Senato, il premierato è costituzionale e la sinistra strepita. FdI: insultano, non hanno argomenti
Premierato, secondo step in un clima incandescente alimentato dalle opposizioni che urlano alla deriva plebiscitaria e allo sfregio della Costituzione. L’Aula del Senato ha respinto (con 54 sì, 104 no e 2 astensioni) le pregiudiziali di costituzionalità al disegno di legge sulla riforma presidenziale. Dopo il via libera al testo della commissione Affari costituzionali, con i voti del centrodestra e delle Autonomie e l’astensione di Italia Viva, il dibattito, che si preannuncia lungo, entra nel vivo.
Premierato, respinte le pregiudiziali di costituzionalità
Sono 3.000, una valanga, gli emendamenti depositati in Aula dalle opposizioni al ddl Casellati e circa 80 gli iscritti a parlare. Che tradotto significa ostruzionismo e barricate non richiesta di confronto come sostengono i senatori del centrosinistra indignati dal presunto blitz. Fuori dal palazzo Elly Schlein, intanto, è pronta alla pugna e annuncia una grande manifestazione contro il premierato e l’autonomia differenziata, i due bersagli scelti dalla segretaria dem per scaldare gli animi freddi degli elettori anti-meloniani in vista del voto europeo. E lo fa quasi implorando alla partecipazione (“vi chiedo di mobilitarci in modo forte il 2 giugno quando faremo una manifestazione sulla Costituzione e sull’Europa federale”). Addirittura chiede ai suoi di usare “i vostri corpi e le vostre voci per fare muro rispetto a questo tentativo”.
Lo show dei dem che urlano alla deriva plebiscitaria
In aula fa in scena lo show delle opposizioni che si stracciano le vesti a difesa della Costituzione che verrebbe sfregiata dalla riforma. “Alla destra diciamo di fermarsi, perché sta smantellando le istituzioni e la Costituzione del Paese. Stanno mandando in soffitta il Parlamento e affidando tutti i poteri al Premier”. Così in aula la senatrice dem illustrando la pregiudiziale di costituzionalità di lì a poco bocciate. E poco importa se la ministra Elisabetta Casellati è tornata a ribadire che nel disegno di legge (“che è per l’Italia, non per il centrodestra”) non c’è traccia “di deriva autoritaria, nessuna rottura dell’ordine repubblicano”.
La Costituzione come la Cappella Sistina vandalizzata
Iperbolico e imbarazzante l’intervento del dem Francesco Giacobbe, che paragona la Costituzione alla Cappella Sistina “vandalizzata” dalla riforma. Che, a suo dire, ridurrebbe i poteri del presidente della Repubblica perché – udite udite – “la forza che deriva dalla investitura popolare è certamente maggiore di quella che deriva dal Parlamento”. E questo per la sinistra dei governi tecnici e degli accordi di palazzo, è inaccettabile.
Gasparri: nessun colpo di mano, ne parliamo da decenni
Ci pensa Maurizio Gasparri, a far atterrare gli avversari sulla terra. “Sappiamo che quando si mette mano alla Costituzione bisogna farlo con cautela, con senso di responsabilità, con spirito costruttivo. Ed è quello che stiamo facendo”. Poi contesta la “passione” per la tempistica che anima il centrosinistra ricordando che di riforma presidenziale si discute da decenni, fin dal primo governo Berlusconi, e non è certo un blitz della maggioranza. “Per Forza Italia – ricorda il capogruppo azzurro – questo provvedimento è uno dei più importanti dell’intera legislatura. Fa parte del programma politico del centrodestra”. Insomma nessuno può parlare di accelerazione o un’improvvisazione da parte nostra. “Si è discusso in Commissione a lungo e voglio ringraziare ministro Casellati perché non è vero che non c’è stato ascolto. Il testo è stato modificato”.
La Russa: nessuna forzatura sui tempi
E che non ci siano forzature sui tempi viene ribadito anche dal presidente del Senato Ignazio La Russa: “Nessuna accelerazione immotivata, nessun ritardo strumentale”. Non sono mancate da parte di Pd e 5stelle sceneggiate e insulti ai banchi del centrodestra. “Esternazioni vergognose”, commentano i senatori di FdI Cosenza, Mieli, Mancini, Spinelli, Tubetti, Zedda. “È irrispettoso e indegno rivolgersi agli avversari politici definendoli ‘supini’ e ‘sciocchi’. Soprattutto se provengono da chi dovrebbe rappresentare il popolo nella camera alta del Parlamento. Offendere e denigrare l’avversario – concludono nella nota – evidentemente è la concezione di cultura del rispetto di una sinistra che pretende di avere la verità in tasca. Pd e M5s non hanno validi argomenti per giustificare il voto contrario a una riforma importante per la nostra Nazione e il popolo italiano come il premierato”.