Bufera su Enrico Mentana per il post sulla “cattolicissima Polonia” e Auschwitz
Enrico Mentana finisce al centro delle polemiche. Quel post sulla Polonia e Auschwitz scatena un putiferio. L’accostamento del campo di concentramento e la parola «cattolicissima» provoca la reazione durissima dell’Ambasciata.
Il post di Enrico Mentana e la replica
La puntualizzazione arriva a stretto giro di posta dopo le parole di Enrico Mentana. Quando si affrontano «temi così complessi bisogna stare estremamente prudenti». Occorre «evitare generalizzazioni ingiustificate e penalizzanti che sono sempre pericolose e impediscono un dibattito onesto». È questa la premessa con la quale l’Ambasciata della Polonia in Italia replica al direttore del Tg La7.
Cosa ha scritto il direttore del Tg La7
Enrico Mentana, sul proprio profilo Facebook, a proposito delle polemiche sulla liberazione di Silvia Romano, aveva scritto un lungo post. «A tutti quelli che in queste ore fanno orrendi e insensati paragoni con chi tornò da Auschwitz (come quel consigliere regionale leghista che ha scritto “avete sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle SS?”) voglio solo sommessamente ricordare che il campo di Auschwitz sorgeva nella cattolicissima Polonia». Inoltre, «lo stesso Hitler era cattolico battezzato e cresimato. Provate a riformulare il paragone ora».
La reazione dell’ambasciata polacca
Da qui la reazione dell’ambasciata polacca. «Ė vero che la Polonia ai tempi della Seconda guerra mondiale era molto cattolica», la replica. «Ė necessario però, sempre e soprattutto, sottolineare che durante quel conflitto globale la Polonia era occupata dai nazisti. Quindi ogni affermazione che può suggerire o far presupporre che Auschiwtz era stato costruito in Polonia, perché essa era cattolicissima – mettendo quindi in relazioni questi due elementi – è profondamente sbagliato, ingiusto e ingiustificato».
La conclusione sul post di Enrico Mentana
Il «più grande campo di concentramento», concluso, «è stato localizzato in Polonia». Da qui l’ultimo colpo ad Enrico Mentana: «Certo, non per questa ragione. Piuttosto è in Polonia che viveva il maggior numero di ebrei in Europa e che la posizione era facilmente raggiungibile con i trasporti da tutti i territori occupati dai nazisti».
Lo sterminio di quelli che i nazisti chiamavano genericamente Giudei, iniziò da subito e per subito si parla del 1940, quando cominciarono ad entrare in azione i gruppi speciali SS di eliminazione. Si trattava di esecuzioni di ogni tipo: singole, a gruppi o di massa e geograficamente avvennero particolarmente in Polonia, perchè già occupata militarmente e sotto un TOTALE CONTROLLO AMMINISTRATIVO dei Tedeschi, per cui NESSUNO e NULLA avrebbero potuto opporsi in modo significativo, pena subirne lo stesso trattamento. Un particolare di non poco conto fù quello della creazione dei mega ghetti, progettati e rigidamente controllati da personale delle ss, da cui procedere poi, a partire dal 1942, per i lagher di sterminio , in linea con le direttive della soluzione finale. Pertanto, storicamente, mi sento di escludere, che per la Polonia si possa ipotizzare l’esistenza di una cultura di massa cattolica antiebraica.
Peraltro ci si dimentica che vi furono invece Paesi europei dove la vicinanza al nazismo, anche antiebraico fu spiccata. Olanda, Danimarca, Finlandia e Paesi Baltici per citare i principali, fornirono da subito personale, anche in numero rilevante, per le unità delle SS. Personale che si distinse particolarmente per fedeltà. Tanto che Himmler concesse loro di indossare le mostrine nere delle SS tedesche, cosa che, per esempio, non fù mai concessa alla Brigata SS Italia, che mantenne le mostrine rosse.
Questo andrebbe bocciato in storia. E’ tonto come toninelli!!!!