Caso Cucchi, 8 carabinieri condannati per depistaggio. L’Arma: “Condotte lontane dai nostri valori”
Condannati gli otti carabinieri imputati. Questa la sentenza emessa dal giudice monocratico Roberto Nespeca nel processo sui depistaggi seguiti al pestaggio e alla morte di Stefano Cucchi, il 31enne romano, arrestato il 15 ottobre del 2009 e deceduto sette giorni dopo all’ospedale Sandro Pertini. La decisione è arrivata dopo otto ore di camera di consiglio.
Condannato a 5 anni il generale Alessandro Casarsa, 4 anni per Francesco Cavallo e Luciano Soligo, 2 anni e mezzo per Luca De Cianni, un anno e 9 mesi per Tiziano Testarmata, un anno e 3 mesi per Francesco Di Sano, un anno e tre mesi per Lorenzo Sabatino e un anno e nove mesi per Massimiliano Colombo Labriola. Le accuse contestate agli otto militari dell’Arma, a vario titolo e a seconda delle posizioni, vanno dal falso, al favoreggiamento, all’omessa denuncia e calunnia.
Nella requisitoria dello scorso dicembre il pm Giovanni Musarò aveva chiesto la condanna degli otto carabinieri imputati. La richiesta di pena più alta era stata per il generale Alessandro Casarsa: per lui il pm aveva chiesto 7 anni. Cinque anni e mezzo erano stati sollecitati invece per Francesco Cavallo, cinque anni per Luciano Soligo e per Luca De Cianni, quattro anni per Tiziano Testarmata, invece, per Francesco Di Sano tre anni e tre mesi, tre anni per Lorenzo Sabatino e un anno e un mese per Massimiliano Colombo Labriola per il quale il pm aveva chiesto le attenuanti generiche.
La nota dell’Arma dei Carabinieri sulle condanne per il caso Cucchi
“La sentenza odierna del processo che ha visto imputati otto militari per vicende connesse con la gestione di accertamenti nell’ambito del procedimento “Cucchi-ter”, riacuisce il profondo dolore dell’Arma per la perdita di una giovane vita. Ai familiari rinnoviamo – ancora una volta – tutta la nostra vicinanza”. Così in una nota il Comando generale dei Carabinieri, dopo la sentenza di I grado del processo depistaggi sul caso Cucchi che ha visto la condanna di otto militari.
“La sentenza, seppur di primo grado, accerta condotte lontane dai Valori e dai principi dell’Arma. L’amarezza è amplificata anche dal vissuto professionale e personale dei militari condannati. Nei loro confronti sono stati, da tempo, adottati trasferimenti da posizioni di Comando a incarichi burocratici e non appena la sentenza sarà irrevocabile, verranno sollecitamente definiti i procedimenti amministrativi e disciplinari conseguenti. In linea con le affermazioni del Pubblico Ministero nel corso del dibattimento, il quale ha evidenziato come il processo non fosse ‘a carico dell’Arma’ – costituitasi peraltro parte civile – si ribadisce il fermo e assoluto impegno ad agire sempre e comunque con rigore e trasparenza, anche e soprattutto nei confronti dei propri appartenenti”.
“Non ci aspettavamo questa decisione, riteniamo che questa sentenza sia un errore giudiziario”. Così l’avvocato Adolfo Scalfati, difensore di Lorenzo Sabatino, allora comandante del reparto operativo dei carabinieri di Roma, dopo la sentenza nel processo sui depistaggi seguiti alla morte di Stefano Cucchi. “Casarsa ha affrontato il processo con serenità e rispetta la decisione del giudice. Le sentenze si rispettano e non si commentano. Adesso aspettiamo le motivazioni”. Cosi’ l’avvocato Carlo Longari, difensore del generale Alessandro Casarsa.