Islanda, svanisce il sogno del Parlamento più “rosa” dell’Ue. Dal riconteggio più seggi ai maschi
La festa appena cominciata è già finita. Eh sì, ci vorrebbe un Sergio Endrigo per raccontare quell’euforia appena sfiorata al primo conteggio dei voti. Quello che aveva incoronato l’Islanda come prima nazione europea ad avere un Parlamento “rosa“, cioè con un numero di donne superiore a quello dell’altro sesso: 33 su 63. La festa sarebbe proseguita se non fosse che la legge elettorale prevede anche un secondo conteggio. Ed è stato proprio quello che ha rovinato la festa riducendo a 30 il numero delle elette e al 47,6 la relativa percentuale. In questo senso, l’annuncio del presidente della commissione elettorale Ingi Tryggvason è stato peggio di una doccia gelata.
L’Islanda resta comunque la nazione con più donne elette
Resta, tuttavia, intatto il primato che vede l’Islanda come il Paese in cui la rappresentanza parlamentare femminile è la più alta di quella di qualsiasi altro Stato membro dell’Unione europea. Sotto il profilo politico, invece, il voto di ieri per le elezioni ha sancito la vittoria e quindi la possibile riconferma delle forze che animano la grande coalizione del governo uscente. L’alleanza tra le forze di centrodestra e di centrosinistra ha infatti ottenuto 37 seggi su 63: in precedenza ne aveva 33. Primo è risultato il Partito dell’Indipendenza (di stampo conservatore) dell’ex premier Bjarni Benediktsson che ottiene il 24,4 per cento e mantiene 16 seggi.
Al governo coalizione destra-centro-sinistra
Seconda forza, è il Partito del Progresso, formazione di centro liberale, di Sigurour Ingi Johannsson con il 17,3 per cento. Un risultato che registrare un balzo rispetto alle ultime elezioni. Il Partito del Progresso raccoglie infatti 13 seggi, 5 in più dell’ultima volta. Terzo il movimento Sinistra-Verdi della premier Katrin Jakobsdotti che si ferma al 12,6 per cento delle preferenze. Significa un totale di 8 seggi, tre in meno rispetto alla precedente tornata elettorale. I tre partiti hanno di nuovo la maggioranza dei seggi ma non hanno ancora annunciato se proseguiranno insieme l’esperienza di governo per un altro mandato. Nel caso (improbabile) di un mancato accordo, l’Islanda potrebbe tornare alle urne. Con buone possibilità di considerare la festa sospesa ieri solo rimandata.