Calcio, addio a Vincenzo D’Amico, campione della gloriosa Lazio di Maestrelli
E’ morto a 68 anni ( ne avrebbe compiuti sessantanove a novembre) Vincenzo D’Amico, giovane stella della Lazio di Tommaso Maestrelli, campione d’Italia nel 1974. D’Amico era malato di tumore, come aveva annunciato poche settimane fa. “Mi dicono che i malati oncologici tirano fuori forze inaspettate! Io ci sto provando!”:così Vincenzo aveva scritto in un post sui social lo scorso maggio, confermando di lottare contro il cancro. Un post che aveva raccolto una lunghissima serie di messaggi di incoraggiamento da parte dei suoi tifosi ed amici. La confidenza era riservata ai suoi amici di facebook ed era poi stata rilanciata da alcuni di questi sul web: “E’ tutto vero”, aveva timidamente confermato lo stesso ex giocatore della Lazio. D’Amico era ricoverato in ospedale. Le sue condizioni – a quanto si apprende -si sono aggravate rapidamente nel giro di pochi giorni.
Piede fatato, sedici anni in biancoceleste
Dotato tecnicamente , debuttò in serie A contro la Sampdoria proprio nell’anno dello scudetto. Da quella partita, Maestrelli non lo tolse più. Complessivamente, fino al 1986( anno della miracolosa salvezza in serie B con Eugenio Fascetti ) ha disputato 240 partite con la Lazio segnando 40 reti. Il 1980, per un solo anno, si trasferì al Torino, rientrando alla base l’anno successivo. Nazionale under 21 non fu mai convocato nella nazionale maggiore ( ma a quei tempi era difficilissimo).
La maledizione e le leggende
Quella squadra che vinse lo scudetto del 1974 è rimasta nell’immaginario collettivo come un gruppo separato, tenuto in piedi dal carisma di Maestrelli. La leggenda racconta della presenza di due clan all’interno dello spogliatoio, di calciatori che arrivavano agli allenamenti con la pistola, di partitelle infrasettimanali caratterizzate da veri e propri scontri ma di una straordinaria capacità di unità al momento di giocare. Certo è che gli eroi di quella compagine non ebbero grande fortuna iniziando proprio dal tecnico, morto nel dicembre del 1976 per un tumore al fegato. Nel gennaio del 77 l’incredibile morte di Luciano Re Cecconi, ucciso per sbaglio dopo uno scherzo in gioielleria. Poi l’arresto di Pino Wilson. La morte di Giorgio Chinaglia, la dipartita di Frustalupi, quella di Felice Pulici e di Facco, fino alla scomparsa, oggi, di Vincenzo D’Amico.