Atreju, sul premierato Violante sogna il modello tedesco. La Russa: “Purché decida il popolo”

15 Dic 2023 20:04 - di Guido Liberati
premierato, Atreju

Ad Atreju tiene banco il dibattito sulla riforma del premierato. Il parterre è d’eccezione col ministro delle Riforme ed ex presidente del Senato, Elisabetta Casellati, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, l’ex presidente della Camera e della Bicamerale per le riforme costituzionali Luciano Violante e il costituzionalista Francesco Saverio Marini. A fare da moderatore d’eccezione Bruno Vespa. Il conduttore di Porta a Porta esordisce ironizzando con la platea di Atreju: «Ho accettato di moderare il dibattito a condizione che la riforma mi garantisca la presidenza della terza camera dello Stato».

Un tema che vede concorde il centrodestra, come spiega la Casellati. «Ritengo che il Parlamento sia il luogo del dibattito ed è sempre aperto, ma c’è un unico punto che credo non possa essere discutibile: l’elezione diretta. Per troppo tempo abbiamo assistito alla successione di governi tecnici e policromi e i cittadini, giustamente, si sono allontanati dalle urne perché hanno ritenuto che il loro voto fosse finito nel cestino. Ritengo che i cittadini si debbano riappropriare di quel diritto al voto, dobbiamo restituire quanto tolto per troppo tempo».

Violante contrario alla riforma del premierato

La riforma del premierato vede la profonda perplessità di Luciano Violante, che arriva addirittura a rimpiangere i governi balneari della prima Repubblica. «C’era una instabilità dei governi, cambiavano i ministri ma non la linea politica», dice che l’ex presidente dei Ds, citando una conversazione di Aldo Moro con Kissinger.

«Avere un Paese con due capi crea instabilità – sentenzia il presidente della Fondazione Leonardo – Il mio timore è che l’instabilità si trasferisca dal governo ai rapporti tra i due capi». Per il ddl Casellati «ho un forte dissenso», prosegue, perché «nessun Paese ha un sistema del genere e questo dovrà dirci qualcosa». «Il presidente del Consiglio ha in mano la maggioranza presidenziale ed è lui che elegge il presidente della Repubblica» ma «avere un Paese con due capi crea instabilità», ha incalzato Violante, auspicando il “sistema tedesco”. «Il parlamento dovrebbe votare in seduta comune alcune questioni forti: tipo la fiducia e la legge elettorale», ha aggiunto l’ex presidente della Camera, incalzato da Bruno Vespa.

Dal costituzionalista Marini alla Casellati: il punto sulla riforma

Non ha invece voglia di rimpiangere i governi della prima Repubblica il presidente del Senato, Ignazio La Russa che ricorda «Fino a quando si sapeva che il Partito comunista non poteva andare al governo per motivi internazionali, una stabilità di linea politica internazionale restava. Ma dopo la caduta del Muro di Berlino dei cambiamenti sostanziali ci sono stati. Basti pensare alla scorsa legislatura». Per il presidente del Senato, replicando a Violante, «non si possono fare dei paragoni con la Francia e gli Stati Uniti. Da noi c’è un assoluto bisogno di ridare al popolo la certezza che se vota per una certa maggioranza, al governo non vada una maggioranza diversa. Questo c’è solo in Italia».

“Scalfaro è stato il peggior presidente della storia d’Italia”

Il punto irrinunciabile della riforma costituzionale del premierato ribadisce la seconda carica dello Stato, è «che decida il popolo e non dopo il voto i partiti come meglio gli aggrada». Per poi aggiungere: «Ci dobbiamo mettere d’acordo con noi stessi. Se facciamo come il centrodestra siamo dittatori, se cerchiamo di trovare una via mediana siamo incapaci». E ancora: «In tanti anni in Parlamento ho capito che la cosa migliore è lasciare tutto com’è: perchè tutto com’è ha significato per molte forze politiche aver governato senza vincere le elezioni. Nella loro logica il presidente della Repubblica sarà sempre non tanto come Mattarella, cui va il mio rispetto, ma come Scalfaro magari, custode di una certa impostazione politica italiana, per me il peggior presidente della Repubblica che l’Italia abbia avuto».

«Finisco col dire – ha precisato La Russa alla platea di Atreju – che il presidente della Repubblica avrà sempre un grande peso. Controllare la prima valutazione di costituzionalità, rimane infatti la firma delle leggi».  Per poi chiosare ironicamente con Vespa: «Ho già un candidato, tra 14 anni, per quando non ci sarà più questo presidente, che passa dalla terza camera…».

 

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