È allarme “cicatrice francese”: i ragazzini si sfregiano per seguire l’ultimo trend di Tik Tok

16 Feb 2023 15:11 - di Natalia Delfino
cicatrice francese

Procurarsi un livido sullo zigomo, stringendo forte un lembo di pelle tra le dita messe a forbice. Consiste in questo l’ultima “challenge” che dilaga tra i ragazzini. Lo sfregio viene chiamato «cicatrice francese», poiché pare che quest’ultima sfida social autolesionista sia nata oltralpe.

L’alert della polizia postale sulla cicatrice francese

«La sfida consiste nel procurarsi uno o più ematomi sullo zigomo stringendo con forza la cute tra le dita, sino a lasciare un segno livido evidente. L’intento è quello di assumere un aspetto più rude e temerario, mostrando i segni di una fittizia colluttazione», ha spiegato la Polizia postale in un alert, che si aggiunge a quelli lanciati da chi, come il personale scolastico, si trova costantemente a contatto con i ragazzi. Il trend, come altri che lo hanno preceduto, ha diversi profili di problematicità, a partire dal fatto che procurarsi un livido sul viso rischia di essere uno scherzetto con cui si può dover fare i conti anche per un paio di mesi, come spiegato dai dermatologi interpellati sulla materia.

Il Moige: «Rivedere la legge che consente i social ai 14enni»

«Siamo molto preoccupati per quanto accade sulle piattaforme social dedicate ai minori dove non c’è controllo da parte dei genitori. Crediamo che sia da rivedere la legge che consente ai 14enni di potersi iscrivere, e postare le proprie foto, regalare la propria immagine ai social in maniera illimitata e incondizionata», ha detto all’agenzia di stampa Adnkronos Antonio Affinita, direttore generale del Moige-movimento genitori.

«I genitori spesso sono inconsapevoli»

«La nostra forte preoccupazione nasce da fatto che il 14enne è stato messo in condizione di contrattualizzarsi con una multinazionale social come Tik Tok o Instagram o altre piattaforme, – ha proseguito Affinita – senza alcun controllo o consenso da parte dei genitori che spesso quindi sono inconsapevoli delle sfide pericolose che vengono lanciate e accettate, di atti di autolesionismo, come appunto questo ultimo della “cicatrice francese”, ma anche come tanti altri che possono essere pericolosi». «Si devono trovare e attuare sistemi che impediscano ad un minore di potersi iscrivere a tali piattaforme social senza il consenso dei genitori, e “giocare” se così si può dire, in maniera pericolosa, autolesionistica e che può arrecare disagi e problemi sotto diversi aspetti – conclude Affinita – e proprio su questo tema all’inizio di febbraio abbiamo lanciato la campagna di sensibilizzazione “Giovani Ambasciatori per la Cittadinanza Digitale contro cyber bullismo e cyber risk”, che vede coinvolte oltre 300 scuole».

 

 

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