Si presenta il libro su Giorgio Pisanò, che rivelò le stragi partigiane. Anpi e Pd sul piede di guerra
Ha suscitato grande indignazione nell’Anpi e nel Pd di Desio la decisione del Comune di concedere il patrocinio e una sala alla presentazione del libro Giorgio Pisanò. Soldato, giornalista, politico, scritto da Luca Bonanno per Eclettica edizioni. “Fascista” Pisanò e “simpatizzante neofascista” l’autore, hanno tuonato in sintesi, parlando di fatto “grave” e “oltraggio” e “ferita” ai “sentimenti antifascisti della città” e chiedendo naturalmente la revoca del patrocinio e della sala, che – oltraggio nell’oltraggio – è intitolata a Sandro Pertini. L’evento è in programma per il 13 dicembre alle 21.
Anpi e Pd contro la presentazione del libro su Giorgio Pisanò
“Chiediamo con urgenza una risposta al sindaco e alla giunta, in attesa della quale domandiamo di procedere senza indugio alla revoca del patrocinio e dell’autorizzazione ad utilizzare la sala”, ha fatto sapere il Pd, spalleggiando l’Anpi. “Sono stupita per la polemica, credevo che fossimo in democrazia”, ha replicato l’assessore alla Cultura di Desio Samantha Baldo.
Chi era Giorgio Pisanò: il suo lavoro storico ricostruì nefandezze e atrocità dei partigiani
In realtà, la reazione scomposta di Anpi e Pd alla presentazione del libro non stupisce affatto, sia perché è loro prassi abituale tentare di censurare pubblicazioni e incontri che avvertono come sgraditi sia perché, nel caso specifico, hanno tutte le ragioni per sentirsi a disagio. Pisanò, che certo fu fascista, fu anche tante altre cose, come ricorda il titolo del libro. E, oltre che giornalista di grandissima qualità e parlamentare della Repubblica, fu anche storico. O, per meglio dire, fu “lo” storico che sottrasse all’oblio atrocità e nefandezze compiute dai partigiani durante la Guerra civile in Italia tra il 1943 e il 1945, cui dedicò un’opera poderosa, basata su un minuzioso lavoro di ricostruzione. Anni dopo, questo lavoro di ricerca, ricostruzione e trasmissione di fatti che altrimenti sarebbero stati cancellati dalla memoria collettiva divenne la base per il Sangue dei vinti, e i volumi a seguire, di Giampaolo Pansa. Non serve dunque un fine analista per comprendere perché un libro su Pisanò e la sua presentazione rappresentino per il Pd e ancora di più per l’Anpi qualcosa di intollerabile.