Peter Gomez ad Atreju: “A Caivano il governo sta facendo bene”. Ed elogia Colosimo all’Antimafia
«Secondo me a Caivano il governo sta facendo bene. È positiva la sua presenza e che si stia mettendo a posto il Parco Verde. Qualcuno diceva: sarà come le altre volte. Invece, no, non è stata come le altre volte». A sorpresa è Peter Gomez del Fatto quotidiano a riconoscere il buon lavoro del governo Meloni, davanti alla platea di Atreju, al dibattito ”Da Caivano alla cybermafia: lotta alla criminalità organizzata”.
Nella sala intitolata a Emanuela Loi, la poliziotta della scorta del giudice Borsellino, morta nell’attentato in via D’Amelio, il direttore dell’edizione on line del Fatto riconosce anche quanto fatto finora anche da Chiara Colosimo da presidente dell’Antimafia: «Ha fatto un ottimo lavoro». Gomez riserva in coda la parte più velenosa del suo intervento, ripescando il cavallo di battaglia dell’anti-berlusconismo: «Dovete stare attenti ai vostri alleati – dice Gomez alla platea di FdI – perché sui rapporti di Dell’Utri con la mafia non si è fatta abbastanza chiarezza».
Da Caivano alla cybermafia: i successi del governo contro criminalità organizzata
Nel dibattito moderato da Wanda Ferro, il prefetto Vittorio Rizzi traccia un quadro della situazione della lotta alla criminalità organizzata. «È cambiato il linguaggio mafioso, si è passati dai pizzini alle piattaforme criptate». Il vicecapo vicario della Polizia, sottolinea che «oggi la comunicazione delle mafie avviene nelle piattaforme criptate». Se da un lato si assiste a un «calo del 30% dei reati gravi come associazione mafiosa» e i collaboratori di giustizia sono 800 con un calo significativo del 46% rispetto al 2016″, dall’altro “c’è il tema di mafie globalizzate”, ha detto. “L’Italia – ha concluso – sta esportando un modello di resilienza e di contrasto alle mafie». «Accanto a fenomeni odiosi come l’usura e le estorsioni ci sono nuove dinamiche criminali. Oggi il 64% delle truffe sono cybertruffe», ricorda ancora Rizzi.
Chiara Colosimo: “Vogliamo la verità sulle stragi e andremo fino in fondo”
«Oggi Cosa nostra è più debole rispetto a 30 anni fa, così come camorra e sacra corona unita – ricorda il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano – La minaccia più forte è rappresentata dalla ‘ndrangheta, temibile anche al Nord». Sul lavoro a Caivano, «non basta arrestare i criminali, ma occorre bonificare il territorio. Quei vuoti vengono riempiti, ma non è decisivo. a Caivano limitarsi ad arrestare i boss se nel pomeriggio o la sera un ragazzo di 15 anni non ha un posto dove fare sport o incontrare gli amici. Se il cronoprogramma sarà rispettato, tra 6 mesi avremo piscine e impianti sportivi».
Rivendica con orgoglio i risultati ottenuti finora anche il presidente della commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo. «Non c’è nessun servizio più alto alla Patria che fare antimafia. Non c’è cosa più alta di questa che la politica possa fare al servizio del Paese. Grazie ai commissari che si stanno battendo per la verità che dopo tanti anni ancora latita», ha aggiunto assicurando: «Abbiamo davanti la sfida della verità su tutte le stragi. Andremo fino in fondo, qualcunque cosa comporti, per sapere la verità su tutte le stragi».
Valditara: “Dobbiamo ridare valore al concetto di autorità”
Il ruolo decisivo della scuola nella cultura della legalità viene sottolineato dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. «Dobbiamo ridare valore al concetto di autorità, che non è autorità indice di autoritarismo. La parola autorità deriva da ‘autoritas’ che vuol dire rafforzare, integrare, aumentare. Quindi rafforzamento dell’autorità legittima, cioè dell’autorità democratica, che va rispettata. E’ questo quello che noi dobbiamo reintrodurre nelle nostre scuole e nelle nostre classi». «La cultura del rispetto verso ogni persona passa ovviamente dalla cultura del rispetto verso le regole”, ha aggiunto il ministro insistendo sulla necessità di “uscire dai miti del Sessantotto, come il 6 politico e il divieto del no. Lo dico sempre ai genitori che incontro, devono tornare a dire no ai figli».