Def, anche “Oxford Economics” boccia Conte: “Il superbonus è la peggiore misura degli ultimi 10 anni”

8 Apr 2024 20:18 - di Leo Malaspina

Alla vigilia del varo del Def da parte del governo, l’ex premier Conte viene bocciato anche dalla prestigiosa società di analisi Oxford Economics. “Gli incentivi fiscali previsti dal Superbonus sono probabilmente la peggiore misura di politica fiscale attuata nel paese negli ultimi dieci anni”, è il clamoroso giudizio dell’osservatorio Oxford Economics che ricorda come “inizialmente sono stati implementati come misura anticiclica dopo la pandemia ma sono continuati durante un periodo in cui l’economia è cresciuta in modo piuttosto forte”. L’analisi di Oxford Economics spiega che “si prevede che il moltiplicatore fiscale di queste misure sarà piuttosto contenuto, mentre l’impatto sulla produzione potenziale sarà prossimo allo zero. Inoltre, il piano si è rivelato molto più costoso rispetto alle stime iniziali e i suoi effetti sul debito pubblico si faranno sentire nei prossimi anni”. Dalla metà del 2021 fino a marzo di quest’anno, questa misura è costata al governo 122 miliardi di euro, ovvero il 5,8% del PIL del 2023.

Gli analisti di Oxford Economics molto critici con il governo Conte

Il Superbonus ‘gonfierà’ nei prossimi anni il debito pubblico italiano con un aggravio probabilmente di circa 200 miliardi di euro per sgravi fiscali che “si tradurranno in maggiori esigenze di finanziamento” pari a circa il 2% del PIL all’anno nel periodo 2024-2026m dice ancora Oxford Economics alla vigilia della presentazione del Def che evidenzia come “il debito pubblico in percentuale del PIL continuerà ad aumentare nonostante una crescita nominale positiva e un deficit fiscale in diminuzione”.

Ma l’analisi dell’economista Nicola Nobile evidenzia anche come “il venir meno di tali incentivi significa che il settore edile costituirà un freno alla crescita” con investimenti nelle costruzioni residenziali post-bonus in calo del 20% nei prossimi tre anni.

Finora, si riconosce da Oxford Economics, “i mercati finanziari rimangono calmi, dal momento che l’economia italiana ha mostrato una certa resilienza con una performance dopo la pandemia leggermente migliore della media dell’Eurozona”. “A nostro avviso, tuttavia, esiste il rischio evidente che i mercati finanziari non abbiano ancora colto l’impatto negativo che tali misure avranno sulle future dinamiche del debito” conclude l’osservatorio britannico.

Lo stop del governo alle misure di sostegno a pioggia

“Con il decreto dello scorso 4 aprile il governo ha posto uno stop a sconto in fattura e cessione del credito per i bonus edilizi e impedendo di fatto la cosiddetta ‘remissione in bonis’, e cioè la possibilità di comunicare anche in ritardo all’Agenzia delle Entrate i modelli, pagando una sanzione di 250 euro. E non sarà più nemmeno possibile riparare ai cosiddetti errori sostanziali, comunicando appunto l’errore nella cessione e ripetendo correttamente l’operazione. Sarà possibile però correggere i cosiddetti errori formali, come ad esempio un errore nel riferimento catastale o l’identificativo dell’asseverazione, perchè questi non vanno a inficiare la bontà dell’operazione realizzata entro il 4 aprile”, spiega poi Luigi Passante, esperto in materia di bonus edilizi e vice presidente dell’Ungdcec (Unione nazionale giovani dottori commerciali ed esperti contabili) di Napoli, Luigi Passante, con Adnkronos/Labitalia. 

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