Biden “scopre” che ha un problema: l’immigrazione. Ed è costretto a rinunciare alle sue favole da campagna elettorale
Il buonismo politically correct di Joe Biden e della sua vice, Kamala Harris che, in campagna elettorale, sventolavano il vessillo dell’immigrazione libera raccontando favole bellissime, promettendo di aprire le frontiere Usa per raccattare i voti delle frange più estreme necessarie per battere Trump, sta, in queste ore, facendo drammaticamente i conti con la realtà: migliaia di immigrati si stanno accalcando ai confini statunitensi con il Messico. E le città di frontiera stanno dichiarando lo stato di emergenza, travolte da una crisi senza precedenti.
Mai come ora le parole di Giorgia Meloni che hanno risuonato questa notte nella grande sala del Palazzo di Vetro dell’Onu a New York sulla necessità di uno sforzo globale e collettivo per governare, tutti insieme, l’immigrazione combattendo chi lucra sulla pelle degli immigrati, stanno apparendo tanto attuali a Joe Biden.
I titoli cubitali dei quotidiani Usa non lasciano spazio ai dubbi: “Border Storm”, “Tempesta di confine”. E anche: “Lo tsunami finanziario causato dalla crisi dei migranti brucerà le città”.
“La città sopraffatta del Texas dichiara lo stato di emergenza mentre oltre 11.000 migranti – quasi la metà della sua popolazione – attraversano il confine”, titola il New York Post dipingendo scenari apocalittici.
I numeri con cui Biden deve fare i conti sono spaventosi.
“Un’ondata senza precedenti di 4.000 migranti ha attraversato il confine degli Stati Uniti con il Messico ad Eagle Pass, in Texas, mercoledì”, ricorda il quotidiano.
Il sindaco, Rolando Salinas, ha detto che una folla di 2.500 persone, moltissimi venezuelani, ha attraversato illegalmente il confine in città lunedì. Altri 7.200 illegali sono stati arrestati la settimana precedente.
L’unico rifugio per migranti nella città di confine, “Mission Border Hope” è stato letteralmente preso d’assalto e sta esplodendo.
“Uno dei problemi è che molti di questi sono maschi single. E non vogliono ascoltare le istruzioni, stanno lasciando la struttura – ha avvertito il sindaco. – Non tutte queste persone vengono in pace”.
Qui, in questa zona che fa da cuscinetto e sta sopportando una pressione indicibile, nessuno ha dimenticato la grave crisi umanitaria quando, due anni fa, 15.000 immigrati haitiani si riversarono nell’area accampandosi sotto il ponte della vicina Del Rio, in Texas. L’ondata migratoria più grande in assoluto.
Ma gli arrivi di queste ore rischiano di disintegrare presto quel record.
Le foto, drammatiche, restituiscono l’immagine di uomini che avanzano a fatica dentro i fiumi che costeggiano i confini protetti da rotoli di filo spinato, con l’acqua al bacino, tenendosi per mano, portando a cavalcioni, sulle spalle, chi ha ceduto, determinati a conquistarsi il proprio sogno americano, illusi dalle generose false promesse elettorali di Biden e di Kamala Harris.
I Centri di detenzioni sono prossimi al collasso, molto molto sopra la propria capacità di accoglienza.
Le autorità locali stanno smistando gli immigrati nei Centri di Laredo e di El Paso. Ma non sembra più sufficiente. La gestione dell’emergenza sta mettendo in crisi anche i budget cittadini.
Il lavoro di screening degli immigrati è lungo e complesso. Prende in esame non solo i precedenti tentativi di ingresso illegale negli Stati Uniti ma anche la fedina penale. Dai controlli incrociati emergono storie di omicidi.
“È, ovviamente, un problema di sicurezza”, ammette il rappresentante degli Stati Uniti, Eddie Morales, un democratico il cui distretto include Eagle Pass.
Ma c’è un altro aspetto, ancora più inquietante: dietro alla pressione degli immigrati sui confini Usa ci sono i cartelli della droga, che approfittano della confusione per incrementare il proprio business.
Si stanno velocemente esaurendo gli spazi nei Centri di gestione progettati per trattenerli.
Pressato dai sindaci democratici che ospitano i costosi rifugi – in prima fila il sindaco di New York, Eric Adams – Biden ha accettato di acconsentire permessi di lavoro a 470.000 immigrati venezuelani in maniera da consentire loro di lasciare i Centri, i cui bilanci, che ricadono sulle amministrazioni locali, sono disastrosi.
E l’amministrazione Biden sta velocemente accelerando il processo per portare quei Centri di gestione degli immigrati fuori dai confini statunitensi, magari in Centro America, in Colombia e Guatemala.
Biden è un inetto È la rovina dell’ America e del globo intero .Biden è il pupazzo degli illuminati una testa di legno Che prepari le borse perché l America non lo vuole più