Cattivi maestri sempre di moda a sinistra. Susanna Ronconi, ex terrorista rossa, fa gli spot per la droga
In cattedra, a parlare di droghe da liberalizzare, ad attaccare il governo e il sottosegretario Alfredo Mantovano per le sue posizioni intransigenti sugli stupefacenti. Susanna Ronconi, ex terrorista rossa, Br e tra i leader di Prima Linea, va in giro a dare lezioni di antiproibizionismo, non si sa bene a che titolo. commando assassinò due persone, Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola. A sparare materialmente fu Pelli, l’unico “autorizzato” dalle BR, mentre Susanna Ronconi ebbe funzione di palo e raccolse i documenti sottratti dalla sede Msi. Fu il primo omicidio commesso dalle Brigate Rosse. Dopo altre imprese compiute sotto la bandiera di Prima Linea, Susanna Roncone fu arrestata nuovamente nel 1983 e condannata a 22 anni di reclusione, per poi ottenere sconti di pena grazie alla dissociazione. Qualche giorno fa, come denuncia Fratelli d’Italia, l’ex terrorista si è travestita da “cattiva maestra” in una sede pubblica, a Mestre.
Susanna Ronconi, dal terrorismo alle lezioni di anti-proibizionismo. La denuncia di FdI
“Susanna Ronconi, ex terrorista rossa, è stata chiamata a trattare il tema delle droghe all’Auditorium di Favaro Veneto nel Comune di Venezia. Ovviamente non ha perso tempo per ribadire la sua posizione a favore della legalizzazione delle sostanze stupefacenti, ma non nasce da qui il mio sdegno. Susanna Ronconi, soprannominata ‘l’amazzone del terrore’, ha ucciso di suo pugno. È stata protagonista di una catena di omicidi perpetrati dalle brigate rosse, in alcuni casi premendo il grilletto di un’arma e cancellando la vita di inermi servitori dello Stato. Diceva, senza mostrare né pentimento né un minimo di pietà per le vittime, che per quanto riguarda gli omicidi politici, ‘la morte fosse mediata da una grande ideologia’, quella comunista. Ai suoi occhi, ‘i nemici non erano uomini’. Andavano ammazzati, perché era giusto. Agghiacciante nella sua crudeltà, Ronconi avrà anche scontato la sua pena (generosissima visto il numero e l’efferatezza degli omicidi) ma resta una persona che non dovrebbe tenere seminari. Purtroppo, la realtà è questa: le vittime di terrorismo non hanno avuto alcun tipo di risarcimento e sono costretti a piangere in silenzio i loro cari strappati alla vita dai terroristi, mentre i carnefici ce li ritroviamo invitati dalle istituzioni a tenere conferenze in giro per l’Italia. Invitarli a tenere lezioni è diventata ormai una prassi, ma è qualcosa di vergognoso, un’offesa senza pari soprattutto per i familiari di chi è stato ucciso dalla loro mano assassina”. Le accuse sono del vicepresidente vicario di Fratelli d’Italia al Senato, Raffaele Speranzon, che si chiede come sia possibile utilizzare come testimonial delle droghe una pregiudicata con la fedina penale così sporca.
L’articolo pubblicata dalla ex Br sul “Riformista”
Solo qualche giorno fa la Ronconi aveva scritto, sul “Riformista”, un lungo articolo in cui attaccava il “proibizionismo ideologico del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano, che ha la delega sulle droghe, è apparso persino più radicale di quello proclamato dall’ONU, che dal 2016, anno dell’Assemblea generale di New York, almeno si è accorto che l’obiettivo di ‘un mondo senza droghe’ è irrealistico e retorico”. Testuali parole…
“Mantovano ripristina tutto il vecchio armamentario del ‘consumo zero’, incurante di come 60 anni di politiche globali abbiano prodotto, dati alla mano, non solo insuccessi – nel mondo si consuma, si produce e si vende illegalmente sempre di più – ma danni e sofferenze a persone e comunità: quelle persone e comunità di cui si dice di volersi prendere cura e che invece da sempre ricevono dalle politiche della tolleranza zero esclusione, carcere, stigma, violazione dei diritti. Invertendo l’onere della prova, Mantovano ci assicura che la responsabilità invece è a carico di certi “messaggi fuorvianti, relativi alla presunta innocuità o leggerezza di talune sostanze” che circolerebbero “con troppa insistenza”. L’Italia ripresenta al mondo il suo vecchio proibizionismo paternalista, fatto di pugno duro, carcere o, in sostituzione, comunità-carcere, dove il solo obiettivo ammesso di trattamenti e percorsi è l’astinenza. Proprio quella tolleranza zero che guida una ‘guerra alla droga’ le cui vittime a restare sul campo sono sempre e solo le persone che usano droghe…”, pontificava la Ronconi nell’articolo sul Riformista. Che conferma come la sinistra, pur di attaccare il governo “nemico”, si attacchi a chiunque, ex Br, anarchici o affinio…