Roma, il controllore prende a pugni il passeggero No Mask sul bus. I colleghi: «Siamo esasperati»

29 Ott 2021 12:07 - di Eleonora Guerra
pugni bus

È finita in scazzottata la diatriba tra un controllore Atac e un passeggero dei bus romani, scaturita dal rifiuto di quest’ultimo di indossare la mascherina. A fare le spese di una tensione sociale ormai alle stelle, però, stavolta non è toccato al funzionario incaricato di far rispettare le regole, ma il cittadino No Mask, che all’apice del diverbio si è visto assestare due pugni in faccia sul bus da parte del controllore. Scena avvenuta sotto gli occhi attoniti degli altri passeggeri e sotto l’occhio vigile della telecamera di bordo, i cui filmati sono passati al vaglio dell’Atac che, dopo il richiamo, sta valutando la sospensione del dipendente, a sua volta convocato perché potesse esporre la propria versione dei fatti.

Il controllore prende a pugni il No Mask sul bus

Il caso, del quale dà conto Repubblica di oggi, si è verificato un paio di settimane fa sulla linea 913, che copre la tratta da piazza Cavour a Monte Mario. La tensione è esplosa all’altezza della Trionfale, quando il controllore intento a verificare i biglietti, a metà vettura, si è trovato di fronte il passeggero privo di mascherina. Alla ripetuta richiesta di indossarla, il passeggero ha ripetutamente risposto di no, accampando poi come scusa il fatto che stava mangiando delle patatine. «Sto mangiando, non lo vedi? Non la metto la mascherina», sarebbero state le parole del No Mask, riportate da Repubblica e fermate dalla telecamera, che ne ha ripreso pure i gesti palesemente agitati e l’impertinente sventolio del pacchetto davanti al volto del controllore. È a quel punto, dopo un prolungato tira e molla, che il controllore ha perso i freni e ha assestato i due pugni al passeggero.

L’Atac verso la sospensione del controllore

Il gesto è finito all’attenzione dell’azienda che per il dipendente valuta la sospensione anche dallo stipendio. Ma non è passato inosservato neanche ai colleghi, che si sono divisi sull’accaduto tra chi condanna la vicenda senza se e senza ma e chi sottolinea che è frutto di un clima avvelenato, rispetto al quale per altro erano stati già lanciati allarmi quando, a fine agosto, fu stabilito il ritorno dei controllori in vettura, anche con il compito di accertarsi che tutti indossassero i dispositivi di protezione. «Di solito siamo noi quelli a finire aggrediti. Quel che è successo è frutto della frustrazione», ha detto a Repubblica un collega del controllore finito nel ciclone.

I colleghi: «Di solito siamo noi le vittime. Abbiamo paura e siamo esasperati»

Già a fine agosto, quando il ministero dei Trasporti emanò le nuove linee guida per il trasporto pubblico in era Covid, ripristinando la figura dei controllori, in molti in Atac segnalarono che a Roma quelle regole erano pressoché inapplicabili e che avrebbero comportato problemi e preoccupazioni nei controllori per la propria salute, oltre che per la possibilità di farle rispettare. «Ci linciano», disse sempre a Repubblica un controllore che volle rimanere anonimo, manifestando timori che ora riecheggiano nelle prese di posizione giustificazioniste che circolano tra i colleghi dopo i fatti del 913. «Siamo esasperati, e impauriti dal virus che gira sempre», ha detto un altro controllore, mentre qualcuno si limita a un tranchant: «Ha fatto bene».

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