«Vaccino forzato, sterminio legalizzato»: a Prato no vax all’attacco di ospedale e Centro Pegaso
Scritte no vax al Centro Pegaso di Prato nell’area della palazzina adibita alle cure Covid e all’esterno dell’ospedale. Le scritte, che citano il nazismo e se la prendono con chi è a favore del vaccino, sono state tracciate nelle parti esterne dei due edifici presumibilmente durante la notte. Vi si legge, tra l’altro: «Consenso estorto, il nazismo è risorto»; «Vaccino forzato = sterminio legalizzato», «I vax uccidono».
La Asl: «Scritte altamente offensive verso medici e famiglie»
La Asl Toscana Centro, con il direttore generale Paolo Morello, ha parlato di «un episodio molto grave, un atto inqualificabile da condannare fermamente che offende i pazienti ricoverati o che lo sono stati, il personale sanitario che si è impegnato con costanza e con grande sforzo nella lotta contro la pandemia». Morello ha quindi sottolineato come le frasi scritte siano «altamente offensive verso i medici, il personale sanitario, le famiglie che sono state colpite dal virus ed hanno perso i propri cari e verso tutti coloro che hanno contratto il Covid ed hanno perso la vita durante il loro lavoro di assistenza e cura della popolazione».
La denuncia dell’ospedale: «C’è molta amarezza»
È stata la direttrice dell’ospedale, Sara Melani, a denunciare «il grave episodio» alle forze dell’ordine, «anche per ricercare e punire i responsabili del gravissimo ed inqualificabile atto». «Sono molto amareggiata, le strutture – ha ricordato – hanno dato un contributo fondamentale nella gestione dell’emergenza sanitaria, oltre a un supporto importante nella campagna vaccinale. Un episodio molto offensivo e grave». Nel Centro Covid Pegaso sono stati ricoverati circa 1300 pazienti affetti da Covid ed effettuate circa 260 terapie con monoclonali; nelle Ali dell’ospedale Santo Stefano poi sono stati effettuati 35mila vaccini di cui 1650 in ambiente protetto per i soggetti fragili e per i soggetti a rischio di reazioni allergiche, oltre a 50 terapie con monoclonali.