Paolini fatica ma rientra in partita e vince il terzo game ai vantaggi nel suo turno di battuta. La ceca si porta sul 3-1 ma ai vantaggi contro una combattiva Paolini. Nuovo break Krejcikova e 1-4, tiene il servizio e si porta sull’1-5 in meno di mezz’ora. Paolini tiene il servizio successivo, 2-5 e mette a segno il primo ace della partita. Krejcikova vince il primo set lasciando a zero Paolini nell’ultimo game, 36 i minuti di gioco.

Jasmine Paolini ha lottato fino all’ultimo

Un incontro combattuto con le unghie  e coi denti. Nel secondo set va in vantaggio Paolini alla battuta ed è 1-0. Il ritmo dell’azzurra si alza e arriva la chance di break, che si verifica ed è 2-0. Poi 3-0 con il servizio tenuto anche se concedendo un controbreak, subito annullato. Krejcikova riesce a tenere ai vantaggi il servizio, 3-1. Arriva l’allungo di Paolini. Che tiene il servizio successivo con una presenza in campo opposta a quella opaca e incerta del primo set, 4-1 d’autorità. Krejcikova resta in partita portandosi sul 4-2 ma aiuta l’avversaria nel game dopo, 5-2. Break Paolini nell’ultimo game e la situazione si ribalta specularmente con il secondo set vinto da dominatrice 6-2.

Il terzo e decisivo set comincia con Paolini che prosegue nella sua nuova forma: un ace al servizio, il suo terzo, e primo game vinto a zero. La ceca si riprende dopo la pausa e tiene anche lei a zero il suo servizio, 1 pari. Ancora avanti Paolini nel terzo game. Krejcikova torna in parità ancora tenendo a zero il servizio. Replica Paolini, anche lei vince a zero: 3-2. Sesto game a Krejcikova che mette a segno anche due ace: 3 pari. Settimo game e due palle break per Krejcikova, un doppio fallo di Paolini rimanda in vantaggio la ceca 3-4. Poi arriva il  3-5 e la ceca vede il titolo. L’azzura tiene il servizio, 4-5 ma alla battuta ora c’è la ceca per chiudere da campionessa 2024. Sul 40 pari vantaggio Krejcikova e match point, annullato ed è Paolini ad avere il vantaggio, poi annullato, ace Krejcikova e vantaggio, ancora un errore della ceca e ancora 40 pari. Terzo match point Krejcikova e titolo. In incontro fantastico.

Meloni: “Orgogliosi di Jasmine Paolini”

“Orgogliosi di Jasmine Paolini. Prima tennista italiana a raggiungere la finale del prestigioso torneo di Wimbledon. Nonostante la sconfitta hai acceso i cuori degli italiani, riuscendo a trasmettere grinta e passione a tutti noi che ti abbiamo sostenuta”. Così su X si esprime la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. E’ vero, Jasmine “bellissima”, grande combattente: ha conquistato il cuore di tutti.

Esiste una normalità della sconfitta che andrebbe maggiormente rispettata, per non aggiungere inutili mostri a quelli di cui già ci circondiamo. L’imbattibilità non esiste, nello sport in generale e nel tennis in particolare”. Sono le parole del grande Adriano Panatta nel corso di un’intervista molto profonda sul Corriere della Sera sul legame tra sport e sconfitta. “Bellissima” è  e  rimane la strada che ha condotta Jasmine Paolini fin qui in  questo 2024 magico per tutto il tennis italiano. Da lunedì sarà numero 5 del ranking WTA.

 

di: Antonella Ambrosioni @ 17:41


Lug 13 2024

Il funerale di Alex Marangon come una festa: musica, fumogeni e tanti colori. E parla il legale dei colombiani

La musica che amava, il suono del tamburo melodico in metallo, i fumogeni accesi dagli amici. Il funerale di Alex Marangon è stato simile a una festa. La cerimonia si è svolta a Macron, il centro del Veneziano in cui viveva il 25enne barman morto dopo un rito sciamanico in circostanze ancora tutte da chiarire.

Il funerale di Alex Marangon come una festa

Parenti e amici si sono ritrovati in una chiesa gremita di persone e colori, che anche nell’abbigliamento hanno preso il sopravvento sul nero. È così che “avrebbe voluto Alex”, hanno detto i genitori, che insieme alla sorella del 25enne hanno ricevuto il sostegno di tanti giovani. Fuori dalla chiesa campeggiava lo striscione “Verità per Alex”.

Il legale dei due colombiani racconta la loro versione

Oggi, dopo 12 giorni in cui si erano resi irreperibili, Johnni Benavides e Sebastian Castillos, i due colombiani presenti al ritiro di appassionati di sciamanesimo tradizionale nell’Abbazia di Santa Bona di Vidor, si sono fatti presenti attraverso il loro avvocato, lo spagnolo spagnolo Òscar Palet Santandreu, per dare la loro versione di ciò che è accaduto la notte del 29 giugno, quando Alex Marangon è scomparso per poi essere trovato morto nel Piave il 2 luglio. Secondo quanto riportato da Repubblica, per i due colombiani Alex sarebbe morto in seguito a una caduta dopo aver lasciato in fretta la cappella dove si svolgeva la cerimonia di medicina amazzonica ed essersi perso nel bosco.

L’avvocato non rivela dove si trovano

“Nessuno lo ha visto cadere, ma tutti hanno sentito un tonfo e un grido secco”, ha detto il difensore, che non ha voluto dire dove si trovino ora i suoi assistiti. “Per prudenza preferiscono rimanere in un luogo in cui si sentono protetti”. I due colombiani sostengono che “durante la cerimonia Alex era nervoso e agitato e, all’improvviso, è andato fuori dalla cappella, vicino al braciere”. Benavides sostiene di averlo raggiunto “per chiedergli come si sentiva, ma non capiva che cosa Alex stesse dicendo. Per questo è rientrato a cercare il traduttore. Questione di attimi, quando sono tornati Alex è scappato nel bosco di corsa. Dopo poco tutti hanno sentito un tonfo e un grido secco”. Alla domanda su cosa abbiano fatto a questo punto, il legale ha replicato che “era buio, non si vedeva nulla, sembrava corresse verso la terrazza… Sono andati tutti a cercarlo guidati da Alexandra Da Sacco (moglie di Giulio Da Sacco, proprietario dell’Abbazia) che conosce ogni angolo del luogo”.

A che punto sono le indagini

Ieri i carabinieri e i vigili del fuoco di Treviso hanno svolto un ulteriore sopralluogo all’abbazia di Vidor, concentrandosi sulla terrazza e la scarpata boschiva sottostante per verificare le possibili traiettorie che una sua caduta da quel punto, volontaria o meno, avrebbe potuto disegnare prima di finire nel Piave che vi scorre sotto. Inoltre, è stato setacciato il fitto bosco sottostante il belvedere alla ricerca di tracce di sangue e di rami spezzati ma senza alcun apprezzabile esito. A questo punto dirimenti diventano gli esiti degli esami tossicologici svolti sul corpo del giovane per i cui risultati si dovranno però attendere ancora diverse settimane. Il fascicolo in Procura a Treviso rimane aperto per omicidio ma senza ancora alcun indagato.

di: Annamaria @ 17:09


Lug 13 2024

Trova un vecchio buono postale del Regno d’Italia: la battaglia (legale) del Conte di Casa Savoia per incassarlo

Assicura che non è un contenzioso tra monarchia e repubblica e che l’obiettivo della causa intentata contro Ministero dell’Economia e Poste Italiane è solo quello di recuperare i soldi. La somma, del resto, è considerevole: circa 145mila euro. A tanto, infatti, ammonterebbe, rivalutato ad oggi, il vecchio buono postale da 5mila lire che il conte Federico Radicati di Primeglio, già rappresentante di Casa Savoia, ha di recente trovato negli incartamenti di famiglia e che ora vorrebbe riscuotere.

Il vecchio buono postale è scaduto, ma per il Conte si può ancora riscuotere

Il titolo risale al 1946, fu intestato a suo nome e registrato ancora sotto le insegne del Regno d’Italia. Radicati di Primeglio lo ha ritrovato in casa all’interno di un faldone di famiglia. ”La legge dice due cose: la prima che è il buono è scaduto, la seconda però, chiarisce che se una persona lo ritrova per caso, ha 10 anni di tempo per cercare di recuperare la somma del buono”, ha spiegato il conte all’agenzia di stampa Adnkronos, che ha dato conto della vicenda.

Il contenzioso legale con Poste e ministero dell’Economia

Non ottenendo risposta positiva da parte di Poste Italiane, Radicati di Primeglio si è rivolto ai legali dell’Associazione Giustitalia dando mandato di agire davanti al Tribunale ordinario di Roma, al fine di recuperare la somma presso Poste italiane ed il ministero dell’Economia e delle Finanze ritenuti soggetti obbligati in solido ad “onorare” tutti i debiti esistenti anche prima dell’avvento della Repubblica Italiana e dunque anche quelli del Regno d’Italia. “Ma non si tratta di monarchia o repubblica, si tratta in sostanza di rivolgersi allo Stato attuale per recuperare questa somma, tutto qui”, ha precisato il conte.

Da 5mila lire e 145mila euro per effetto di rivalutazione e interessi

Un consulente di Giustitalia ha valutato, compresi interessi legali e rivalutazione, che dalla data di emissione a quella del ritrovamento, quel titolo da 5mila lire equivale a 145.300 euro. Per Poste italiane il buono è prescritto, ma per il Conte va fatto valere l’articolo 2935 del Codice civile che stabilisce che “la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”, cioè da quando si è scoperta l’esistenza di questo buono.

di: Annamaria @ 16:27


Lug 13 2024

Fedez annulla i concerti. “Ma è falso che sto male per colpa delle droghe e dell’alcol”

Fedez deve fermarsi dopo il ricovero per emorragia. “E’ con grande rammarico che mi trovo costretto ad annullare le tre date previste per sabato. Ho bisogno di riposo e di recuperare un po’ le forze”, scrive il rapper Fedez sulle sue stories di Instagram. Fedez era stato ricoverato nei giorni scorsi al Policlinico di Milano per un’emorragia interna, strascico dell’operazione subita in passato fa a causa di un tumore al pancreas. L’artista è stato persino costretto a smentire fake news che hanno accostato il ricovero all’abuso di droga e alcol. Già nello scorso autunno, Fedez era stato ricoverato per le emorragie provocate da 2 ulcere: l’ultimo episodio, ha spiegato, per fortuna è stato meno violento.

Ora Fedez è tornato a casa, e ha postato qualche storia in cui compare a casa con i figli. L’ex moglie Chiara Ferragni ha reagito alla notizia con un improvviso silenzio social, che si contrappone ad una presenza invece assidua registrata nelle settimane precedenti.

Fedez smentisce che le droghe siano la causa dei sanguinamenti

Ieri Fedez ha voluto fare un «chiarimento» sul suo stato di salute. Perché – ha detto su Instagram – sta «leggendo articoli basati sulla fantascienza, parlano di un mio abuso di alcol o droghe, e non è assolutamente così». “Fortunatamente rispetto alle volte precedenti il sanguinamento è stato minore. Grazie per i messaggi che sono di conforto in un momento non facile da ogni punto di vista, spero mi dimettano oggi”.

“Fedez adesso sta bene. E per favore, basta attaccarlo. Nel suo caso, lo dico con certezza perché lo conosco, i sanguinamenti” di cui ogni tanto soffre “non sono affatto dovuti all’abuso di sostanze come alcol o droga. Mi sento assolutamente di escluderlo”, conferma Marco Antonio Zappa, il chirurgo che a fine settembre 2023 curò in urgenza Fedez per un’emorragia da due ulcere e che l’artista ringraziò pubblicamente al momento delle dimissioni dall’ospedale Fatebenefratelli di Milano. Nome noto nel mondo come massimo esperto di chirurgia addominale, Zappa vuole fare chiarezza e parla all’Adnkronos Salute dopo l’ultimo ricovero di Fedez per un nuovo sanguinamento, nei giorni scorsi al Policlinico di Milano. “Voglio dire chiaramente – puntualizza il chirurgo – che il sanguinamento da anastomosi gastro-digiunale dopo intervento di duodeno-cefalo-pancreasectomia è un’evenienza che si può riscontrare in una discreta percentuale di casi, anche a distanza e più di una volta”.

di: Luca Maurelli @ 13:55


Lug 13 2024

Pantani, dopo vent’anni rimane il giallo sulla sua morte. La mamma del Pirata: “Voglio la verità”

Marco Pantani moriva vent’anni fa. Ufficialmente per un malore dovuto ad abuso di sostanze. Ma vent’anni dopo la mamma del grande campione romagnolo rilancia l’ipotesi di un omicidio, già scartata precedentemente.

Le parole della mamma

Sono vent’anni che cerco la verità su mio figlio – ha raccontato la mamma di Pantani, la signora Tonina, a Unomattina Crime, condotto da Alessandro Politi – e quello che è successo a Madonna di Campiglio e a Rimini. Ma sembra che nessuno vada mai a fondo su questa storia. Ho portato tante prove ai magistrati, però… Io vorrei solo una cosa: sapere cosa è successo, non voglio altro”.

La magistratura, in tre diverse occasioni (partite nel 2004, nel 2014 e nel 2021), stabilì che Pantani sarebbe morto a causa di un’overdose, per cui, mentre le ultime due indagini sono state archiviate, la prima inchiesta culminò in alcune condanne per morte in conseguenza di altro reato.

Il possibile omicidio

Come riportato da Il Giornale, a favore dell’ipotesi omicidiaria giocano diversi elementi: la stanza in cui fu trovato il corpo di Pantani era a soqquadro – come se avesse lottato con qualcuno – e sono presenti presunte contraddizioni e lacune nel lavoro degli inquirenti, a partire dal fatto che non furono eseguiti prelievi dattiloscopici volti a evidenziare se ci fosse stato qualcun altro nella camera insieme a lui. Camera che, come detto, era in disordine, ma non come se avesse ospitato una persona in preda al delirio allucinatorio delle droghe: sembrava invece che lo spazio fosse stato rivoltato, senza peraltro rompere nulla, alla ricerca di qualcosa. Forse dei 20mila euro che il ciclista avrebbe avuto con sé, ma che non furono mai rinvenuti.

Pantani: il più grande scalatore

Vincitore di Giro e Tour nel 1998, destinato a bissare il prestigioso binomio nel 1999, il Pirata fu bloccato per un ematocrito lievemente superiore alla norma proprio nell’edizione della corsa a tappe rosa di quello stesso anno. Per molti fu una sorta di ingiustizia. Pantani è stato probabilmente il più grande scalatore mai visto.  La sua accelerazione in salita era devastante per gli avversari. Sulla sua morte permangono tanti dubbi. Che non possono essere sottaciuti.

di: Mario Campanella @ 12:46


Lug 13 2024

Lecce, estate horror: in un villaggio turistico ragazzina di 12 anni violentata da un animatore

Una vicenda aberrante, quella raccontata da una ragazzina di soli 12 anni ai carabinieri di Melendugno, in provincia di Lecce. “Un animatore mi ha stuprata”, ha detto prima alla famiglia e poi in caserma. Il fatto sarebbe avvenuto in un villaggio turistico del Salento, sulla costa adriatica, dove una ragazzina era in vacanza con la sua famiglia. Avrebbe descritto il rapporto sessuale completo, oltre a lamentare dolori nelle parti intime. La famiglia proveniente dal Lazio, intanto, ha presentato denuncia formale. I carabinieri hanno sequestrato gli indumenti indossati dalla 12enne per svolgere gli esami di laboratorio e hanno acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza. L’animatore avrebbe già rilasciato una deposizione.

La ragazzina sarebbe stata violentata da un animatore veneto

Il presunto stupro sarebbe avvenuto quello stesso giorno all’interno di una struttura di Torre dell’Orso, la marina melendugnese, ai danni di una ragazzina di poco più di 13 anni, in vacanza nel Salento assieme alla famiglia proveniente dal Lazio. La minore è stata visitata all’ospedale Santa Caterina Novella di Galatina. La famiglia di turisti laziali, che era in vacanza da qualche giorno nel villaggio estivo del litorale salentino, ha presentato una denuncia ai carabinieri. Il racconto della minore si è svolto in modalità protetta e ora sarà oggetto di verifiche. Intanto, su disposizione del magistrato di turno, sono stati disposti accertamenti sugli indumenti della 12enne. Acquisiti anche i filmati del sistema di videosorveglianza del villaggio. L’animatore è già stato ascoltato dagli inquirenti: residente in una città veneta, è stato denunciato a piede libero. Il pubblico ministero ha aperto un fascicolo di indagine per il reato di violenza sessuale.

 

 

di: Luca Maurelli @ 12:35


Lug 13 2024

Alec Baldwin piange per l’archiviazione delle accuse per gli spari sul set e la morte di una donna (video)

Il giudice del New Mexico ha archiviato il caso di omicidio colposo contro l’attore Alec Baldwin per la sparatoria mortale accaduta sul set del film ‘Rust’. L’attore, riporta la Bbc, è scoppiato in lacrime quando è stata pronunciata la sentenza. Nell’ottobre Halyna Hutchins, una direttrice della fotografia, fu colpita da una pistola con cui Baldwin stava armeggiando durante le prove. È la seconda volta che il caso contro l’attore viene archiviato dalla sparatoria dell’ottobre 2021. Al momento, secondo quanto riportano i media americani, non verrà processato nuovamente. Un aspetto chiave del caso è stato il modo in cui le munizioni vere sono finite sul set, e gli avvocati di Baldwin hanno messo in dubbio le indagini e gli errori commessi dalle autorità che hanno esaminato la scena.

Alec Baldwin se la cava per una negligenza della polizia

La loro richiesta di archiviazione ha scatenato una serie notevole di eventi, con le dimissioni di uno dei due pubblici ministeri speciali che guidavano il caso e il giudice Mary Marlowe Sommer che ha licenziato la giuria per ascoltare più testimoni. I pubblici ministeri hanno sostenuto che le munizioni addotte non fossero collegate al caso e non corrispondessero ai proiettili trovati sul set di Rust. I pubblici ministeri non potranno presentare nuovamente l’accusa contro Baldwin, poiché il giudice non ha dichiarato il caso un errore giudiziario, ma lo ha invece respinto apertamente con un giudizio di merito. “Il caso è chiuso”, ha detto alla Bbbc l’avvocato del processo di Los Angeles, Joshua Ritter.

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Da qui l’archiviazione per negligenze della Polizia e della pubblica accusa che secondo la giudice rasentano “la malafede” e hanno “impattato sulla correttezza del procedimento”. A nulla è valsa la replica dell’accusa che ha sostenuto che quei proiettili erano del tutto irrilevanti e senza collegamenti a quelli che hanno ucciso Hutchins. La procuratrice distrettuale Mary Carmack-Altwies si è dettz delusa che il caso non sia arrivato davanti a una giuria: “Il nostro obiettivo fin dall’inizio è stato quello di rendere giustizia a Halyna Hutchins”, ha assicurato. L’incidente risale all’ottobre 2021: Baldwin, produttore e protagonista del film, era intento a provare una scena per cui stava puntando la pistola dritta alla macchina da presa, quando dall’arma e’ partito un colpa che ha centrato la 42enne Halyna Hutchins che reggeva la telecamera, uccidendola. Fu ferito anche il regista Joel Souza. La difesa di Baldwin ha sempre sostenuto che non fosse sua responsabilita’ sincerarsi che la pistola non fosse stata caricata con vere munizioni. Hannah Gutierrez, responsabile delle armi sul set che aveva caricato la pistola in questione, sta gia’ scontando 18 mesi di carcere per omicidio colposo. Per l’attore di ‘Caccia a ottobre rosso’ finisce cosi’ un’odissea giudiziaria protrattasi per quasi tre anni. Ora dovrà rispondere alle cause civili intentate nei suoi confronti dai genitori e dalla sorella della Hutchins men.

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di: Luca Maurelli @ 11:02


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