Per la Bce in cerca di dati i mutui possono aspettare: il taglio dei tassi slitta (ancora) a giugno

7 Mar 2024 19:06 - di Redazione
Bce mutui tassi

Dalla riunione di oggi della Bce la maggior parte degli analisti non si aspettavano un taglio dei tassi: e così è stato. Chi ci sperava, allora, dovrà attendere ancora, quasi sicuramente fino a giugno. Dopo un ciclo di 10 rialzi consecutivi cominciato a luglio 2022, ancora un rinvio ufficializzato: a giugno capiremo se abbassare i tassi. La Bce li ha lasciati fermi, nonostante abbia tagliato le stime dell’inflazione, e le parole della presidente Christine Lagarde fanno convergere le aspettative su una decisione per l’inizio dell’estate. Per ora, tutto fermo dunque, in attesa che i dati certificano l’attesa “svolta” definitiva. dunque, come rileva l’Adnkronos, «ha prevalso l’approccio cauto dei “falchi”, che hanno evidentemente una maggioranza in Consiglio rispetto alle “colombe” e che ritengono sia ancora troppo presto per abbassare la guardia».

La Bce rinvia ancora: il taglio dei tassi slitta a giugno

La conseguenza più tangibile, guardando all’economia reale, è la ripercussione sui mutui. Chi ha visto le rate dei contratti variabili salire vertiginosamente durante la sequenza infinita di rialzi del costo del lavoro, si trova ora a dover fronteggiare un recupero molto più lento di quanto si potesse prevedere considerando l’andamento dei prezzi. L’alternativa resta quella con cui ci si è dovuti confrontare negli ultimi mesi: o si prova a continuare a resistere, nel caso in cui la rata sia ancora sostenibile per qualche mese. O si tenta la strada della surroga, considerato che i tassi fissi per i nuovi contratti sono nel complesso in discesa. Non a caso, nei primi due mesi del 2024 la quota di mutui a tasso fisso sul totale della domanda è salita al 25% dal 17% dello stesso periodo del 2023.

I mutui possono attendere…

Dalla presidente dell’Eurotower, però, sono arrivate delle linee di massima sulle indicazioni e sulle mosse future incentrate sulla prospettiva che si apre ora, che è quella di una decisione sul taglio dei tassi a giugno. Lagarde è stata esplicita in questo senso. In questa riunione il Consiglio Direttivo della Bce «non ha discusso di taglio dei tassi: abbiamo solo iniziato a discutere» su come invertire la rotta della politica restrittiva adottata nel 2022-23. Per una eventuale decisione – ha poi aggiunto – «avremo pochi dati ad aprile, ma molti di più a giugno. E questo conta, perché siamo legati ai dati».

Bce, mutui, tassi. Lagarde: «Avremo pochi dati ad aprile, ma molti di più a giugno»

Ma perché questo ulteriore slittamento rispetto alle aspettative dei mercati, che a inizio anno già scontavano un imminente e rapida inversione di tendenza? Perché gli attuali equilibri non consentono di fare quello che la Bce ha fatto in passato, ovvero dettare la linea agendo sulla leva della politica monetaria. Al contrario, ora la Banca centrale segue, e con enorme cautela, quello che il contesto propone. Non solo aspetta i dati, dunque. Ma li aspetta in quantità tale da rendere la propria decisione una conseguenza quasi “meccanica”, spiega ancora l’Adnkronos. Un approccio che Carlo Cottarelli, non certo un “contestatore” dell’ortodossia, mette in discussione: «Credo che la Bce dovrebbe tagliare i tassi. Anzi, avrebbe dovuto farlo già a gennaio», dice, citando i dati sull’inflazione che sta «già viaggiando ad una velocità inferiore al 2%». Ma al momento non è così. E si torna a sperare in giugno…

 

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