Il 25 luglio del calcio. Giuntoli si scopre juventino. Tesserati diventano tifosi indomiti per “qualche dollaro in più”

7 Lug 2023 20:44 - di Redazione

L’ultimo è stato lui, stasera. Cristiano Giuntoli, nuovo direttore sportivo della Juventus, reduce fresco da uno scudetto storico a Napoli dove ha alloggiato otto anni ( a 1,4 mln netti l’anno.). Fino a un mese fa piangeva con la sciarpa azzurra al collo. Successo epico . Passa un mese, Cristiano da Carpi alla presentazione del suo nuovo incarico dice “Le mie sensazioni sono state incredibili, quasi indescrivibili: per un bambino come me che partiva da Prato e faceva otto ore di pullman per vedere la Juventus, è una grandissima emozione”. Prenderà piò o meno il doppio a Torino ma è solo un piccolo particolare.

Precedenti illustri

Lasciando stare Rivera, Mazzola, Gigi Riva , Facchetti, ma anche Zanetti, Di Canio e Totti le bandiere nel calcio sono rimaste pochissime. Un 25 luglio interminabile. Da Carlitos Tevez che cambiò sponda a Manchester il 2009 sino a Ronaldo il fenomeno che da interista diventò milanista. Baciano la maglia, piangono, si riempiono di tatuaggi e poi, puntualmente, cambiano idea ( e squadra).

Totti un esempio

Se è vero che Maradona rifiutò un assegno in bianco da parte di Berlusconi e Riva preferì rimanere a Cagliari dicendo no ad Agnelli, il “Pupone” è un altro esempio di fedeltà calcistica. Il 2006 a quasi 30 anni , dopo avere vinto il mondiale, il Real Madrid gli offrì un quadriennale ricco e la possibilità di vincere la Champions. Disse di no rimanendo per altri undici anni nella sua Roma. Un altro stile

 

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