Sottosegretari, lo scoglio delle quote rosa e del Sud: ecco chi ha più chance e chi rischia

19 Feb 2021 20:37 - di Fortunata Cerri
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Si gioca la partita dei sottosegretari. Poco sud e poche donne, appena otto su una squadra di 23 ministri. Nella partita del sottogoverno si tenderà a riequilibrare due variabili tallone d’Achille del nascente esecutivo. Tradotto: “quote rosa” ma anche tanto Mezzogiorno. I partiti lavorano alla lista, che si punta a chiudere nel weekend per approdare nel Consiglio dei ministri che dovrebbe tenersi alle 9.30 di lunedì. All’ordine del giorno, al momento, ci sono solo leggi regionali, ma si punta a concludere su viceministri e sottosegretari per accelerare e mettere il governo nelle condizioni di lavorare a pieno ritmo. Anche se, vista la situazione “incandescente” all’interno di diversi partiti di maggioranza, c’è chi non esclude un surplus di discussione e quindi uno slittamento delle nomine.

Sottosegretari, le “quote rosa”

Ci sono dunque due elementi che le forze di maggioranza dovranno tenere in debita considerazione stilando l’elenco dei sottosegretari. Sulle “quote rosa” qualcuno guarda come fumo negli occhi a quanto accaduto in casa dem. «Le donne dovranno pesare oltre il 50%, tutta colpa del Pd…», mastica amaro un ex sottosegretario grillino convinto di mancare la riconferma. Ma anche “big” dati per assodati in “squadra” potrebbero non figurare nella lista finale. Di certo non ci sarà Vito Crimi, che ha scelto autonomamente di fare un passo indietro perché impegnato nei “negoziati”, non semplici, del sottogoverno.

Chi rischia nel M5s

E rischierebbe un altro nome di peso nel Movimento 5 stelle come Stefano Buffagni dato fino a ieri a un passo dal super dicastero della Transizione ecologica voluto da Beppe Grillo e guidato da Roberto Cingolani. Dovrebbero invece spuntarla al Mef Laura Castelli, alla Giustizia Francesca Businarolo, anche se tra i super favoriti per via Arenula -dove i grillini dovranno mettere in sicurezza le loro battaglie, a partire dalla riforma della prescrizione – c’è anche l’ex capogruppo al Senato Gianluca Perilli.

I 5S pagano lo scotto per l’emorragia di parlamentari

I 5 Stelle, nella partita del sottogoverno, pagheranno anche lo scotto per l’emorragia di parlamentari M5S legata al voto di fiducia: il ‘pacchetto’ di sottosegretari, per i grillini, passa infatti da 13 a 11. L’elenco si è ristretto, la competizione sale. Al dicastero del Lavoro, guidato dal dem Andrea Orlando, i pentastellati lavorano per far spazio a uno dei loro, soprattutto per puntellare il reddito di cittadinanza. Tra i nomi che rimbalzano, quello della deputata Maria Pallini, nel team del futuro proprio come “facilitatrice” delle tematiche sul lavoro.

Per lo Sviluppo economico si fa largo una donna

Per lo Sviluppo economico si fa largo un’altra donna: l’ex membra del direttorio grillino Carla Ruocco. Ma per approdare a via Veneto, la parlamentare di origini campane dovrebbe lasciare la presidenza della commissione di inchiesta sulle banche, il che aprirebbe una nuova partita in Parlamento e rischierebbe di generare ulteriore dissenso nei 5 Stelle, già sull’orlo di una crisi di nervi.

Sottosegretari, chi sale e chi scende

L’ex viceministro Giancarlo Cancelleri potrebbe essere confermato ai Trasporti, ma non è escluso che lasci per il dicastero del Sud, un passaggio che suonerebbe tuttavia come una deminutio. Sulla rampa di lancio, sempre per il dicastero guidato da Mara Carfagna, la deputata Gilda Sportiello. All’Interno, dopo il passo indietro di Crimi che ieri si è congedato dallo staff del Viminale, dovrebbe tornare a spuntarla Carlo Sibilia. Pierpaolo Sileri potrebbe restare con Roberto Speranza alla Salute, per la Scuola “scalpita”, stando almeno ai rumors interni, Luigi Gallo, ma potrebbe spuntarla anche l’ex sottosegretario alla Cultura nel primo governo Conte Gianluca Vacca, una vita spesa nella scuola.

Chi potrebbe arrivare alla Difesa

Alla Difesa ci potrebbe essere il ritorno di Angelo Tofalo, che aveva già rivestito il ruolo di sottosegretario nel primo governo Conte, ma altro nome che rimbalza è quello del giovanissimo Luigi Iovino. Un’altra possibile new entry è Luca Carabetta, tra i nomi indicati da Capital tra gli under 40 più impegnati per un futuro migliore: per lui potrebbe aprirsi uno spazio al ministero dell’Innovazione tecnologica e la transizione digitale capitanato da Vittorio Colao. La senatrice Alessandra Maiorino potrebbe approdare al dicastero per le disabilità. Infine, per affiancare Luigi Di Maio alla Farnesina nel Movimento se la giocano in due, due ex: la viceministra Emanuela Claudia Del Re o Manlio Di Stefano.

Occhi puntati sul Pd

Nelle forze di centrosinistra gli occhi sono tutti puntati sul Pd. In particolare, sulla discussione interna sul ruolo delle donne. Nicola Zingaretti ha convocato una Direzione la prossima settimana, il 25, con un Odg specifico su questo tema che accoglie le indicazioni della Conferenza delle donne. Molte donne dem, però, sollecitavano una riunione dei vertici prima delle scelte per il sottogoverno. Il segretario, comunque, ha già preso pubblicamente l’impegno a mettere la questione di genere al centro del dibattito politico dem, più che ridurla a una questione di posti. In ogni caso, in casa Pd molti scommettono che saranno diverse le donne nella prossima tornata di nomine governative. A partire dalle uscenti: Marina Sereni (Esteri), Anna Ascani (Scuola), Sandra Zampa (Salute), Simona Malpezzi (Rapporti con il Parlamento), Lorenza Bonaccorsi (Cultura), Francesca Puglisi (Lavoro) Alessia Morani (Mise).

Ma nel “toto-sottosegretari” dem ci sono anche Marianna Madia (Economia o Innovazione tecnologica), Valeria Valente (Giustizia) e Titti Di Salvo. Comunque nel Pd c’è chi pensa che non si possa garantire continuità al già lavoro fatto senza confermare alcune pedine chiave come Antonio Misiani (viceministro al Mef uscente) e Andrea Martella (sottosegretario all’Editoria, per il quale si parla anche della delega allo Sport). Per Leu, come per gli altri ‘piccoli’ come Maie, +Europa, centristi, Autonomie, potrebbe esserci un sottosegretario. Forse due per Iv, e tra i nomi che circolano ci sono quelli di Lucia Annibali (Giustizia) e Gennaro Migliore.

Sottosegretari, la lista della Lega

Sul fronte del centrodestra, nella lista proposta dalla Lega dovrebbe essere sempre favorita Giulia Bongiorno per un posto a largo Arenula. Al fianco di Marta Cartabia. Mentre Stefano Candiani o Nicola Molteni correrebbero per il Viminale. Luca Coletto con Roberto Speranza alla Salute. Lucia Borgonzoni sarebbe pronta, invece, a ritornare al Collegio Romano con il dem Dario Franceschini. Si parla di Edoardo Rixi al Mit, come sottosegretario del ministro “tecnico” Giovannini. Continuano a circolare i rumors su Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato, in corsa ai Rapporti con il Parlamento, con il riconfermato ministro pentastellato Federico D’Incà. In questo caso, Gian Marco Centinaio andrebbe a fare il capogruppo a palazzo Madama.

Sottosegretari,  i papabili in Forza Italia

Secondo le ultime indiscrezioni, la rosa dei desiderata di Silvio Berlusconi riguarderebbe sempre 5 senatori. Compreso il rappresentante dell’Udc, e non più 2 ma 3 deputati. Perché si sarebbe liberata un’altra casella dopo il notevole ridimensionamento in Parlamento deli grillini causa l’espulsione di vari dissidenti. In lizza per un posto di sottogoverno per Forza Italia ci sarebbero, tra gli altri, i senatori Francesco Battistoni, fedelissimo di Antonio Tajani (Agricoltura); Gilberto Pichetto Fratin (in pole per un ruolo “economico” vista l’esperienza maturata nelle commissioni Finanze, Lavoro-Politiche sociali e Sviluppo economico di palazzo Madama); e Dario Damiani, vicecoordinatore regionale in Puglia. Come quote rosa si fanno i nomi delle senatrici Gabriella Giammanco e Alessandra Gallone.

Tra i deputati papabili, il portavoce unico dei gruppi parlamentari, Giorgio Mulè; il responsabile Sanità del partito Andrea Mandelli; il responsabile Giustizia Francesco Sisto, uno dei fedelissimi di Arcore ed esperto di politica estere, Valentino Valentini, Matteo Perego di Cremnago. Per i centristi, al Senato nel gruppo di FI, sarebbero in corsa Paola Binetti e Antonio Saccone. Continua poi a girare il nome per il Viminale di una outsider come Marianna Li Calzi,. Già sottosegretario all’Interno con Berlusconi nel ’94 prima di passare nel centrosinistra. E fare il sottosegretario alla Giustizia con D’Alema e Amato.

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