Salis, l’ira dell’ambasciatore ungherese: “Crimini gravi, la violenza antifascista con i martelli non è ammessa”

13 Feb 2024 10:10 - di Marta Lima

Una lunga lettera dell’ambasciatore ungherese in Italia, Adam Kovacs, pubblicata questa mattina dal Giornale, chiarisce alcuni aspetti della vicenda di Ilaria Salis, la detenuta italiana a giudizio, in Ungheria, per crimini legati a violenze e terrorismo commessi all’estero in compagnia di bande armate, a quanto pare, di martelli per colpire i “nemici” estremisti di destra. Sul trattamento riservato in aula alla Salis, le pesanti manette del tutto ingiustificate e su cui anche il governo italiano ha protestato, l’ambasciatore non entra nel merito, facendo parte di una sfera riservata all’autonomia dei magistrati, ma sull’approccio del sistema “Ungheria” nei confronti della violenza ideologica, dice cose interessanti. Partendo dalle accuse rivolte a Ilaria Salis, nel cui merito, ovviamente, anche in questo caso, non entra.

L’ambasciatore d’Ungheria e la replica sul caso Salis

Il primo riferimento è al settore dei media italiano. “Mentre una parte di esso ha fornito ai lettori un’informazione obiettiva e imparziale, una parte significativa ne ha dato una rappresentazione particolarmente distorta e sproporzionata soprattutto nella valutazione del sistema giudiziario ungherese, tale da far sorgere il dubbio che i commenti editoriali siano stati mossi esclusivamente da considerazioni politiche, oltre che ideologiche, dirette a mettere in cattiva luce le relazioni italo-ungheresi. Pertanto, alcune considerazioni appaiono necessarie per ristabilire la verità dei fatti…”.

Secondo l’ambasciatore Kovacs “il quadro di quanto è accaduto nei giorni del febbraio di un anno fa sembra chiaro: un network di attivisti appartenenti a organizzazioni estremiste provenienti da diversi Paesi europei si è mobilitato per viaggiare in Ungheria, con lo scopo premeditato di prendere di mira esponenti di estrema destra (selezionati in base al loro abbigliamento) e di causare loro lesioni fisiche e psicologiche talmente gravi da dissuaderli dalle loro convinzioni ideologiche. Dai video in possesso dell’Autorità Giudiziaria, apparsi anche sulla stampa, emergono condotte assolutamente illecite, con atti di aggressione ai danni di soggetti di presunta opposta matrice ideologica, con conseguenti gravi lesioni agli stessi e tutto secondo una attenta e studiata regia”.

“Perché sminuire reati così gravi?”

“A prescindere dall’estraneità o meno dell’imputata Ilaria Salis a questi fatti – sulla quale sarà la Corte a pronunciarsi -, ritengo che la palese tendenza a sminuire questi episodi gravissimi e di presentarli, in modo manipolativo, come una semplice ‘rissa tra manifestanti’, sia piuttosto preoccupante… Noi ungheresi abbiamo già pagato un prezzo altissimo per ottenere la libertà dal regime comunista sovietico e ancor prima da quello nazista e non possiamo tollerare di essere additati come i negatori della libertà di espressione democratica…. La violenza, l’esercizio arbitrario delle proprie ragioni con aggressione non può mai essere riconosciuta come un valore democratico e violenze del tipo visto nel caso in questione non possono mai essere spacciate per «difesa dei comuni valori democratici europei… Il contrasto al ‘pericolo fascista’ pretesa già in sé discutibile nel contesto odierno di una Europa unita, pacifica e democratica non può giustificare i comportamenti di cui è accusata e in Patria già condannata in altre occasioni, Ilaria Salis. La violenza politica non è mai sul ‘lato giusto della storia…”, scrive ancora Kovacs al “Giornale“.

L’amicizia storica tra Italia e Ungheria

La conclusione è un invito alla ragionevolezza: “Che la politica e le autorità italiane si mobilitino, nel rispetto della sovranità altrui, per la salvaguardia dei diritti di una cittadina è pienamente legittimo… La libertà di espressione e di protesta pacifica di tutti sono salvaguardati dal nostro ordinamento giuridico, senza bisogno di ricorrere a spranghe o martelli in tasca per l’autodifesa. Chi viene con lo scopo di portare avanti scontri ideologici con la violenza fisica, deve sapere che nel nostro Paese quei tentati atti di sovvertimento delle regole democratiche che ci siamo dati verranno sempre contrastati con la massima fermezza e senza alcuna indulgenza. Per concludere, sono convinto che l’amicizia storica esistente tra i nostri Paesi rimarrà solida perché ha fondamenta millenarie. Budapest è una delle capitali più sicure dell’Europa e del mondo: un punto di orgoglio per noi ungheresi e di garanzia per tutti gli ospiti stranieri che vogliono visitare le sue bellezze ed immergersi nella sua atmosfera unica. Viva l’amicizia tra l’Italia e l’Ungheria!“.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *