Apr 09 2024

Luca Maurelli @ 15:08

Un Def prudente ma ottimista per risalire dalla “voragine” del superbonus. Sì al taglio delle tasse

Le discese ardite, nel buco del superbonus, e le risalite, nei conti pubblici in equilibrio. Per il governo Meloni, questa è un po’ la fase “Battisti-Mogol”, per usare una metafora musicale, la fase del “io vorrei, non vorrei, ma non so se puoi…”, a causa della pesante eredità lasciata dai guru del reddito di cittadinanza e dei bonus selvaggi, Ma questa è anche una fase di stabilizzazione e prudenza, visto che al deficit creato nei conti dalle fallimentari misure fiscali del governo Conte, con gli incentivi edilizi in primis, fa riscontro la programmazione di misure fiscali destinare a rilanciare la crescita. Il Pil, nel 2024, pur mantenendosi al di sopra di altri paesi europei, causa guerre e crisi del commercio internazionale, dovrebbe fermarsi all’1%. Non una Ferrari, ma sicuramente un’auto che corre, su strade ben protette, finalmente. Ecco perché il Def approvato oggi dal Consiglio dei ministri viene definito prudente ma ottimista, in attesa che si delinei meglio la situazione anche sugli scenari internazionali. Intanto, però, l’obiettivo del taglio della tasse, in modo particolare del cuneo, resta. “Quello della decontribuzione che scade nel 2024 è un obiettivo che intendiamo assolutamente replicare nel 2025″, è ” il vero obiettivo che ci poniamo quando andremo a definire il piano strutturale entro il 20 settembre”, dice il ministro Giorgetti.

Il Cdm approva il Def e fa stime prudenti sul Pil

Il via libera al Documento di economia e finanza è arrivato oggi con la stima del Pil per il 2024 all’1%, un deficit al 4,3% e il debito al 137,8%. A presentare il Def, come sempre, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il vice, con delega al fisco, Maurizio Leo. ”Come vedo l’economia Italiana? innanzitutto va inserita in un contesto molto più ampio, che è la situazione di incertezza generale dell’economia globale, afflitta dopo la ventata del covid da questi conflitti. I limiti di preoccupazione rimangono” ma ”l’economia italiana si è dimostrata più resiliente di altri in Europa”, ha sintetizzato Giorgetti, nella conferenza stampa svoltasi dopo il via libera del Cdm.

Ottimismo, cauto, anche da Leo: ”Ci sono segnali che la locomotiva tedesca ha ricominciato a ingranare e anche questa credo sia una buona notizia per gran parte dell’economia manifatturiera italiana. Bisogna essere ottimisti, il quadro generale induce al realismo e alla prudenza”, osserva il ministro. Vedremo quante risorse arriveranno dal concordato preventivo biennale. Se saranno sufficienti, amplieremo il taglio dell’Irpef anche al ceto medio“, conferma il viceministro dell’Economia.

Il fisco destinato a calare già dal 2025

Per la conferma delle tre aliquote Irpef per il 2025 ”il serbatoio già c’è, ci sarà un differenziale, ma penso che si potrà colmare anche alla luce degli interventi che si potranno fare con il concordato preventivo biennale“, annuncia in conferenza stampa Maurizio Leo. ”Il meccanismo a 3 aliquote ha valenza solo per il 2024 però già noi abbiamo risorse stanziate per gli anni successivi, che sono legate all’eliminazione dell’Ace e all’introduzione della global minimun tax. Quindi siamo sostanzialmente allineati con quello che è l’intervento che si potrà fare sul versante della riduzione delle aliquote”, aggiunge Leo. Dal quadro tendenziale, aggiornato rispetto le dinamiche delle nuove previsioni politiche economiche, emerge ”l’impatto devastante del superbonus e simili”. ”L’andamento del debito è quello pesantemente condizionato dai riflessi per cassa dal pagamento dei crediti fiscali del superbonus nei prossimi anni. Questa enorme massa di 219 miliardi di crediti edilizi, scenderanno in forma di compensazione nei prossimi anni, e diventeranno a tutti gli effetti debito pubblico, anche ai fini contabili”.

La voragine del superbonus

Resta il pesantissimo macigno del superbonus, che ancora non è definito del tutto. Dal quadro tendenziale, aggiornato rispetto le dinamiche delle nuove previsioni politiche economiche, emerge ”l’impatto devastante del superbonus e simili”, dice Giorgetti. ”L’andamento del debito è quello pesantemente condizionato dai riflessi per cassa dal pagamento dei crediti fiscali del superbonus nei prossimi anni. Questa enorme massa di 219 miliardi di crediti edilizi, scenderanno in forma di compensazione nei prossimi anni, e diventeranno a tutti gli effetti debito pubblico, anche ai fini contabili”, aggiunge il ministro-

Quello che non cessa adesso è la verifica e il controllo della bontà di questi debiti” derivanti dal superbonus, che ”ha già portato, ad oggi, a circa 16 miliardi di crediti annullati e sequestrati a vario titolo”. ”Questa operazione di verifica circa la bontà di tutti questi crediti vantati, o dichiarati tali, presso lo Stato continuerà e credo sia una delle parti più importanti dell’operazione di accertamento e di verifiche fiscali che dobbiamo fare quest’anno”, ha aggiunto. Le previsioni macro e di crescita sono “assai complicate in un quadro internazionale e geopolitico complicato“, ha spiegato ancora Giorgetti aggiungendo che il Def “tiene conto della rivoluzione delle regole di bilancio e fiscali in sede europea, tali per cui mancano le disposizioni attuative, le istruzioni per la costruzione del percorso”. ”In sede europea – ricorda – è stato deciso che il termine per la presentazione del nuovo Def, cioè il programma strutturale, è stato stabilito per 20 settembre. Ovviamente la nostra volontà è di presentarlo prima, quando saranno disponibili tutti gli elementi, prima di tuto la traiettoria tecnica che dovrebbe essere resa disponibile presumibilmente nella seconda metà giugno da parte dell’Unione europea”.