Salis, a sinistra spunta in sordina l’ipotesi di candidarla per riportarla in Italia. E il Pd si spacca

10 Feb 2024 15:59 - di Elsa Corsini

L’idea è verosimile, anche se nessuno dal Nazareno conferma. La sinistra capitolina – come riporta il Giornale –  starebbe valutando l’ipotesi di candidare alle prossime europee Ilaria Salis. Uno stratagemma, una scorciatoia, per riportare in Italia la maestra antifascista arrestata un anno fa in Ungheria in seguito a episodi di violenza e aggressioni. Se venisse eletta, questo il ragionamento, potrebbe contare sull’immunità parlamentare, come è accaduto in passato per altri casi simili (Toni Negri ed Enzo Tortora).

A sinistra spunta l’idea di candidare Ilaria Salis

Le liste sono ancora da fare, la segretaria Elly Schlein non ha sciolto le riserve, tutto è ancora possibile anche se la proposta non è stata mai discussa, assicurano dalla staff della segreteria. L’idea non piace a tutti, molti la considerano una strumentalizzazione dannosam ma starebbe circolando nelle chat parlamentari con un tam tam crescente. Il colpo di genio porta la firma di Carmine Barbati, consigliere comunale romano della lista civica di Gualtieri. Anche in questi casi il Pd è spaccato. Non tutti concordano, molti temono contraccolpi di immagine. Se la Salis ha idee compatibili, perché no? è la tesi di Fausto Raciti, ex deputato e ultimo segretario della Sinistra giovanile. Francesco Boccia, tirato per i capelli  e considerato semi-favorevole alla candidatura, taglia corto: non ne so nulla.

La scorciatoia per liberare la maestra antifascista

Ma vediamo cosa dice la legge. Tecnicamente – riassume il costituzionalista Salvatore Curreri –  in caso di elezione a parlamentare di un detenuto, questi va scarcerato, come accaduto nei casi Tortora e Negri. Perché secondo l’articolo 68 della Costituzione, per privare un parlamentare della sua libertà personale, occorre l’autorizzazione della Camera di appartenenza”. Certo in questo caso l’affare si complica perché la Salis è detenuto all’estero. Se l’Ungheria dovesse opporsi, o emettesse un mandato, potrebbe essere il Parlamento di Strasburgo a doversi esprimere. La strada tecnico-giuridica è in salita ma di fronte alla prospettiva di liberare la compagna Ilaria dal carcere di Budapest la sinistra è pronta a metterci la testa.

Il precedente di Tortora, ma era diverso

Se la maestra italiana dovesse essere prima candidata e poi eletta potrebbe, forzando il codice, contare sull’immunità parlamentare e tornare in Italia. Enzo Tortora, in seguito assolto con formula piena,  nel 1984 venne candidato ed eletto in Ue mentre si trovava ai domiciliari. Un precedente molto distante dal caso Salis.

 

 

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