Ucraina, Kiev su Berlusconi: «Bacia le mani insanguinate di Putin». Il governo: «La linea non cambia»
Le parole di Silvio Berlusconi, secondo cui dovrebbe essere Volodomyr Zelensky a cessare la guerra in cambio di un piano Marshall per la ricostruzione dell’Ucraina, hanno suscitato una dura reazione di Kiev, che ha rivolto un attacco al leader azzurro, pur senza mettere in discussione i rapporti con l’Italia e, anzi, esprimendo «apprezzamento per la pronta risposta» di Palazzo Chigi. Sulle affermazioni del leader azzurro è intervenuto anche il commissario europeo ed esponente del Pd, Paolo Gentiloni, ricordando che «dobbiamo guardare agli atti e alle decisioni del governo italiano, che fin qui sono state molto coerenti e positive a sostegno della posizione comune europea sull’Ucraina». Un messaggio che sembra un promemoria soprattutto per l’opposizione, la quale sta continuando a cavalcare le affermazioni del Cav per sostenere la tesi dello «sbandamento» nella maggioranza nonostante la stessa Forza Italia abbia chiarito con nettezza che la linea sull’Ucraina non cambia.
Kiev attacca Berlusconi, ma ribadisce l’«apprezzamento» per «l’incrollabile sostegno del governo»
Con un post su Facebook, il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, ha sostenuto che «le assurde accuse» di Berlusconi «al presidente ucraino sono il tentativo di baciare le mani di Putin, che sono immerse nel sangue». Per Nikolenko, che ha rievocato anche la visita di Berlusconi nella Libia di Gheddafi, quello del leader azzurro sarebbe stato «un tentativo di dimostrare la sua lealtà al dittatore russo». «Il politico italiano deve rendersi conto che diffondendo la propaganda russa, sta incoraggiando la Russia a continuare i suoi crimini contro l’Ucraina, e quindi ha una responsabilità politica e morale», ha proseguito il diplomatico ucraino, sottolineando che «apprezziamo invece molto la pronta risposta del premier italiano Giorgia Meloni, che ha riaffermato l’incrollabile sostegno del governo italiano all’Ucraina dopo le inaccettabili dichiarazioni di Berlusconi». E sulla questione è intervenuto anche il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, che ha affidato a Repubblica un messaggio dal contenuto simile.
La polemica strumentale dell’opposizione: chiede chiarimenti che ci sono già stati
La dura reazione di Kiev arriva nel pieno delle polemiche aizzate dall’opposizione che ha continuato a parlare di maggioranza spaccata e necessità di chiarimenti da parte del governo nonostante sia Forza Italia sia lo stesso Palazzo Chigi abbiano smentito immediatamente qualsiasi cedimento. E tutti nella maggioranza e nel governo abbiano ribadito che la linea italiana resta saldamente al fianco dell’Ucraina. «Siamo con la Nato, dalla parte dell’Ucraina per una parte giusta. Le parole di Berlusconi non cambiano la posizione né di Berlusconi né di Forza Italia. Noi siamo dalla parte dell’Ucraina, dell’Occidente, dalla parte degli Usa», ha rimarcato il ministro degli Esteri, nonché coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, ricordando che «abbiamo sempre votato in una direzione insieme a tutte le forze di maggioranza e continueremo a votare insieme a tutte le forze di maggioranza in sintonia con il programma abbiamo sottoscritto».
Maggioranza e governo: «Parlano i fatti, noi sempre saldamente al fianco dell’Ucraina»
«I governi parlano con gli atti. Gli atti di questo governo, approvati dal Parlamento da tutte le forze politiche, pare siano abbastanza chiari: la posizione dell’Italia non può essere messa in discussione e non è messa in discussione dalla maggioranza né da gran parte dell’opposizione», ha ricordato anche Guido Crosetto, mentre è stato il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, a richiamare l’attenzione sul fatto che sul tema «ha risposto immediatamente ieri sera Palazzo Chigi, con una chiara nota». «Il sostegno all’Ucraina e al popolo ucraino non è in discussione, come confermato anche importanti esponenti di Forza Italia, a partire dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. La linea del governo è chiara, è quella e quella resta», ha detto ancora Foti, intervistato da Affaritaliani.it e ricordando che «la maggioranza ha sempre votato compatta, è l’opposizione che si è sgretolata».
(In foto il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak)