Barista stuprata a Genova da due immigrati: restano in carcere, le hanno causato lesioni permanenti

6 Apr 2024 18:18 - di Carlo Marini
genova barista

Hanno stuprato a Genova una 25enne che faceva la barista e in preda a “istinti brutali e violenti”  le hanno causato anche lesioni permanenti. Per questo i carabinieri hanno arrestato due uomini sudamericani di 47 e 29 anni con l’accusa di stupro di gruppo e lesioni gravissime.

Il giudice Silvia Carpanini ai primi di marzo ha disposto gli arresti domiciliari per i due ma il pubblico ministero Federico Panichi ha impugnato e fatto ricorso. Il Riesame, nel giorni scorsi, ha accolto la richiesta del pm disponendo il carcere perché potrebbero commettere altre violenze e per la gravità del gesto. L’inasprimento non è ancora esecutivo e i difensori dei due, gli avvocati Igor Dante e Pierpaolo Bottino, hanno deciso di impugnare.

La barista di Genova vittima degli abusi bestiali dei due

Questi i fatti, così come riportati da Repubblica: è l’inizio di settembre, quartiere di Sampierdarena a Genova. La giovane barista (25 anni) litiga furiosamente con il proprio fidanzato, venuto a trovarla da fuori città. Lui se ne va via, lei resta da sola e decide di entrare in un bar. Incontra due ragazzi, più o meno coetanei. Prima due chiacchiere, poi bevono insieme. Da quel momento i ricordi si fanno più confusi. Fino al blackout totale.

Il pm di Genova: “Atti di inaudita violenza sulla barista”

La ragazza si risveglia in una casa a Sampierdarena, con la sensazione che sia successo qualcosa di grave. Quattro giorni dopo i dolori sono sempre più forti e decide di andare all’ospedale Galliera dove scatta il protocollo per gli abusi.

Del caso si occupano i carabinieri, ma gli accertamenti sono tutt’altro che facili. La presunta vittima non aveva mai visto prima quelle due persone, e nemmeno dal bar riescono a fornire indicazioni utili per rintracciarli. In più, anche dal punto di vista degli accertamenti “scientifici”, sono passati troppi giorni e rintracciare sostanze stupefacenti come la famigerata “droga dello stupro” è impossibile.

Alla fine decisive sono le immagini delle telecamere installate vicino al locale: si vede un uomo andare e venire, i carabinieri lo identificano, poi scattano interrogatorio e perquisizione. È lui a fornire il nome dell’amico con cui aveva passato la serata.

Hanno agito con istinti brutali

I due vengono identificati e in un primo momento solo denunciati. Nel frattempo, però, la vittima (assistita dall’avvocato Elisabetta Gaibisso) viene sottoposta ad accertamenti medici che stabiliscono come da quella violenza abbia subito lesioni permanenti. Nel frattempo uno dei due aguzzini si presenta sul posto di lavoro della ragazza e la minaccia, cerca di farle ritirare la querela. Il pubblico ministero, una volta ottenuti i risultati medici e i riscontri sull’identità dei due, chiede l’arresto.

“I due hanno agito con istinti brutali – scrive il gip – compiendo atti di inaudita violenza sulla vittima. E potrebbero commettere nuovi comportamenti violenti e incontrollabili. Nonostante la gravità della condotta possono stare ai domiciliari”. Per i giudici del Riesame, invece, il carcere è la misura cautelare più adeguata.

Commenti

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  • Piero 7 Aprile 2024

    Spero in una condanna esemplare.

  • Lappola 6 Aprile 2024

    Restano in carcere??? Ma solo per aver stuprato e per aver causato lesioni permanenti ?? Ma siamo proprio degli incivili, barbari, razzisti !!! Ma quel giudice, che era per caso la pecora nera? No signori, annulliamo il provvedimento e affidiamo il caso ad un giudice di sinistra. Lui sa bene come si fa in questi casi, e anche quando non ci capisce niente assolve. Del resto ormai siamo abituati, il 90% sono rossi, liberano clandestini, stupratori, spacciatori, ladri, con la giustificazione che hanno il diritto di vivere. Che ci voi fà ?