Chi si ricorda del giudice Cioffi? La sinistra lo costrinse a un passo indietro per un selfie con gli amici

7 Ott 2023 8:31 - di Redazione

La giudice Apostolico prima fa la marcia per i migranti della nave Diciotti e poi giudica sul decreto del governo che vuole trattenere i clandestini nei Cpr. Non c’è chi non veda che c’è un conflitto di interessi di notevole portata. La sinistra la assolve ma non si comportò allo stesso modo per il caso del giudice Cioffi, che nessuno si è preso la briga di ricordare. Tranne, ovviamente, i giornali che simpatizzano per il centrodestra.

Giuseppe Cioffi. Chi era costui? Un giudice che avrebbe dovuto giudicare i fratelli del potente deputato forzista Luigi Cesaro e fu costretto a fare istanza di astensione dopo che Repubblica aveva montato contro di lui una campagna di fuoco. Motivo? Alcune foto in un hotel di Ischia dove si era appena svolta una convention di Forza Italia. Era il 2018.

Cioffi spiegò che era in quell’hotel per vedere alcuni amici e non per il meeting del partito di Berlusconi. Ma Repubblica pubblicò una foto di Cioffi mentre rideva con gli amici. Sullo sfondo, le bandiere di Forza Italia.  All’epoca Cioffi era il presidente del collegio giudicante al processo contro Aniello e Raffaele Cesaro, fratelli del senatore Luigi Cesaro.

“Il povero Cioffi – scrive La Verità – tenta subito di spiegare all’Ansa che era lì per altri motivi. «Quando si tenne la convention», ricostruisce il magistrato, «io ero a Ischia in una casa privata e non ho assolutamente partecipato alla riunione». Il giorno dopo, quando era tutto finito «ma le bandiere di partito non erano state ancora rimosse», va in quell’albergo a prendere il caffè con alcuni amici, uno dei quali aveva preso parte alla convention. «Era domenica 15 ottobre, una bellissima giornata ed ero particolarmente felice per la vittoria del Napoli all’Olimpico contro la Roma», spiega il magistrato. Che poi aggiunge un particolare su cui nessuno ha vergato editoriali: «Quella foto è stata estrapolata per attaccare me e la magistratura»”.

Forse il Pd all’epoca prese le difese del magistrato, o parlò di dossieraggio, o denunciò scandagliamenti della vita privata di Cioffi? Ma neanche per sogno. “Si scatenano le polemiche, con il Pd e i 5 stelle che chiedono subito la rimozione del giudice con le consuete prediche sull’indipendenza della magistratura. Il ministro della Giustizia dell’epoca, Andrea Orlando (Pd) dispone accertamenti e nel giro di 24 ore, il 31 gennaio, il Csm apre un fascicolo su Cioffi, affidando il caso alla prima commissione, competente sui trasferimenti d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale”. Dopo, Cioffi prende la decisione di fare un passo indietro e presenta istanza di astensione al tribunale di Napoli Nord dal processo ai fratelli Cesaro.

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