Il Pd ormai è una caserma: per De Luca la Schlein è una “parolaccia”. E si prepara a correre da solo

8 Giu 2023 16:02 - di Francesca De Ambra
Schlein

Prima piazzato e poi rimosso, sempre in nome del padre. Piero De Luca non ha ancora deciso se accontentarsi dello strapuntino di segretario d’aula, offertogli a beffardo ristoro del ben più prestigioso ruolo di vice-capogruppo, ma contro Elly Schlein, che l’ha defenestrato, suo padre Vincenzo ha già dissotterrato l’ascia di guerra. Piccoli segnali, certo, ma assai significativi per chi sa interpretare il codice semantico del focoso governatore della Campania. Prima un tweet contro non meglio identificati radical-chic, quindi una eloquente non-risposta ai giornalisti che gli chiedevano di commentare la decisione della leader dem: «In questa stanza sono vietate cattive parole».

Dopo la defenestrazione del figlio da vice-capogruppo

Solitamente, De Luca senior non bada a spese quando scarica la consueta gragnola di insulti. Se nei confronti della Schlein fa sfoggio di (relativa) prudenza è perché sa che non può commettere passi falsi. Tanto più che alle prossime elezioni regionali mancano ancora tre anni. Un tempo enorme, in cui tutto può succedere. Se dovesse decidere ora, assicurano fonti deluchiane, ‘o Sceriffo si candiderebbe come “civico“, anche contro il Pd. Per rafforzare la minaccia i suoi ricordano la corsa solitaria di tanti anni fa per la conquista del Comune di Salerno, quando vinse solo contro tutti.

Il governatore correrà alla Regione contro il partito della Schlein?

Ma una regione non è una città. A maggior ragione se contiene una capitale come Napoli, città di certo non proprio prona ai voleri del governatore. Ne fa fede la vittoria, seppur striminzita, della Schlein alle primarie, laddove in tutte le altre province ha prevalso largamente Bonaccini. In più, c’è da considerare che De Luca trae forza dal proprio sistema di potere territoriale che si alimenta solo di continuità. Infatti, tutto il grumo centrista, sedicente moderato, certamente trasformista che oggi lo sostiene, difficilmente lo seguirebbe in un’avventura dall’esito assai incerto. Del resto, in questi anni il governatore non si è intestata alcuna battaglia politica, ma ha occupato solo poltrone con vista sul terzo mandato. Se, come pare, la Schlein glielo nega, saranno in pochi a seguirlo.

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