Mar 15 2024

Bologna, tre bambini piccoli e la mamma morti nell’incendio del loro appartamento

Tre bambini piccoli sono morti in un incendio divampato nella notte in un appartamento nella periferia di Bologna. La madre, una donna di 31 anni di origine rumena, è morta durante il trasporto in ospedale. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, 118 e polizia non appena ricevuto l’allarme. Il padre dei piccoli, due gemelli di 2 anni e uno di 6, non era in casa quando è avvenuta la tragedia. Anche lui è stato portato in ospedale, per un sostegno psicologico.

I bambini e la mamma uccisi dal fumo

Secondo le prime ipotesi l’incendio sarebbe stato provocato da un corto circuito causato da una stufetta elettrica. I bambini e la madre, però, non sarebbero stati uccisi dalle fiamme, ma dal fumo. I piccoli sarebbero morti durante il sonno. L’appartamento è stato posto sotto sequestro e la Procura di Bologna ha aperto un fascicolo. Del drammatico incidente è stato informato anche il console onorario della Romania.

Il cordoglio di Piantedosi

“Sono profondamente addolorato per la scomparsa di una donna e dei suoi tre bambini avvenuta a causa di un incendio che si è verificato nella notte in un appartamento a Bologna. Esprimo alla famiglia la mia vicinanza e il mio cordoglio, e ringrazio gli operatori dei Vigili del fuoco e delle Forze di Polizia che sono prontamente intervenuti sul luogo della tragedia”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Lepore: “La città è in lutto”

Sul caso è intervenuto anche il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che si è recato in via Bertocchi, dove si è verificato il drammatico incidente. “Esprimo il profondo dolore e cordoglio della città per questa terribile tragedia, che ha spezzato la vita di una giovane famiglia. La nostra comunità è in lutto, tra l’altro – ha detto il primo cittadino – abito proprio qui vicino e sono venuto insieme alla presidente di Quartiere per capire come è la situazione. Ora il padre e i nonni sono seguiti dalle forze dell’ordine, noi come sempre accade siamo a disposizione, stiamo cercando di capire dove andavano a scuola i bambini per stare vicino ai loro compagni di classe e alle insegnanti”.

di: Annamaria @ 10:40


Mar 14 2024

Saman, i funerali a Novellara il 26 marzo: per dirle addio e tributarle l’affetto che le è stato negato

«Eravamo in attesa ci fosse l’ultimo saluto a Saman, che abbiamo conosciuto solo come vicenda giudiziaria dopo la sua morte – sottolinea all’Adnkronos l’avvocato Barbara Iannuccelli, che nel processo per l’omicidio della 18enne pakistana ha rappresentato il fidanzato della vittima, Saqib Ayub – . Sarà un momento di grande raccoglimento per darle il saluto che merita e tutto l’affetto che forse in vita non ha mai avuto». A distanza di quasi tre anni dalla sua morte, dunque, martedì 26 marzo saranno celebrati i funerali della giovane pakistana scomparsa la notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021, e uccisa dai familiari per essersi opposta a un matrimonio combinato. La cerimonia si terrà a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, dove la ragazza viveva.

Saman Abbas, il 26 marzo a Novellara i funerali della 18enne pakistana uccisa dai familiari

Dove Saman amava studiare, ma ha dovuto sottostare al diktat del padre che le ha imposto di interrompere gli studi. E dove, prigioniera nella sua stessa casa con il ricatto dei documenti in possesso dei suoi genitori, la ragazza ha vissuto i suoi ultimi, angosciosi giorni. In attesa dell’esecuzione di un verdetto capitale che la famiglia aveva decretato per lei nel momento in cui si è opposta al disegno delle nozze combinate con un cugino scelto dai genitori come marito. A dispetto del fatto che la ragazza fosse innamorata di un altro giovane, anche lui pakistano come lei. Anche lui in Italia; anche lui, oggi, in attesa di poter almeno portare un fiore sulla tomba della sua fidanzata punita con la morte per aver tentato di far prevalere le ragioni del cuore su quelle dell’ossequio cieco a una tradizione in cui l'”italian girl” – questo il nickname di Saman sui social – non si riconosceva. E contro cui ha provato a ribellarsi nel sogno di una libertà di scelta che non è riuscita a realizzare in vita.

Funerali di Saman, il Comune di Novellara proclamerà lutto cittadino per quel giorno 

Un sogno che si è infranto contro l’orrore di un omicidio e l’affermazione di una violenza inferta da chi meno te lo aspetteresti. Un sacrificio, quello di Saman, a cui tutto il Comune di Novellara renderà il suo tributo proclamando il lutto cittadino per il giorno dei funerali. Nelle scuole verrà osservato un minuto di silenzio e le bandiere sugli edifici pubblici saranno esposte a mezz’asta. «Per rispettare la sua richiesta e soprattutto per tutelare il fratello Ali Heider la breve cerimonia, che avverrà nel cimitero di Novellara, sarà come già annunciato strettamente riservata», spiega il sindaco Elena Carletti. Aggiungendo che gli aspetti organizzativi saranno valutati la prossima settimana dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Maria Rita Cocciufa.

Saman, il suo sogno di libertà ucciso con la ferocia di un omicidio a tradimento

«Sempre in quella sede – continua il sindaco Carletti – ragioneremo sulle modalità con cui, una volta concluso il funerale, permettere ai cittadini di Novellara e a tutti coloro che lo desiderano, di portare il loro ultimo saluto a Saman». Una giovane donna coraggiosa. Un nome, il suo, divenuto un simbolo come prima di lei Hina, Sanaa e tutte le altre giovanissime uccise in nome dalla sharia. Vittime di una ferocia senza pentimento e che, nel caso del processo ai carnefici di Saman, con le lacrime in aula del padre Shabbar, le sue invettive e bugie contro la figlia, durante il processo ha conosciuto anche lo sfregio alla sua memoria. E alla verità sulla morte atroce che le è stata inferta a tradimento…

«Saman resterà per sempre a Novellara e nel cuore di tutti noi»

«Saman, dunque, resterà per sempre a Novellara e nel cuore di tutti noi – aggiunge il sindaco Elena Carletti –. Rimarrà per il profondo dolore che questa tragedia ha suscitato in tutti i novellaresi, perché Saman è nostra concittadina onoraria. E perché riposerà per sempre in luogo del nostro cimitero che ci è particolarmente caro, tra l’area dedicata ai bambini. E quella che accoglie Augusto Daolio», compianto leader dei Nomadi

di: Priscilla Del Ninno @ 20:28


Mar 14 2024

La navicella Starship si perde nell’atmosfera, ma la missione è compiuta: “Vivremo su altri pianeti” (video)

SpaceX ha lanciato con successo il razzo Starship nell’atmosfera per il suo terzo lancio di prova. Peccato però che sia andato distrutto nella fase di rientro, come ha reso noto la compagnia di Elon Musk, che su X ha mostrato anche le immagini del «campo di plasma super caldo crescere mentre l’astronave rientra nell’atmosfera». la missione comunque è stata un successo: parola della Nasa che si è subito congratulata per l’importante passo avanti messo a segno.

SpaceX, la navicella Starship sparisce dai radar nella fase di rientro

La nave spaziale Starship della SpaceX è andata perduta durante il rientro nell’atmosfera, durante il suo terzo test in volo. La navicella progettata per i viaggi verso la Luna e Marte ha eseguito correttamente tutti i passaggi previsti nel test, ma durante il rientro, quando il veicolo si trovava ormai a quota 65 chilometri dalla zona prevista per l’ammaraggio, il segnale è scomparso dai radar. E SpaceX – come riporta anche il Tgcom24 – ha «confermato la perdita di contatto con il razzo». La “missione” sarebbe dovuta durare e, secondo il programma, entrambi gli stadi avrebbero dovuto concludere la traiettoria in mare nell’Oceano Indiano. Niente ammaraggio invece. L’epilogo, comunque, non condiziona il bilancio, che la compagnia commenta con entusiasmo: «Starship renderà la vita multi-planetaria».

Ma il test, il terzo in volo, è comunque considerato un successo

Starship, inserito nel programma Artemis della Nasa, è stato progettato per consentire missioni con equipaggio sulla Luna e su Marte. Il più grande sistema missilistico mai costruito «è andato perduto», ha detto un commentatore di SpaceX durante il live streaming dell’evento atteso e seguitissimo. Il test, però, viene considerato un enorme successo, con risultati rilevanti rispetto ai due precedenti tentativi. Non a caso, i risultati notevoli sono confermati dalle congratulazioni di Bill Nelson, amministratore della Nasa, rivolti a SpaceX nell’immediatezza degli eventi: «Congratulazioni a Space X per il volo di prova riuscito! La nave è volata nei cieli. Insieme, stiamo facendo grandi passi avanti attraverso Artemis per riportare l’umanità sulla Luna, per poi guardare avanti verso Marte».

Space X, i due precedenti conclusi con l’esplosione dei razzi

E allora, l’Adnkronos propone un riepilogo delle puntate precedenti, e riassume: durante un primo test, lo scorso aprile, l’intero sistema missilistico è esploso dopo pochi minuti. Durante un secondo test a novembre, i due stadi del razzo si sono separati, e poco dopo sono esplosi. E lo stadio superiore continuò a volare, ma poco dopo esplosero entrambi separatamente. Oggi, la missione al suo nuovo tentativo, con il terzo test in volo che considerato un successo.

di: Priscilla Del Ninno @ 19:19


Mar 14 2024

Fugge dalla polizia e muore schiantandosi con lo scooter contro un’auto. Grave il figlio di 12 anni

A bordo di uno scooter è scappato alla vista degli agenti e si è schiantato contro un’auto in transito, morendo sul colpo per l’impatto violento. È finito in tragedia un inseguimento sulle strade di Nettuno, in provincia di Roma.
La vittima è un cittadino bulgaro di 49 anni.

Fugge dalla polizia e muore schiantandosi con lo scooter

In sella a un motorino – insieme al figlio di 12 anni che si trova in gravi condizioni – l’uomo ha bruciato uno stop scontrandosi violentemente con un’auto di passaggio. Sbalzato dalla sella del motorino è morto sul colpo. Gravemente ferito il figlio minorenne che si trovava con lui che è stato trasportato d’urgenza in ospedale.

La vittima è un bulgaro di 49 anni

La fuga dei due è cominciata intorno alle 14 quando il motorino con a bordo padre e figlio non si è fermato all’alt imposto da una volante del commissariato Anzio-Nettuno. Poi l’inseguimento a sirene spiegate: il conducente dello scooter è scappato a tutta velocità fra le strade del comune del litorale della provincia romana con la volante alle calcagna.

Ferito gravemente il figlio minorenne

Presa a tutta velocità via Ponserico, nel quartiere Cretarossa, all’altezza dell’incrocio con via Comastri la tragedia. Lo scooter ha infatti impattato contro una vettura in transito. In gravi condizioni il figlio (nato ad Aprilia, in provincia di Latina), ricoverato in ospedale. Chiusa la strada per consentire gli accertamenti, sul posto si è quindi recato il magistrato di turno. Sono in corso le indagini corso per accertare l’esatta dinamica dell’accaduto. Restano da comprendere i motivi che hanno portato il 49enne a non fermarsi all’alt degli agenti.

di: Gloria Sabatini @ 19:13


Mar 14 2024

Antisemitismo, allarme di Piantedosi: dilaga l’odio, anche sul web. Arrestati 26 terroristi internazionali

La minaccia terrorismo e la piazza digitale e i rischi e le insidie che nasconde, al centro dell’intervento del ministro Piantedosi impegnato nel question time al Senato. Il numero uno del Viminale ha parlato del pericolo terrorismo alimentato anche da una «preoccupante recrudescenza del sentimento anti-israeliano», emersa dal «monitoraggio delle piazze digitali»: un innalzamento dell’asticella a cui, specie dopo il 7 ottobre, ha corrisposto un’attenzione e un impegno da parte delle forze dell’ordine elevati all’ennesima potenza.

Terrorismo, Piantedosi: «Preoccupante recrudescenza anti israeliana nelle piazze digitali»

Dunque, il ministro Piantedosi nel question time al Senato aggiorna sulle strategie offensive della minaccia terroristica e sulle tecniche e l’impegno delle forze dell’ordine messo in campo a più livelli per neutralizzarne le minacce. E avverte: sono «oltre 28.000 gli obiettivi sensibili in Italia in base a una ricognizione, compiuta dopo il 7 ottobre. Di questi – puntualizza a stretto giro – 205 sono riconducibili a Israele». E si tratta in prevalenza «di sedi diplomatiche o centri religiosi». E non è ancora tutto purtroppo. «Dal monitoraggio delle piazze digitali, inoltre, a oggi – precisa il ministro – emerge una preoccupante recrudescenza del sentimento anti-israeliano».

Piantedosi: «A oggi 26 arresti per terrorismo internazionale e 95 allontanamenti»

Pertanto, sottolinea Piantedosi in Senato, l’attività di controllo contro il rischio di infiltrazione terroristica in Italia e l’impegno delle forze dell’ordine sono testimoniate dai risultati, conseguiti dall’attività di contrasto che, rende noto il ministro, «dal 2023 a oggi, ha portato all’arresto di 26 soggetti per terrorismo internazionale». Non solo, aggiunge il titolare del Viminale: «La stessa attività di contrasto ha anche consentito, nello stesso periodo, di eseguire provvedimenti finalizzati all’allontanamento dal territorio nazionale di 95 soggetti, ritenuti pericolosi per la sicurezza. 45 dei quali dal 7 ottobre scorso».

Crosetto: «Sospeso il trasferimento di armi a Israele dopo il 7 ottobre»

E su quanto accaduto immediatamente dopo il 7 ottobre, è intervenuto anche il ministro Crosetto, che nel corso del suo intervento, in un passaggio ha sottolineato: «Dopo il 7 ottobre non sono state concesse nuove autorizzazioni dall’Unità per le autorizzazioni dei materiali d’armamento (Uama) per il trasferimento di armi in Israele, determinando una sospensione che prosegue tuttora. Anzi – ha anche aggiunto – la sospensione è stata definita in questo senso tempestiva e incisiva. Le licenze autorizzate prima del 7 ottobre erano già state in gran parte utilizzate. Su quelle già autorizzate prima e non ancora utilizzate, l’Uama ha già fatto verifiche caso per caso e non riguardano materiali che possono essere impiegati con ricadute sui civili a Gaza», ha riferito il ministro della Difesa al question time al Senato.

Passaporti impossibili: la precisazione del ministro e i nuovi dati

Ma Piantedosi nel corso del suo intervento in Senato non si è soffermato solo sull’impegno sul campo delle forze dell’ordine declinato alla minaccia terroristica e al problema sicurezza. Dopo le polemiche delle scorse settimane sui “passaporti impossibili”. E le interminabili attese per concessione e rinnovi, il ministro dell’Interno, rispondendo a un’interrogazione di Maurizio Gasparri, ha tenuto a precisare intanto che «lo straordinario impegno (delle questure) è comprovato dal rilascio nel 2023 di 2.750.000 passaporti. Ossia un milione in più rispetto a tutti gli anni del periodo pre-pandemico».

«Dalla prossima settimana agenda on line prioritaria in tutta Italia»

Sottolineando contestualmente che «i dati di quest’anno – ha ricordato Piantedosi – mostrano un trend in ulteriore miglioramento. Sono stati emessi circa 250mila passaporti al mese. Mentre nei primi 12 giorni di marzo ne sono stati emessi 113mila. Con la previsione di chiudere il mese con oltre 300mila documenti rilasciati». Mentre, «per venire incontro ai cittadini che hanno esigenze di un rilascio urgente del passaporto, legato, cioè, a motivi di salute. Studio. Lavoro. E turismo, è già operativa in 52 province “un’agenda on line prioritaria“». Pertanto, ha concluso il ministro sul punto, «a partire dalla prossima settimana le nuove modalità operative dedicate a tali esigenze saranno adottate in tutto il territorio nazionale. Confidiamo, in tal modo, di realizzare una progressiva riduzione dei tempi di attesa».

di: Priscilla Del Ninno @ 18:17


Mar 14 2024

“Proiezione scadente”, “lo denuncio”: si sfiora la rissa tra Virzì e il proprietario del cinema Ambrosio (video)

Rissa sfiorata e una querelle tuttora in corso tra il regista Paolo Virzì e il proprietario della sala torinese che ospitava il suo ultimo film, Un altro ferragosto, che rischia di finire al centro di una vera e propria azione legale. «Trovo incredibile che a Torino si possa proiettare in un modo così sciatto e scadente. Evitate di vedere qui all’Ambrosio Un altro Ferragosto», dice il cineasta indignato. E lo verga a caratteri di fuoco sulla locandina esposta all’ingresso dei locali. Immediata la replica, altrettanto risentita dell’esercente Sergio Troiano, che gli risponde a stretto giro: «E io ti querelo». In mezzo una proiezione, sembra, funestata di problemi durante la riproduzione in sala che ne avrebbe inficiato la visione. Ma procediamo con ordine.

Sotto, da Youtube (foto/video di Enrico Grobberio, dalla pagina youtube.com/@EnricoGrobberio) le immagini di quanto accaduto ieri all’uscita del Cinema Ambrosio di Torino

Show di Virzì al cinema Ambrosio

Sembrano non essersi placati del tutto neppure oggi, gli animi che ieri si sono accesi al cinema Ambrosio di Torino. Quello che in molti oggi definiscono come “lo show” improvvisato da Paolo Virzì sull’onda dell’indignazione di ieri sera non accenna a stemperare la sua portata polemica. Del resto, quei problemi durante la proiezione della pellicola proprio non sono andati giù a Virzì: «Il volume sballato« che avrebbe inficiato il primo tempo. E il «vetro sporco della camera di proiezione nel secondo», a detta di quanto riferisce tra gli altri il sito di Open hanno letteralmente mandato su tutte le furie il regista che, una volta scorsi i titoli di coda, e con la folla di spettatori intorno, ha messo nero su bianco tutta la sua riprovazione sulla locandina esposta all’ingresso della sala.

La polemica corre sul filo della proiezione… e sulla locandina del film

«Credo che abbiate diritto al rimborso del biglietto», ha detto al pubblico – e riferisce sempre Open –. Anche se poi, segnala invece il Corriere Torino, alla fine nessuno ha avanzato la richiesta. «Magari lo vengo a ripresentare un’altra volta, perché sono stupito che a Torino possano proiettare in modo così scadente. Scusate davvero tanto», sottolinea intanto il regista. Poi, uscendo dal cinema,  impugna un pennarello e – ripreso dai telefonini di molti presenti – scrive sulla locandina: «Scusate tanto, evitate di vederlo qui». E non ancora pago, indica pure, e con tanto di freccia, il nome della sala in cui andare in alternativa…

L’incontro-scontro tra Virzì e l’esercente

Ma è proprio in strada che incontra — anzi: ci si ritrova letteralmente faccia a faccia — Sergio Troiano, avvertito poco prima che nel suo cinema stava capitando di tutto. Cosa che, almeno per quanto accade all’uscita dalla sala, registra il video postato su Youtube (e che riproponiamo poco sopra), descrivendo eloquentemente la scena. La Stampa e l’Ansa, invece, raccontano il dopo. Con Troiano che minaccia querele: «Denuncerò Paolo Virzì per diffamazione – la replica all’Ansa del proprietario dell’Ambrosio, Sergio Troiano –. Lui non ha visto il film, è entrato gli ultimi cinque minuti e ha sclerato… Mi è venuto addosso fisicamente: io non ho accettato la rissa perché sono un signore».

E il film sparisce dalla programmazione della sala

Concludendo: «Ora se ne occuperanno i miei legali. Da noi Un altro Ferragosto non è più in programmazione in quanto Virzì ha invitato la casa di produzione 01 a togliermi il film». Intanto, sembra prefigurarsi a tutti gli effetti l’inizio di un “terzo tempo”: quello di un film nel film, che ha lasciato in molti senza parole…

di: Priscilla Del Ninno @ 16:45


Mar 14 2024

Onda gigantesca travolge il traghetto alle Canarie e scatena il panico a bordo (video)

Un’onda anomala spaventosa colpisce in pieno un traghetto alle Canarie e il video diventa rapidamente virale sui social.

L’impatto con l’onda anomala è avvenuto sabato scorso in mare aperto, quando il piccolo traghetto, che collega Lanzarote con l’isola di La Graciosa, è salpato nonostatne l’allerta gialla a causa di fenomeni costieri avversi. Le autorità avevano già avvertito del rischio di inondazioni a Lanzarote e l’Agenzia meteorologica statale (Aemet) aveva previsto onde che avrebbero potuto superare i quattro metri di altezza.

 

Tuttavia, la realtà ha superato ogni aspettativa, quando un’onda ciclopica si è schiantata contro la nave, innescando una serie di reazioni che sono rimaste registrate nei ricordi di chi l’ha vissuta, ma anche nelle loro videocamere.

Nella clip virale è possibile vedere un’onda gigante che minaccia di travoglere la nave. Un uomo vestito di bianco, vedendo che l’impatto è imminente, si aggrappa al tavolo per resistere meglio al colpo. Un altro corre sotto coperta per trovare riparo all’interno. C’è anche chi non si rende conto di ciò che sta per accadere e continua a svolgere i propri compiti, anche dopo lo schianto.

Onda anomala a Ponza, il traghetto rischia di ribaltarsi: danni alle auto nella stiva (video)

Inevitabilmente l’acqua travolge tutto con forza, ricoprendo il pavimento e costringendo i passeggeri alla calma. Tuttavia, le emozioni prendono il sopravvento su molti di loro, soprattutto su quelli più giovani. Si sentono urla e pianti di bambini mentre qualcuno, forse dell’equipaggio, invita alla calma nel terrore provocato dall’onda.

Nonostante la drammaticità del momento, in cui più di un passeggero ha temuto il peggio, incluso l’affondamento del traghetto, l’imbarcazione è riuscita a raggiungere il porto finale. Fortunamente, non è stato segnalato alcun danno a a persone o cose, tranne uno spavento grosso come l’onda che ha travolto il traghetto delle Canarie.

di: Valter @ 16:33


Mar 14 2024

Omicidio Mollicone, i testimoni tornano sulle ore della scomparsa: in aula l’angoscia e il buio di quei momenti

Omicidio Mollicone, un cold case ancora irrisolto dopo quasi 23 anni. E allora oggi si è tornati in aula, e per la nuova udienza del processo d’appello si è ri-andati indietro, all’inizio di tutto: alla improvvisa scomparsa della ragazza di Arce, e alle ore in cui sono scattate le ricerche. A quella terribile sera del 1 giugno 2001, quando tutto è cominciato e, sin dalle prime battute, l’intera, dolorosa vicenda si è avvolta in una coltre di mistero, di sospetti, di verità negate…

Omicidio Mollicone, in aula si riparte dalle prime ore della scomparsa

Questa mattina in aula, allora, le lancette sono tornate indietro a quella maledetta sera di 23 anni fa, al momento della scomparsa della studentessa svanita improvvisamente nel nulla. Ore di preoccupazione e di angoscia che, col passare del tempo, diventano disperazione e choc. Ebbene su quella sparizione di Serena che ha segnato l’inizio della tragedia e l’incipit di un giallo tutt’oggi irrisolto, il primo testimone ascoltato oggi in aula è stato l’appuntato Emilio Cuomo. Era in servizio insieme al brigadiere Santino Tuzi, quando arrivarono le prime segnalazioni sulla scomparsa della ragazza. Tuzi, è il carabiniere che si suicidò nel 2008 dopo aver rivelato di aver visto Serena entrare in caserma la mattina del primo giugno.

La testimonianza dell’l’appuntato Emilio Cuomo

«A me non ha mai detto di aver visto Serena entrare in caserma. Non me lo disse mai neanche mentre facevano le ricerche», ribadisce l’appuntato dei carabinieri Emilio Cuomo, davanti alla prima Corte d’Assise d’Appello di Roma dove è in corso il processo di secondo grado per l’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne di Arce uccisa nel 2001. Processo che vede imputati il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, all’epoca dei fatti comandante della stazione di Arce. Il figlio Marco. E la moglie Annamaria, accusati di concorso nell’omicidio insieme al carabiniere Vincenzo Quatrale. Un altro carabiniere, Francesco Suprano, è invece accusato di favoreggiamento. Oggi in aula, allora, erano presenti tre dei cinque imputati, tutti assolti in primo grado: il maresciallo Franco Mottola. Il luogotenente Vincenzo Quatrale. E l’appuntato Francesco Suprano.

«Tuzi non mi disse di aver visto Serena entrare in caserma»

L’appuntato procede. Mette in fila quanto ricorda. Ricostruisce. «Eravamo insieme (Cuomo e Tuzi ndr) quando ci ha chiamato la centrale operativa per dirci di andare in caserma ad Arce, dove alcune persone avevano bisogno di aiuto», ha raccontato l’appuntato in aula nella sua testimonianza. Poi prosegue: «Io ho saputo della scomparsa della ragazza quando siamo arrivati dal papà, Guglielmo Mollicone. Era circa mezzanotte e mezza e poco dopo è rientrato in caserma con la macchina il maresciallo Mottola. Accanto a lui c’era la moglie. Mottola indossava una tuta ginnica».

Omicidio Mollicone, si scava nel passato

I tasselli della ricostruzione di Cuomo vanno ad inanellarsi via via che il racconto procede. «Tuzi entrò in caserma con Mottola e Guglielmo – ha quindi detto Cuomo ripercorrendo quei concitati istanti –. Io sono rimasto finché non è uscito con una busta in mano: dentro c’era la denuncia di scomparsa e qualche foto di Serena che dovevamo portare a Pontecorvo». A quel punto «Tuzi – va avanti Cuomo aggiungendo altri particolari – mi disse che conosceva bene Serena e che conosceva anche il padre che era stato insegnante dei suoi figli».

In aula ascoltato anche lo zio di Serena

Già, il papà di Serena, che ha combattuto fino all’ultimo istante alla ricerca della verità. Una verità che non è riuscito a veder acclamata prima di morire. oggi, a parlare per lui, è stato Antonio Mollicone, lo zio paterno di Serena, che davanti alla prima Corte d’Assise d’Appello di Roma, ha ricordato la sua sera del 1 giugno 2001: quando tornò a casa dal lavoro e apprese della scomparsa della nipote. «La preoccupazione per la scomparsa di Serena si trasformò subito in inquietudine e in angoscia. Serena non si comportava mai così, quando faceva tardi avvisava sempre. Questo silenzio il papà lo leggeva come qualcosa di molto negativo».

Poi tocca al meccanico: e si torna nuovamente alla sera del 1 giugno…

Non solo. «Guglielmo mi raccontò di aver visto Serena turbata, a scuola avevano fatto un dibattito sulla droga e lei diceva “come si fa se le istituzioni non ci aiutano?”. Ad Arce erano morti 4-5 ragazzi per droga e Serena soffriva per questo», racconta lo zio. Poi, tocca a un altro testimone ancora, e a quell’angoscia che intanto montava nell’animo del papà di Serena. Dopo l’appuntato Cuomo è la volta di Pasquale Simone, un meccanico. E si ritorna nuovamente alla sera del 1 giugno. Simone fu chiamato da Guglielmo Mollicone preoccupato per la scomparsa della figlia e lo accompagnò in caserma. Una testimonianza con molti non ricordo: «Sono passati tanti anni», ammette del resto anche la Procura generale.

Omicidio Mollicone, 23 anni senza una verità acclarata

Quasi 23 anni in effetti… Eppure l’omicidio di Serena resta sempre un enigma e un processo ancora aperto. Oggi in aula, allora, erano presenti tre dei cinque imputati, tutti assolti in primo grado: il maresciallo Franco Mottola. Il luogotenente Vincenzo Quatrale. E l’appuntato Francesco Suprano. Testimonianze, ricordi, ricostruzioni nuovamente da decodificare. E una verità a cui mettere ancora la parola fine.

 

di: Priscilla Del Ninno @ 15:10


Mar 14 2024

Droga sulle piste da sci e al centro di Bologna: oltre 50 arresti in due operazioni della polizia

Doppio colpo alle organizzazioni criminali che gestiscono lo spaccio di droga in Italia: tanto a Bologna quanto a Sondrio la polizia di Stato ha messo a segno numerosi arresti, con il sequestro di ingenti quantitativi di diversi tipi di stupefacente.

L’operazione anti droga di Bologna: sgominata la banda che gestiva la piazza del centro storico

In particolare, a Bologna gli agenti, coordinati dalla Dda, hanno eseguito 44 misure cautelari a carico di un’organizzazione criminale, composta da tunisini, italiani, albanesi e pachistani, la cui piazza di spaccio della droga era il centro storico della città. L’organizzazione cedeva quotidianamente centinaia di dosi di cocaina ed eroina. All’operazione hanno preso parte oltre 400 poliziotti, fra i quali investigatori delle squadre mobili ed equipaggi dei reparti prevenzione crimine, contingenti del reparto mobile, unità cinofile antidroga, reparto volo e personale della polizia scientifica.

Accertate migliaia di cessioni di cocaina ed eroina: 44 arresti

Le indagini hanno accertato anche una violenta aggressione del gruppo tunisino nei confronti di un loro connazionale per indurlo a spacciare per conto dell’organizzazione. Sono state accertate oltre 5mila cessioni di cocaina e 1.500 cessioni di eroina. Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati 3 kg di cocaina, 1 kg di eroina, 6 kg di hashish, 1.500 dosi di stupefacente e 30.000 euro in contanti. Le persone arrestate in flagranza di reato sono state 36.

Piantedosi: “Un altro duro colpo inflitto alle organizzazioni criminali”

“L’ennesimo importante risultato ottenuto dalle nostre Forze di polizia che stanno infliggendo ogni giorno duri colpi alle organizzazioni criminali”, ha scritto su X il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Congratulazioni alla Questura di Bologna e alla Dda sono arrivate anche dal sindaco di Bologna, Matteo Lepore. “La criminalità a Bologna va sradicata e serve la collaborazione di tutti. Non è il primo intervento di questo tipo e serve continuare. Sempre al fianco delle forze dell’ordine e della magistratura che ringraziamo per il loro lavoro”, ha detto il primo cittadino.

Molteni: “Lo Stato non fa passi indietro nei confronti di spacciatori e trafficanti”

Ugualmente, complimenti sono giunti alla Polizia di Sondrio per l’operazione che ha consentito di sgominare una gruppo criminale attivo in Valtellina. “Lo Stato non fa passi indietro nei confronti di spacciatori e trafficanti. Nessuna tolleranza verso i venditori di morte”, ha commentato il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni.

A Sondrio la droga pure sulle piste della Valtellina e madri con neonati usate come pusher

Nello specifico l’operazione in Valtellina ha portato a 12 misure cautelari tra Livigno, Torino e Rimini a carico di altrettanti soggetti di nazionalità albanese, italiana e dominicana, dei quali 6 sono finiti in carcere, 5 ai domiciliari ed uno è stato sottoposto ad obbligo di dimora, con l’accusa di aver trasportato e venduto a Livigno notevoli quantità di cocaina destinata a turisti e consumatori locali. Gli arrestati erano in collegamento, tramite un latitante ricercato per omicidio, con la potente mafia di Scutari, attratta dalle prospettive economiche offerte da Livigno. Dalle indagini è emersa una particolare spregiudicatezza del gruppo criminale, che spacciava anche sulle piste da sci, si serviva anche di donne che vendevano la droga in presenza dei figli neonati e i cui vertici si vantavano pubblicamente sui social media, condividendo immagini che mostravano armi d’assalto e denaro proveniente dallo spaccio.

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L’attività investigativa, iniziata ad aprile 2023, si è concentrata nel comune di Livigno, dove diverse famiglie albanesi, insospettabili, ma in realtà legate ad un latitante ricercato per omicidio, appartenente ad un clan mafioso di Scutari (Albania), hanno posto in essere un fiorente commercio di cocaina, servendosi di spacciatori locali e stranieri. I membri delle famiglie albanesi di Livigno, così come gli spacciatori locali e stranieri a loro asserviti, sono risultati tutti bene inseriti nel tessuto socio-economico di Livigno, poiché svolgono professioni, anche ben retribuite, sia a Livigno che in Svizzera. A causa di queste apparenti condizioni di legalità, l’attività investigativa si è rivelata lunga e complessa: sono stati necessari numerosi e impegnativi servizi di osservazione e pedinamento, insieme anche ad intercettazioni telematiche, ambientali e telefoniche.

L’organizzazione del rifornimento della cocaina è stata gestita da un latitante albanese di 26 anni il quale, in virtù della sua rete di relazioni strettamente legate alla mafia albanese, è riuscito, anche durante la latitanza, ad attivare canali di rifornimento di cocaina, ramificati in Italia e in Europa. Si è infatti constatato che la droga ordinata proveniva dalla zona della Brianza, da Torino e da Bruxelles. I viaggi dello stupefacente fino a Livigno, dunque, sono avvenuti sempre sotto il costante controllo di personaggi albanesi, utilizzatori di fittizie utenze straniere spagnole, francesi, olandesi ed albanesi.

Lo schema del rifornimento di stupefacente si è basato su tecniche criminali ben consolidate e la cautela estrema osservata nelle operazioni ha reso estremamente difficile la captazione di colloqui utili e la loro interpretazione, compresi i casi di conversazioni dal vivo. E’ stata accertata, inoltre, la maniacale attenzione nelle fasi precedenti e contestuali alla consegna della droga ed espedienti di estrema raffinatezza per tenere ben nascosta e protetta la figura centrale del latitante.

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di: Annamaria @ 13:50


Mar 14 2024

Albanese investe una donna e la prende a pugni in faccia (video): carabiniere di 71 anni lo immobilizza

Un uomo di origine albanese, ieri mattina, a Novi Ligure, nell’alessandrino, ha prima tentato di investire una donna, poi sceso dalla macchina ha cominciato a picchiarla. Sul posto sono intervenuti alcuni passanti e un carabiniere che hanno fatto scappare l’aggressore e chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. I carabinieri giunti sul posto hanno identificato e rintracciato l’uomo che è stato portato in caserma dove proseguono le indagini per accertare modalità e movente dell’accaduto. In particolare, a salvare la donna, è stato Carlo Pucino. Ha 71 anni, è un carabiniere in concedo. Ha assistito alla scena, non ci ha pensato due volte e ha reagito. Ferma l’aggressore, lo allontana, poi, quando l’uomo prova a fuggire in auto, lo immobilizza.

di: Luca Maurelli @ 13:43


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