“Jesus Christ Superstar” torna al Sistina: una regia innovativa per l’opera rock più celebre di tutti i tempi

21 Mar 2024 13:10 - di Redazione
Jesus Christ Superstar

Con il virtuale passaggio del testimone del ruolo di protagonista tra Ted Neeley e Lorenzo Licitra, sancito al termine dello spettacolo da un lungo abbraccio, è andata in scena al teatro Sistina la prima di Jesus Christ Superstar, il musical dei record firmato Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, nella versione diretta da Massimo Romeo Piparo. Sul palco di questa speciale limited edition (in replica fino al 31 marzo) che celebra i primi 50 anni dell’opera rock più amata di tutti i tempi e i 30 anni dalla regia di Piparo, in scena Anggun (tre dischi di platino con la popolarissima hit Snow on the Sahara) nel ruolo di Maria Maddalena; Lorenzo Licitra (vincitore di X Factor nel 2017) nel ruolo di Gesù, Feisal Bonciani, che nel ruolo di Giuda che rievoca l’indimenticato Carl Anderson. Altra grande presenza è quella di Frankie hi-nrg mc, uno dei precursori del rap italiano, nel ruolo di Erode. Divertente, stravagante, rappresenta l’esasperazione dei vizi di una corte spietata, interpretando la prima versione del famoso brano in chiave hip-hop e vestito in abbigliamento riconducibile alla vecchia scuola del genere.

Il popolo in jeans e canottiera

La regia di Piparo è stata innovativa ma senza tradire l’originale. Introducendo elementi che ne fanno uno spettacolo moderno e coinvolgente lasciando i dettagli più legati agli anni ’70: il popolo è ora vestito in jeans, con canottiere come vuole la moda attuale; con la figura di Gesù estremamente umana, nelle sue paure e nelle sue debolezze. L’orchestra dal vivo diretta dal maestro Emanuele Friello, posizionata a vista sul palco girevole, con ballerini e performer straordinari, alimentano un’atmosfera davvero trionfalistica.

L’opera è tutta in inglese ma con alcuni sottotitoli e soprattutto frasi del Vangelo proiettate sullo sfondo che rendono comprensibile ogni passaggio. Piparo mantiene l’opera come l’aveva immaginata Rice ma, nonostante siano passati 50 anni e alcuni temi sono anche cambiati, l’atmosfera originale non fa perdere la verità di questa incredibile storia. Infatti, viene integrata una delle scene più iconiche del musical, la sequenza delle 39 frustate inferte al Cristo, che a ritmo di musica si susseguono con altrettante fotografie delle tragedie moderne e contemporanee del secolo passato e di quello attuale, dalle immagini di Hiroshima a quelle delle guerre in Ucraina e a Gaza, passando dalle torri gemelle per i volti di Gandhi e di Martin Luther King, di Falcone e Borsellino e di Navalny.
Licitra, Anggun e Feisal Bonciani sono un trio ben riuscito che si amalgama alla perfezione.

La dolcezza che Anggun dona alla sua Maria Maddalena è pari alla precisione nel suo canto – è la recensione su Adnkronos- . Dona al personaggio una profondità emotiva unita al suono di una voce sempre inconfondibile che ha reso una perfomance capace di portare tutta la sua espressività. Licitra offre un Gesù che va oltre le tradizionali rappresentazioni, catturando la complessità delle emozioni e dei conflitti interiori che il personaggio affronta nei suoi ultimi giorni. Nella scena della crocifissione trasmette forti vibrazioni emotive allo spettatore e sulle note di Gethsemane dimostra tutte le sue capacità sonore. Bonciani nella sua interpretazione del traditore di Gesù è potente e coinvolgente, trasmettendo la tormentata interiorità del personaggio. E’ abile non solo nella vocalità ma anche i balli e i gesti sono dinamici ed espressivi.

Forse la vera sorpresa è Frankie ni-nrg mc: formidabile nel ruolo di un Erode clownesco, apporta la sua anima hip hop a questo spettacolo, dove risulta coinvolgente dal punto di vista musicale come da quello mimico. Applausi anche per Giorgio Adamo, che ha portato una vivacità straordinaria al personaggio di Simone Zelota, e per i sacerdoti Acacia e Mastroianni, sorprendenti dall’inizio alla fine. Molto apprezzabile la scelta di far scendere parte del cast tra il pubblico, durante lo spettacolo, arricchendo l’esperienza teatrale con coinvolgenti coreografie. La scenografia, pur essendo essenziale e funzionale, si rivela anche tecnologica, proiettando elementi scenografici, sia sulle colonne alle spalle dell’orchestra che sul fondale dove si susseguono immagini suggestive di paesaggi e luoghi. Il pubblico entusiasta ha applaudito diverse volte a scena aperta e per diversi minuti a fine spettacolo tutti gli artisti, a cui si è aggiunto a fine spetacolo Ted Neely, portato in scena con un elevatore montato sul palco a simboleggiare il passaggio tra il “vecchio” e il “nuovo” protagonista. Jesus Christ Superstar si conferma così come l’opera rock per eccellenza, destinata a rimanere nei cuori del pubblico ancora per lungo tempo.

Per continuare a leggere l'articolo sostienici oppure accedi