“Pamela grida giustizia e noi siamo la sua voce!”. Striscioni davanti all’aula per l’udienza a porte chiuse
Nuova udienza, davanti alla Corte di Assise di appello di Perugia, per il processo di appello bis nei confronti di Innocent Oseghale. Già condannato in via definitiva all’ergastolo per aver ucciso e fatto a pezzi Pamela Mastropietro. La 18enne romana i cui resti furono ritrovati in due trolley a Pollenza (Macerata) nel gennaio di cinque anni fa.
Pamela, nuova udienza a porte chiuse per il processo Oseghale
Nel corso dell’udienza dovrebbero essere ascoltati due uomini. Con i quali Pamela aveva avuto rapporti prima di incontrare il suo assassino. Che nella precedente udienza del 25 gennaio non si sono presentati. “Pamela grida giustizia e noi siamo la sua voce!”, si legge su uno degli striscioni che campeggiano fuori dal tribunale. “Il disagio non può essere un alibi per un massacro. Pamela voleva vivere e dei mostri le hanno spezzato tutti i sogni”, recita un altro.
“Pena dura e certa per chi violenta, uccide, massacra, deturpa la vita altrui “. E ancora: “Dopo cinque anni stiamo ancora aspettando giustizia! La disumanità non deve diventare normalità”. E “Intercettazione: ‘c’è una bianca da stuprare’ ed era Pamela”, si legge su altri mentre al centro campeggia una foto della 18enne con la scritta “Giustizia per Pamela Mastropietro”.
In aula i genitori della ragazza massacrata e fatta a pezzi
In aula ci sono i genitori della ragazza. Alessandra Verni, la mamma, indossa una maglietta con la foto della figlia. La Corte di Assise di Appello di Perugia ha deciso di ascoltare a porte chiuse le testimonianze dei due uomini. Che ebbero rapporti con lei prima dell’omicidio della ragazza. Che si allontanò dalla comunità di recupero di Corridonia e poi fu ritrovata uccisa e fatta a pezzi.
I legali chiedono di ascoltare i testimoni a porte chiuse
In apertura dell’udienza, il presidente della Corte di Assise di appello Paolo Micheli ha riferito la richiesta arrivata dal legale di uno dei testimoni di ascoltare la sua testimonianza a porte chiuse. Per tutelare” la sua “riservatezza” in considerazione del fatto che la vicenda lo ha già visto “vittima di clamore mediatico”. Di “offese anche sui social” e di uno stravolgimento della sua vita tanto da aver dovuto lasciare la sua attività di tassista.
Pubblico e giornalisti lasciano l’aula
Il sostituto procuratore generale, gli avvocati di parte civile e la difesa dell’imputato si sono detti d’accordo. Pubblico e giornalisti hanno dunque lasciato l’aula. e potranno rientrare una volta ascoltati i due uomini. Oseghale, invece, non è presente all’udienza.
La provocazione di Oseghale alla mamma di Pamela
Nel corso dell’ultima udienza di gennaio ci sono momenti di tensione. Causati da Innocent Oseghale. Uscendo dall’aula della Corte d’assise di Perugia, il nigeriano, condannato per l’omicidio della 18enne romana, scortato dagli agenti della penitenziaria, ha pronunciato alcune frasi nei confronti di Alessandra Verni, mamma di Pamela. Ne è nato un acceso diverbio per placare il quale è stato necessario l’intervento dei carabinieri.
“Pamela muore ogni giorno e lui se ne sta tranquillo in carcere”
Al termine della prima udienza, conclusasi con un rinvio, la mamma di Pamela ha mostrato la foto della giovane fatta a pezzi. “Dopo 5 anni ancora a discutere se merita l’ergastolo o no. Pamela muore ogni santo giorno mentre lui se ne sta tranquillo in carcere. Ecco come l’ha ridotta”, ha detto mostrando le immagini. Fuori dal palazzo di giustizia di Perugia, anche allora alcune amiche e amici di Pamela hanno esposto striscioni per chiedere giustizia. Fine