
Svaniscono 2,3 mq al secondo
Riqualificare le città per tutelare il territorio: quella contro il consumo di suolo è una sfida che non si può perdere
Il consumo di suolo continua a rappresentare una delle principali emergenze ambientali del nostro tempo. Secondo il “Rapporto 2024 sul consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” di Ispra, lo scorso anno sono stati persi 72,5 km² di suolo, con una media di 20 ettari al giorno, pari a 2,3 metri quadrati ogni secondo. Un ritmo insostenibile, che minaccia l’equilibrio degli ecosistemi e riduce la capacità del territorio di rispondere alle sfide imposte dai cambiamenti climatici e dal degrado ambientale.
Il consumo di suolo procede a ritmi insostenibili
Per consumo di suolo si intende la crescita delle superfici impermeabilizzate, spesso in maniera irreversibile, dovuta all’espansione urbana, alle infrastrutture e alla cementificazione indiscriminata. Questa progressiva sottrazione di aree naturali e agricole comporta una serie di conseguenze negative: dalla perdita di biodiversità alla riduzione della capacità di assorbimento delle acque meteoriche, con un aumento del rischio di alluvioni e dissesti idrogeologici. Inoltre, la continua espansione urbana a discapito delle aree verdi contribuisce all’innalzamento delle temperature locali, fenomeno noto come isola di calore urbana, aggravando le condizioni climatiche nelle città.
L’impatto economico e sociale della perdita di suolo fertile
L’Italia è tra le Nazioni europee con il maggior tasso di urbanizzazione, e ciò ha determinato una drastica riduzione degli spazi agricoli e naturali. Questo modello di sviluppo non solo minaccia la sicurezza idrogeologica del territorio, ma ha anche implicazioni economiche e sociali, poiché la perdita di suolo fertile incide sulla produzione agricola e sull’autosufficienza alimentare della nazione.
La rigenerazione urbana come scelta strategica
Una delle strategie più efficaci per contrastare il consumo di suolo è la rigenerazione urbana, un processo che mira a riqualificare le aree già urbanizzate anziché occuparne di nuove. Questo approccio consente di migliorare la qualità della vita nei centri abitati attraverso interventi mirati sul patrimonio edilizio esistente, puntando su efficienza energetica, sicurezza sismica, ottimizzazione delle risorse idriche e innovazione tecnologica.
Rigenerare significa anche rivitalizzare il tessuto socio-economico delle città, favorendo la creazione di spazi pubblici sostenibili. Resta una priorità imprescindibile ripensare un territorio sempre più fragile e vulnerabile. Inoltre, la riqualificazione di edifici abbandonati e di aree industriali dismesse può rappresentare un’opportunità per ridurre il degrado urbano e promuovere una maggiore coesione sociale.
Il Fondo per il contrasto al consumo del suolo: 160 milioni dal Mase
Il Mase, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha recentemente adottato un decreto ministeriale sul Fondo per il contrasto al consumo di suolo, stanziando 160 milioni di euro per finanziare progetti di rinaturalizzazione dei suoli degradati in ambito urbano e periurbano. Si tratta del Fondo per il contrasto al consumo del suolo è stato istituito con legge di bilancio 2023 che nasce per finanziare interventi di rinaturalizzazione dei suoli degradati o in via di degrado in ambito urbano. Tali risorse rappresentano un primo passo verso un cambio di paradigma, incentivando il recupero delle aree compromesse e restituendole alla comunità sotto nuove forme.
La necessità di un maggiore coordinamento tra istituzioni e tra istituzioni e privati
Tuttavia, per avere un impatto significativo, è necessario un maggiore coordinamento tra istituzioni. Serve una pianificazione territoriale più attenta, che favorisca il riuso degli spazi già edificati e impedisca nuove espansioni urbane indiscriminate. Arrestare il consumo di suolo richiede un’azione concertata tra istituzioni, cittadini e imprese. È fondamentale promuovere politiche di pianificazione territoriale sostenibili, incentivare la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e sensibilizzare la società sull’importanza della tutela. Un ruolo chiave spetta anche ai cittadini, che possono contribuire attraverso scelte più consapevoli che comportino un minore consumo di suolo e valorizzazione degli spazi verdi urbani.
Il ruolo dell’educazione ambientale
L’educazione ambientale resta essenziale per diffondere una cultura della sostenibilità e della tutela del territorio. Solo attraverso un impegno comune sarà possibile invertire la tendenza attuale e garantire un futuro in cui sviluppo e sostenibilità possano convivere in equilibrio. Il suolo è una risorsa non rinnovabile: preservarlo significa investire nel benessere delle generazioni future.