Meloni: “Il premierato non serve a me, ma all’Italia. Il mio governo è solido e stabile”

8 Mag 2024 19:48 - di Adriana De Conto
Meloni premierato

“La Carta costituzionale non è un moloch o un’esclusiva di una sola parte politica. Sono convinta della bontà del premierato, vado avanti per mia coscienza”. Giorgia Meloni è intervenuta al convegno ospitato dalla Camera dei Deputati e propossa dalla Fondazione De Gasperi, e dalla Fondazione Craxi. “Un’iniziativa autorevole” ha detto la premier ringraziando organizzatori e relatori tra cui l’ex presidente Violante, il professor Orsina, tra gli altri. Alla presidente del Consiglio è piaciuta soprattutto l’idea di fondo dell’incontro: l’apertura verso altri “mondi” –  imprenditoriali, sportivi, artistici – perché – ha sottolineato- “la composizione di questa sala è uno spaccato della società molto bello“. Quando si parla di riforme e di Costituzioni si ritiene che il confronto rimanga “circoscritto agli addetti ai lavori. Invece estendere la platee è stata una una scelta intelligente”. La Costituzione,  il modo in cui si articola il funzionamento delle regole repubblicane non è affatto un atgomento circoscritto. “La Costituzione  è di tutti, tocca tutti. E a tutti fornisce gli strumenti per orientare quel che ciascuno decide di fare nella propria vita. Sancisce diritti e doveri all’interno dei quali le differenti posizioni devono sempre trovare un terreno comune.

“La Costituzione non è un moloch”

“Chi ritiene di essere depositario esclusivo della Costituzione ne mette, per paradosso, in crisi la funzione unificante- scandisce la premier- . Se la Costituzione è di tutti -ed è di tutti- la sua interpretazione non può privilegiare una sola cultura politica o un solo punto di vista”. “La Costituzione – prosegue- offre una cornice, fissa dei paletti. Ma si pone il problema di garantire l’autonomia della politica. Perché si fonda sulla sovranità popolare che è la principale fonte di legittimazione del sistema. La democrazia poggia sul principio di maggioranza. Ma la Costituzione – rimarca Meloni- non è un moloch intangibile: negli oltre 75 anni in cui è stata in vigore non è mai stata pietrificata: è vissuta nell’interpretazione dei vari attori della nostra democrazia. La Costituzione va letta e applicata in modo che in essa si riconoscano tutti”.

Meloni: “L’obiettivo del premierato è evitare i ribaltoni”

L’obiettivo del premierato è  quello di “evitare ribaltoni. Nella scorsa legislatura abbiamo avuto tre governi, guidati da due presidenti del Consiglio: nessuno dei due aveva avuto legittimazione popolare. Hanno guidato coalizioni formate da partiti che in campagna elettorale avevano dichiarato la loro alternatività; e la fiducia a quei governi è stata data da parlamentari eletti in liste bloccate. Tutto costituzionalmente legittimo, ma il punto è che i padri costituenti non potevano immaginarlo. Perché era un altro mondo, un’altra epoca. Ora lo abbiamo visto accadere e lo dobbiamo correggere”.

Premierato, Meloni: “Faccio questa riforma per chi arriva domani”

Poi tocca un punto che tiene a rimarcare a chiare lettere nella Sala della Regina di Montecitorio. Lo ha fatto rivolta all’ex predidente della Camera, Luciano Violante: “Autorevoli costituzionalisti si sono interrogati su come assicurare stabilità al governo. Non si è mai riusciti a fare passi in avanti, a trovare soluzioni. Forse per la tendenza della politica di guardare all’interesse di parte. Violante – dice la premier-  io mi sono interrogata molte volte su come gli avversari utilizzerebbero questa riforma. Non mi spaventa. Questa riforma la sto facendo per chi arriva domani. Questo è un governo solido o stabile, non ne avrei bisogno. È un rischio per me fare questa riforma. Se non cogliessi questa occasione, non sarei in pace con la mia coscienza”.

“Il premierato non indebolisce né il Capo dello Stato né il Parlamento”

La premier si è augurata un dibattito con le opposizioni sul merito per arrivare a un ”testo migliore”. Il governo -afferma- non è entrato “a gamba tesa” sul terreno delle riforme, “ma in punta di piedi per cercare il dialogo”. Dunque ”sono sempre disponibile a dialogare, purchè l’intento non sia dilatorio e non sia quello che tante volte abbiamo visto… “. Passa quindi a rintuzzare le principali critiche alla riforma che le vengono rivolte: l’indebolimento del ruolo del Capo dello Stato e del Parlamento. Niente di più sbagliato: “Bisogna salvaguardare gli organi di garanzia, a partire dalla funzione di arbitro super partes del capo dello Stato. Ed è esattamente quel che fa questa riforma” del premierato: ”è stata una scelta quella di lasciare inalterati i poteri fondamenti del presidente della Repubblica. Questa è stata una scelta, non un incidente”, rimarca nel suo int3ervento la premier. E con altrettanta chiarezza afferma la riforma del premierato ”salvaguarda il ruolo del Parlamento”. E’ vero il contrario: a chi sostiene che indebolisca le Camere, la premier replica: “Penso che sia stato spesso proprio il trasformismo ad avere indebolito le Camere”.

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