La Russa sulla figuraccia San Siro: “Sala ha fatto un clamoroso autogol, i milanesi la pensano come me”
“Trovo strano che Sala non si sia accorto che per un atto di pura cortesia istituzionale non ho mai nominato il sindaco, ma sempre la Giunta, dando quindi la colpa non a lui ma all’eterogeneità di chi lo appoggia e che gli rende impossibile prendere decisioni. È un complimento implicito non dovuto. Se fosse stato attento avrebbe dovuto ringraziarmi”. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, intervistato dal ‘Corriere della Sera’, replica al sindaco di Milano, Giuseppe Sala sulla questione San Siro, vicenda che ha portato la Uefa a non assegnare la finale di Champions League del 2027 a Milano.
A Sala che ha definito La Russa, un “cattivo maestro”, la seconda carica dello Stato replica: “Detto da uno che sa benissimo che nell’album di famiglia i “cattivi maestri” sono quelli che proprio a sinistra, hanno predicato e insegnato il terrorismo, mi sembra un clamoroso autogol”.
La Russa a Sala: da eletto a Milano credo di poter parlare
“Non volevo certo fare complimenti ma ripeto che Sala volutamente non l’ho citato – sottolinea La Russa -. La sua colpa semmai è di aver accettato di fare il sindaco con questa maggioranza: con gli ambientalisti e similari che tirano da una parte e gli altri che tirano dall’altra. In questo caso, l’unica strategia è tirare la palla fuori dal campo e dare la colpa al bieco uomo di destra che invece con lui è sempre stato corretto”. Di chi è la colpa di avere perso la finale della Champions League quindi? “Credo, da eletto a Milano, di avere il diritto di poter dire che al Comune sarebbe bastato chiarire subito a Milan e Inter che San Siro non andava abbattuto in nessun caso – sottolinea -. Esattamente come, insieme a me, la pensa la maggioranza dei milanesi. Nel mondo quando si parla di Milano, si pensa al Duomo, alla Scala e a San Siro. Tutto il resto viene dopo. Ecco perché mi sono permesso di interloquire già nel 2019″.
“Quando si parla di Milano si citano il Duomo, la Scala e San Siro”
“Al Comune sarebbe bastato chiarire subito a Milan e Inter che San Siro non andava abbattuto in nessun caso – prosegue – Se il Comune avesse detto fin dall’inizio che San Siro non si abbatteva, il progetto “due stadi” sarebbe andato avanti e le squadre avrebbero accettato. Invece, il Comune, stretto da una giunta divisa tra chi voleva la demolizione e chi no, ha trascinato tutto all’inverosimile con il risultato che – per usare le parole di Barbara Berlusconi – “come nel Gioco dell’oca si è tornati al punto di partenza”: cioè al 2019. Che colpa ne ha La Russa? Se il Comune avesse scelto di decidere e non di menare il can per l’aia ora avremmo un nuovo stadio vicino al Meazza”.