Meloni: “Sulla Salis ho chiesto a Orban rispetto ma anche i giudici ungheresi sono autonomi”

1 Feb 2024 16:46 - di Leo Malaspina

Rispetto, certo, ma sul caso di Ilaria Salis l’Italia non può certo chiedere al premier Orban di intervenire sui giudici. Immaginate se la stessa richiesta avvenisse a parti invertite? Cosa scatenerebbero le toghe italiane? Ecco perché nel suo incontro con la stampa, Giorgia Meloni, al termine del Consiglio europeo che l’ha vista in prima linea nella mediazione con l’Ungheria sui fondi da destinare all’Ucraina, ha ribadito che il governo è in campo per il rispetto dei diritti umani della cittadina italiana ma non può certo interferire politicamente col processo.

Meloni chiede rispetto per la Salis all’Ungheria

“Quello di cui ho parlato con il primo ministro ungherese, come faccio per tutti gli italiani detenuti all’estero, è garantire che ai nostri connazionali venga riservato un trattamento di dignità, di rispetto, un giusto processo e anche veloce”, ha detto la Meloni a proposito del colloquio con Viktor Orban sulle condizioni in carcere di Ilaria Salis. “Mi ha colpito che l’udienza sia stata rinviata a maggio, spero che su questo si possa fare magari qualcosa di più. Per il resto né io né Orban possiamo entrare nel giudizio che compete alla magistratura. Posso solo sperare che Ilaria Salis sia in grado di dimostrare la sua innocenza e la sua estraneità a questa cosiddetta ‘Banda del martello’. Noi come governo garantiamo tutta l’assistenza che dobbiamo”, ha aggiunto la presidente del Consiglio.

Il video della conferenza stampa

“Prima il processo, poi parleremo del carcere”

“Il tema di una eventuale detenzione” di Ilaria Salis “in Italia va discusso quando sapremo come andrà il processo… Devo segnalare che, a differenza di come molto spesso si è scritto in Italia, anche in Ungheria c’è l’autonomia dei giudici e i governi non entrano nei processi. Questo non è oggetto di quello di cui posso parlare con il primo ministro ungherese”. Sulle immagini di Ilaria Salis in catene davanti ai giudici ungheresi “segnalo che non è un trattamento riservato a questo detenuto. Accade in diversi Stati, anche occidentali, che i detenuti vengano portati così in tribunale. Non è nostro costume, non lo facciamo. Sono immagini che da noi impattano ma negli altri Stati sovrani succede così”.

Tajani: “La diplomazia italiana ha fatto tutto il possibile”

Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha spiegato la posizione del governo sul caso Salis. “Ricordo che la detenuta ha ricevuto tutte le visite consolari. Quello che l’Italia poteva fare, l’ha fatto. Ripeto questo non è un caso politico, non riguarda il fatto politico. Non faccio commenti sulla persona se faceva bene a stare là o meno. Il mio compito è quello di cercare di aiutare il cittadino italiano all’estero e più mi impegno dal punto di vista del diritto, e più ottengo risultati. Otteniamo più risultati con intelligenza. Abbiamo portato in Italia Zhaki, sempre puntando al diritto, perchè se diventa un caso politico, non si aiuta neanche il detenuto…”, ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine di un convegno sulla scuola a Montecitorio, parlando del caso Salis.

La Russa: “Eccessive le catene in aula”

Le catene con cui è stata portata in tribunale Ilaria Salis in Ungheria? “Sono esagerate, come in America, ma il vero motivo per cui ci siamo preoccupati è l’esibizione e la mancanza di rispetto della sua dignità”, è invece il parere del presidente del Senato, Ignazio La Russa a margine di un convegno sui nuovi media in corso al palazzo Giustiniani. “In quella situazione che abbiamo visto di sbagliato c’è l’esibizione, è quello che ho detto”. La seconda carica dello Stato ha ricordato come “la legge impone di tenere conto della dignità di tutti i detenuti e se non è necessario non servono manette o se il detenuto è singolo, si tratta di cose legate alle circostanze, spesso infatti per le donne non vengono usate, magari le femministe si arrabbieranno ma è un atto di valutazione”.

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