Le ceneri del papà di Pamela Mastropietro riposano vicino a lei al Verano: “Uniti anche in terra”
Quel fatto di cronaca atroce, che ha inorridito tutta l’Italia. continua a provocare un dolore immenso. Pamela Mastropietro – la diciottenne romana uccisa e fatta a pezzi a Macerata nel gennaio di cinque anni fa – non è più sola, al cimitero del Verano. Ora anche le ceneri del papà Stefano riposano vicina a lei. Uno strazio nello strazio, un lutto che si aggiunge al lutto. “Ora siete uniti anche in terra”, ha scritto in un post la sua ex, la mamma di Pamela, Alessandra Verni.
La scomparsa del papà di Pamela Mastropietro
Stefano Mastropietro era stato trovato morto in casa, a Roma, il 14 maggio scorso, stroncato da un malore. Insieme alla mamma di Pamela, ha lottato fin dall’inizio per avere giustizia per la figlia. Sempre presente alle udienze del processo che ha portato alla condanna all’ergastolo nei confronti di Innocent Oseghale, il 22 febbraio scorso era in aula, a Perugia, anche all’ultima udienza del processo di appello bis per la sola aggravante della violenza sessuale che ha visto la conferma della condanna per il nigeriano. Poi l’addio.
Le parole dello zio
«Abbiamo combattuto la giusta battaglia e sei stato un valoroso soldato. Da oggi, le tue ceneri mortali riposano accanto al corpo di tua figlia, di Pamela. Ciao Stefano. Un giorno ci rivedremo», ha affermato in un altro post Marco Valerio Verni, lo zio della ragazza che, come avvocato, ha assistito i genitori nella lunga battaglia giudiziaria.
Quel rifiuto opposto da Pamela Mastropietro
Pamela Mastropietro ha rifiutato un rapporto sessuale non protetto ed è stata uccisa. È quanto ha ricostruito la Corte di Assise di appello di Perugia nelle motivazioni della sentenza di appello bis, che ha confermato la condanna all’ergastolo per Innocent Oseghale accusato di aver violentato, ucciso e fatto a pezzi la 18enne romana. La ragazza di Morena, dopo aver subito la violenza, un rapporto sessuale non protetto, e con il “progressivo scemare” degli effetti della droga, ha gradualmente ripreso coscienza. E non ha «esitato a ribadire il proprio aperto dissenso a siffatte modalità dell’atto sessuale», avvenuto senza l’uso di protezione, «incorrendo però nell’abnorme reazione di Oseghale» che non ha «esitato ad ucciderla».