Recuperato a Lecco il corpo senza vita della bambina di 11 anni scomparsa a Ferragosto

16 Ago 2023 14:54 - di Paolo Cortese
Lago

Lago fatale. E’ stato recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco il corpo privo di vita della 11enne scomparsa ieri nelle acque del lago di Como ramo di Lecco a Mandello del Lario. Finisce tragicamente una vicenda che aveva interessato tutte le forze dell’ordine , impegnate con ogni mezzo a tentare di ritrovare la bambina.

Il dramma di ieri al lago

La  piccola Fatou, la bambina di 11 anni originaria del Senegal era  scomparsa dal primo pomeriggio di Ferragosto nei pressi di Mandello del Lario (Lecco) dopo essersi tuffata insieme al fratello più grande davanti alla foce del lago Meria. Era stato  impiegato anche il rover, un sottomarino filoguidato attrezzato per la ricerca strumentale ad altissime profondità per tentare di ritrovarla. Oltre ai vigili del fuoco erano intervenuti, infatti, anche i sommozzatori di Milano, e ed erano arrivati  anche quelli di Torino e Genova. Stando a quanto si apprende, la piccola non sapeva nuotare e potrebbe essere stata trascinata anche molto lontano a causa delle correnti del lago.

Anche a Bolsena un ventenne annegato

Era stato già ritrovato il corpo del ventenne che stava navigando insieme ad alcuni amici a poca distanza dal porto di Capodimonte, e che non era più riemerso dopo essersi tuffato dall’imbarcazione. A lanciare l’allarme gli amici del ragazzo. Le ricerche dei sommozzatori dei vigili del fuoco erano andate avanti tutto il giorno. Questa mattina il cadavere del giovane di origini senegalese è stato individuato da un drone impiegato per le ricerche. La salma si trova a pochi metri dalla riva in prossimità di uno stabilimento balneare.

I rischi delle acque dolci

Le vicende di Lecco e Bolsena dimostrano, purtroppo, che anche le acque dolci nascondono rischi per i bagnanti. Non conviene  immergersi se non si sa nuotare, in zone dove vige il divieto di balneazione, se ci si sente stanchi o si è fatto uso di alcol o sostanze. I bambini, dicono i sanitari, “devono stare al massimo alla distanza di un braccio dall’adulto di riferimento”. Una delle possibili concause di annegamento nella stagione estiva può essere anche la sindrome da “idrocuzione” e cioè una sincope da immersione rapida in acqua, specialmente fredda, che nei casi più gravi può causare la morte per arresto cardiorespiratorio.

 

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