Caso Apostolico, il giudice Cioffi al Tg1: la mia una ferita aperta. Per lui, niente difesa d’ufficio o spettri di dossieraggio
Il caso del giudice Apostolico, e la campagna di vittimizzazione e beatificazione (del magistrato) che la sinistra sta orchestrando, richiama molto da vicino quello del collega Giuseppe Cioffi: un giudice che avrebbe dovuto giudicare i fratelli del deputato forzista Luigi Cesaro e fu costretto a fare istanza di astensione dopo che Repubblica aveva scatenato contro di lui una campagna di fuoco mirata a delegittimarne istanze e operato.
Sul caso Apostolico e il precedente del giudice Cioffi, il doppiopesismo della sinistra
Una vicenda, quella della Apostolico, che infiamma ormai quotidianamente un dibattito viziato a sinistra da strumentalizzazioni demagogiche e che solleva indirettamente il velo sui colpi e contraccolpi che il doppiopesismo dem utilizzato ad hoc su persone e vicende, ha generato. E che riapre la ferita del giudice Cioffi, che ancora ieri, ai microfoni del Tg1, sulla vicenda che lo colpì, sempre nel 2018, ha ribadito: «C’erano degli amici che andavano, non ero né ospite né invitato. Ma subii attacchi di una tale virulenza, tale e tanto fu il clamore mediatico” che quella “vicenda mi ha profondamente segnato».
Il giudice Cioffi: la sua vicenda ripercorsa ai microfoni del Tg1
Il magistrato napoletano, lo ricordiamo, a inizio del 2018 fu al centro di polemiche dopo un articolo di la Repubblica che aveva pubblicato una sua foto di sei mesi prima a Ischia davanti a una convention di Forza Italia, in posa con alcune persone fra cui un consigliere provinciale azzurro. Cioffi finì sotto accusa perché era nella terna di giudici che avrebbe dovuto giudicare i due fratelli di Luigi Cesaro, all’epoca parlamentare di Forza Italia.
E sulla Apostolico: «Sicuramente un giudice non deve trasferire la propria ideologia nei provvedimenti»
Oggi molti accostano il suo caso a quello della giudice catanese Iolanda Apostolico. Tanto che, nel corso dell’intervista al Tg1, a Cioffi viene chiesto quale sia la sua opinione sulla presenza di un giudice a una manifestazione di segno politico, come quella di Apostolico alla manifestazione di 5 anni fa a Catania sul Caso Diciotti. E la risposta non può essere vincolata a interpretazioni di sorta: «Inopportuna – replica Cioffi – ma sicuramente un giudice non deve trasferire la propria ideologia nei provvedimenti».
Due vicende, due modi opposti di gestirle e commentarle
Un vaso di Pandora, quello sulla toga di Catania, che riverbera altre vicende, gestite e commentate in modo diametralmente opposto: come fu per il collega Cioffi. Un caso, che si infiamma quotidianamente con video, foto e commenti liberamente “interpretati” a sinistra a seconda del magistrato sotto osservazione. In questo contesto, allora, la vicenda che ha coinvolto il giudice Cioffi si pone agli antipodi di quanto si sta verificando nel caso della toga pro-migranti di Catania.
Nessuna accusa di dossieraggio nel 2018 per il giudice Cioffi
Gli aggiornamenti quotidiani, del resto, lo dimostrano inequivocabilmente: blindata dal tribunale del capoluogo etneo che non ha disposto il suo trasferimento ad altro incarico. E con la Lega, che ne ha chiesto le dimissioni, che ancora attende di vederle annunciare. Tutto, mentre dilaga la polemica di un secondo video, girato da un carabiniere nel 2018 nel porto di Catania, che ritrae la giudice Iolanda Apostolico durante una manifestazione, con buona degli apocalittici sostenitori dem di fantomatiche ipotesi di dossieraggi interni di servizi segreti o di atti trapelati dalle carte giudiziarie a beneficio di Salvini.
Per il giudice Cioffi le cose andarono molto diversamente…
Per Giuseppe Cioffi le cose andarono diversamente. Nel suo caso Pd e 5S non levarono gli scudi, denunciando dossieraggi o incursioni inammissibile nella vita privata del magistrato nel mirino. Anzi, come ha scritto già ieri il nostro quotidiano, in quel caso «il ministro della Giustizia dell’epoca, Andrea Orlando (Pd)» dispose «accertamenti e nel giro di 24 ore, il 31 gennaio, il Csm aprì un fascicolo su Cioffi, affidando il caso alla prima commissione, competente sui trasferimenti d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale».
Lui fece un passo indietro. La Apostolico?
Tutto, come anticipato, si concluse poi con la decisione del magistrato di fare un passo indietro e presentare istanza di astensione al tribunale di Napoli Nord dal processo ai fratelli Cesaro. La Apostolico farà un passo indietro dopo l’uscita del secondo video?