Revenge porn, risarcimento record nel Texas: 1,2 miliardi di dollari alla vittima
Il revenge porn stavolta è costato caro. Una donna del Texas ha ricevuto 1,2 miliardi di dollari di danni dopo aver citato in giudizio il suo ex fidanzato accusandolo di aver inviato immagini intime di lei alla sua famiglia, ad amici e colleghi da falsi account. Secondo il New York Times, la donna, identificata solo con le iniziali DL nei documenti del tribunale, ha citato in giudizio Marques Jamal Jackson sostenendo che l’ha abusata psicologicamente e sessualmente con la cosiddetta ‘vendetta ‘ porno’, ossia la condivisione di foto o video sessualmente espliciti senza consenso.
La coppia ha iniziato a frequentarsi nel 2016 e vivere insieme a Chicago all’inizio del 2020 quando sono sorti i primi problemi e lei si è trasferita temporaneamente a casa di sua madre in Texas. Jackson nel frattempo ha iniziato ad accedere al sistema di sicurezza nella casa materna per spiarla, si legge nella causa. Nell’ottobre 2021 la coppia si è separata e DL ha intimato all’ex fidanzato si smettere di accedere a quello che viene descritto come “materiale visivo intimo”.
La vendetta e il revenge porn
Lui, invece, ha messo in atto la sua vendetta, pubblicando le immagini sui social media, su un sito pornografico e in una cartella accessibile al pubblico sul servizio di condivisione di file online Dropbox. Il tutto taggando familiari, amici, colleghi e persino il datore di lavoro di lei, indicando il suo nome e il suo indirizzo. “Passerai il resto della tua vita cercando di cancellarti da internet e non ci riuscirai”, ha poi minacciato l’uomo in una email del marzo 2022. Un mese dopo, la donna si è rivolta al tribunale di Houston. L’avvocato della vittima, Brad Gilde, ha affermato che non si aspetta che venga pagata l’intera somma, ma spera che “questo serva da deterrente per gli altri”.
Cos’è il revenge e come viene punito in Italia
Il revenge porn è la diffusione di immagini o video internet o sui social senza il consenso. In Italia, La legge 19 luglio 2019, n. 69, introducendo nuove disposizioni per la tutela contro la violenza domestica e di genere, prevede sanzioni per il fenomeno, stabilendo all’art. 10 che “chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 5.000 a euro 15.00”.