I medici di famiglia travolti dal numero dei contagi: «Riceviamo anche 20 telefonate l’ora»

3 Gen 2022 13:48 - di Federica Argento
Medici di famiglia

I medici di famiglia sono una delle categorie più sotto stress in questi giorni in cui la variante omicron corre e il ricorso al primo punto di riferimento delle famiglia aumenta di ora in ora. Lanciano l’allarme: “Siamo travolti dal numero di contagi di queste settimane. Riceviamo telefonate di continuo per la segnalazione della positività. Ma anche per le procedure legate alle quarantene e all’isolamento;  oltre alle richieste di assistenza sui sintomi. Facciamo fatica a seguire i pazienti nelle ore di studio; visto che messaggi e chiamate sono continui per l’inserimento sulle piattaforme regionali dei positivi. E l’assistenza alle altre patologie rischia di andare in sofferenza”.

Medici di famiglia in allarme: noi travolti dal numero dei contagiati

Un vero e proprio grido d’allarme, un problema nel problema. A parlare è il segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti. E’ lui a raccontare all’Adnkronos Salute le difficoltà dei camici bianchi del territorio di questi giorni così intensi e caotici. Ci si mettono varie componenti: “La contagiosità della variante Omicron insieme al fatto che, grazie ai vaccini, la maggioranza dei casi Covid può essere gestita sul territorio”. Questo combinato disposto –  spiega – comporta un sovraccarico di lavoro importante. Un lavoro per il quale i medici non sono supportati e che sembra non venga considerato a livello istituzionale”. Aggiunge Scotti: “In un’ora mi sono arrivate fino a 20 telefonate soprattutto per le segnalazioni delle positività. E un paziente in isolamento chiama, per esigenze varie, almeno 2 o 3 volte al giorno”.

Medici di famiglia: Sottovalutata la pressione sul territorio di questa ondata

“In Campania abbiamo fatto le segnalazioni anche nei giorni di festa. Personalmente, tra i miei pazienti, dal 27 dicembre (compresi 31, 1 e 2) ho segnalato 30 positivi che però non sono stati ancora presi in carico dai Distretti per i tamponi di controllo. E questo riguarda almeno 60 medici del mio Distretto”. A pesare di più sono le procedure burocratiche: “Ma c’è anche la necessità di rassicurare e dare risposte ai pazienti contagiati che, in parte, hanno paura delle conseguenze del virus; e, in parte, sono spaventati dalla procedura burocratica a cui sono vincolati: sia  per la gestione dell’isolamento che del reinserimento sociale successivo”.

“Abbiamo asisstio milioni di italiani, ma ora la pressione è più forte”

E poi ci sono “i pazienti non Covid, in particolare i cronici, che non riescono a contattare i propri medici di famiglia perché bloccati dalla valanga di richieste dei contagiati. Richieste che hanno bisogno di tempi lunghi. Ma che sono necessarie per attivare le procedure indispensabili, a partire dalla richiesta del tampone molecolare”. Secondo Scotti si sta sottovalutando la pressione su territorio di questa ondata. “Nelle ondate precedenti – conclude – abbiamo già assistito a casa milioni di italiani. Ma la concentrazione di casi che c’è in questo momento è molto più elevata. Se nelle fasi precedenti, nella mia casistica, il problema riguardava il 10% dei miei pazienti, oggi riguarda oltre il 13,5%. Con un aumento del 3,5% in tre settimane. A fronte di questo, però, non abbiamo supporto“.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *