Il governo alla prova del Def: conti e Pil meglio delle previsioni. E c’è anche un tesoretto da 3 miliardi

8 Apr 2023 13:50 - di Luciana Delli Colli
def governo

Martedì, alla ripresa dei lavori dopo la pausa pasquale, il Consiglio dei ministri sarà alla prova del Def, il Documento di economia e finanza con il quale per la prima volta il governo si cimenterà nella definizione del quadro macroeconomico. Si tratta di un appuntamento al quale l’esecutivo arriva capitalizzando le buone performance economiche registrate fin qui e riassumibili nell’indicatore del Pil in crescita.

Il Pil in crescita rispetto alle stime

Nel Def trovano spazio le stime di crescita, i dati dell’indebitamento e dell’inflazione e si determinano gli obiettivi di finanza pubblica fino al 2026. Nella NaDef, la nota di aggiornamento di settembre scorso, la stima di crescita era indicata nello 0,6%, da allora è stata ritoccata al rialzo sia dall’Ocse, che l’ha attestata all’1% per il 2024, sia dalla Commissione europea, che l’ha puntata allo 0,8%. Il governo, secondo alcune indiscrezioni emerse nei giorni scorsi dal Mef, la registrerà allo 0,9%, in ossequio a quella linea di prudenza più volte annunciata dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e dettata da una scelta di “serietà e responsabilità”.

Calano inflazione e debito. Dai conti in miglioramento un tesoretto di circa 3 miliardi

Migliorano sensibilmente, inoltre, i dati sull’inflazione che, secondo gli studi Ocse, è scesa dall’8,7% del 2022 al 6,7% di quest’anno, con previsioni che per il 2024 parlano del 2,5%. Anche per quanto riguarda il capitolo dell’indebitamente, altro dossier sensibilissimo, il Mef si attende una discesa tendenziale del deficit al 4,35%, che frutterebbe un “tesoretto” stimato tra i 2,5 e i 3 miliardi. Mercoledì l’Istat ha diffuso i dati delle amministrazioni pubbliche relativi al quarto trimestre 2022, registrando un peggioramento dello 0,7% sullo stesso periodo del 2021, ma anche un miglioramento dell0 0,5% nel saldo primario che determina il miglioramento complessivo.

I dossier del Def più caldi per il governo

Insieme alla crescita, il contenimento del debito resta il faro dell’azione macroeconomica del governo, che in questa cornice si trova a dover gestire tre i dossier di principale impatto: la guerra in Ucraina; la previdenza; la spending review collegata al Pnrr. Secondo quanto ricostruito dall’agenzia di stampa Italpress, che ha citato il Servizio studi della Camera, nell’ultima legge di bilancio per il comparto militare sono stati già autorizzati per quest’anno 27,7 miliardi, 1,8 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Inoltre, c’è stato lo stanziamento di 1,57 miliardi per le missioni internazionali. Complessivamente si tratta dell’1,38% del Pil e nel Def ci si attende un intervento per avvicinarsi a quel 2% concordato con la Nato una decina di anni fa, sebbene, come spiegato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, con gli attuali vincoli di bilancio “non sarà facile”.

Guerra in Ucraina, previdenza e spending review

Per quanto riguarda la previdenza, la Nadef ha previsto una spesa in crescita dai 297,3 miliardi del 2022 ai 320,8 del 2023. Il capitolo impatta sul dibattito per la riforma delle pensioni, nella quale Quota 41 peserebbe per 9 miliardi. Per gli analisti, dunque, è difficile classificarla come una opzione a breve scadenza, sebbene l’esaurimento di Quota 103 a dicembre apra nuovi scenari per il prossimo anno. Infine c’è il tema della spending review, collegata al Pnrr: dovrà portare a risparmi per 3,56 miliardi da qui al 2025, che dovrebbero essere definiti nel dettaglio proprio nel Def.

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