Quei pompieri, quei poliziotti: ma questo nostro Paese merita quel sacrificio?

10 Nov 2019 8:39 - di Vanessa Seffer

Non è demagogia, non è populismo ma la tragica realtà. Aziende storiche che chiudono, lavoratori che subiscono l’imposizione di scegliere tra la necessità del lavoro e il diritto alla salute. E politici che si atteggiano a statisti ma sono niente di più che attori comici, anche se qui proprio non c’è niente da ridere e non vorrei proprio offendere gli attori che cercano di mettercela tutta nel cercare di strapparci un sorriso.

Ma che ci frega di vedere sventolare cartelli nelle aule foderate di boiserie del Parlamento quando poi la presenza in quelle aule è ridotta al minimo essenziale anche quando dovrebbero assumere decisioni importanti e strategiche. Importanti almeno come lo sono i privilegi anche economici di cui godono. Promesse, chiacchiere, dichiarazioni di principio, tutte cadenzate da un tono che diventa solenne e ben scandito di fronte al mezzo televisivo.

La vita reale è altrove

Ci avete fatto caso? Nei trenta secondi a disposizione c’è chi assume un tono da statista che diventa francamente irritante dallo schermo. Perché entra nelle case degli italiani alle prese con una povertà in aumento, una disoccupazione in aumento, una ipocrisia in aumento. E’ tutto un aumento e non solo delle tasse, ma la sfiducia e l’incazzatura degli italiani sono in aumento, per il proprio futuro e quello dei propri figli che è in caduta libera. La vita reale è altrove, non è sul palcoscenico del teatrino di certa politica disgustosa.

Anche la morte reale è altrove: è ad Alessandria dove i pompieri Antonio, Marco e Matteo non sono i protagonisti di una fiction. Sono morti perchè un tizio che ha finto lacrime durante una trasmissione televisiva per depistare le indagini voleva truffare l’assicurazione. (ancora c’è qualcuno che si illude che si possa fare? Che esistano le magagne e i delitti perfetti e che non vengano scoperti?),

La morte reale è stata pure a Trieste, dove anche Pierluigi e un altro Matteo non sono stati i protagonisti di una fiction.

Non si contano più poliziotti e pompieri morti

Colori diverse delle divise ma un solo dovere, quello di tutelare ognuno di noi avendo a disposizione mezzi e risorse non sempre all’altezza delle necessità di sicurezza.

Non si contano gli Eroi morti in servizio, al servizio di qualcosa che non esito a chiamare Patria anche a rischio di essere definita nana, poveretta, ritardata, brutta e volgare. Ah no, scusate, queste sono offese riservate alla Meloni. Roba da delirio e trattamento sanitario obbligatorio (TSO).

Ho un dubbio che mi rimarrà tale: ne valeva la pena per servire questo Paese troppo propenso a dimenticare?

Commenti

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  • Afthonidou 26 Novembre 2019

    Beh bisogna stare molto attenti a non diffondere pensieri confusi fra tanti, piuttosto che attenersi al tema della cronaca nera, dirrei. Sono daccordo con la V.Safer quando scrive che I complici del esplosione hanno agito per riscuotere il premio assicurativo, ma non sono daccordo quando parla del governo! Perche I delinquenti esistono sempre non importa quale colore sta nel governo! La diffusione di opinion makers deve essere rivolta neta ai fatti!

  • Guido 10 Novembre 2019

    Bell’articolo, condivido tutto