Pingitore compie 80 anni: «Rivendico la mia satira. È di destra e ne sono fiero»

27 Set 2014 20:28 - di Antonella Ambrosioni

Buon compleanno a Pier Fracesco Pingitore, classe ’34, regista, autore, sceneggiatore a noi tutti caro,  fondatore nel 1965 del mitico Bagaglino, anzi “Ninni” Pingitore è il Bagaglino. Il padre nobile di una delle pagine più effervescenti e creative della satira politica di destra compie 80 anni, gran parte dei quali raccontati nel libro di due anni fa Memorie del Bagaglino – Diario intimo di un cabaret (Mursia) nel quale ha rievocato quasi cinque decenni di carriera. Un’avventura che mescolava quella “memoria bruciata” cara a Mario Castellacci, strafottenze libertarie (Le donne non ci voglion più bene / perché portiamo la camicia nera) e le esuberanze di una schiera di creativi, anarchici di destra, che irrideva la Dc e i preti, i conformisti piccolo-borghesi e i comunisti alla moda. Con lui Gabriella Ferri, Oreste Lionello, Della Bona, Luciano Cirri, giornalisti del Borghese, dello Specchio, del Candido, del Secolo d’Italia. Di destra, dunque, ma soprattutto decisi a fare una satira libera, irriverente verso tutti. Ha portato il cabaret in tv con grande apprezzamento del pubblico e molti arricciamenti di naso da parte della critica snob. Sul palco del Bagaglino, poi trasferitosi al Salone Margherita, è salito Andreotti. Jacky Kennedy telefonava per avere il biglietto, Agnelli pagava di tasca sua. Si sono dati torte in faccia Di Pietro e Gasparri, Della Loggia, Schifani, Mastella, felici di esibirsi in quella sorta di auto-mortificazione. Senza dimenticare Berlusconi che una volta gli disse: «Ma tu sul serio scrivi i testi, fai la regia, scegli gli interpreti, metti su tutto da solo? Oh, ma è esattamente quello che avrei voluto fare io!», racconta. Uomo gentile, misurato, galante, famoso per regalare cesti di rose alle sue soubrette: «Avrei potuto comprare una casa con i soldi spesi in fiori…», confessò scherzosamente.

Pingitore, lo sa che ci manca molto la sua satira? 

La faremo, la continueremo a fare, non si preoccupi. Stiamo preparando un nuovo spettacolo di cui non parlo per scaramanzia. Intanto sono al Manzoni di Roma con una commedia dal titolo La botta in testa.

“La botta in testa”, bel titolo: è quella che ci sta dando Renzi?

Ah, ah, ah! Non so se ce la sta dando o stia facendo finta di darcela. So solo che quanto a chiacchiere ne fa tante…

Come ha festeggiato i suoi 80 anni?

Un piccolo pranzo tra amici, senza troppo clamore. È una ricorrenza che induce a riflessioni negative e positive: essere arrivati a un traguardo “tondo” ma con un carico di anni pesante…

Lei è considerato il capostipite della satira di destra, ma spesso ha dichiarato che la satira non deve avere connotazioni politiche. La pensa ancora così?

Penso che la satira non debba avere colori politici, tanto è vero che ho sempre dichiarato di fare una satira “anarchica” di destra.  Ma siccome negli anni ho constatato che a sinistra c’era e c’è una satira militante e che un certo conformismo mentale induce ad esibire etichette in senso di sfida, allora sì, accetto la sfida ed esibisco ben voltentieri l’etichetta della satira di destra.

Nel suo libro ha dicharato che viviamo in un Paese in cui i comici diventano politici  e i politici sono sempre più comici: la satira è finita, allora?

Di certo è difficile competere e superare l’«auto-satira» che i politici fanno da se stessi. Certo, è più difficile, ma la satira non morirà mai se tiene saldi i suoi obiettivi: essere irriverente con tutti, libera da condizionamenti e fedele al suo spirito beffardo.

Come si troverebbe quel fuoriclasse indimenticabile di Oreste Lionello nei panni di Renzi?

Benissimo, Oreste aveva un talento eccezionale e doti tecniche d’attore fuori dal comune. Avrebbe potuto imitare chiunque gli avessi suggerito.

Quale sarebbe la sua chiave di lettura nel fare satira sul premier e sulla politica dei nostri giorni ?

Penso che il connotato distintivo sarebbe l’indecisione. Un connotato distintivo e allarmante al tempo stesso, visto che non sembra esserci una direzione e una determinazione delle direttrici politiche. L’elemento più grave è che chi governa sembra che non sappia esattamente cosa fare. Si parla spesso di politica degli annunci, io direi che si tenta di fare la politica della bacchetta magica. Non so cosa sia meglio….

Artisticamente, quando si guarda indietro, chi vede di più caro?

Mario Castellacci. È sempre presente davanti a me. Gli devo molto.

Che mi dice degli autori satirici che oggi hanno tanto successo, da Crozza in giù?

Guardi, il giorno dei mio compleanno non mi faccia dare giudizi.

 

 

 

 

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