Morte Bochicchio, archiviazione dalla procura: fu un malore. Ma spuntano le polizze
Fu un improvviso malore a determinare, il 19 giugno del 2022, l’incidente in moto che causò la morte di Massimo Bochicchio, il broker romano accusato di avere organizzato una truffa colossale a tanti vip. Il sostituto procuratore Alessandro Di Taranto ha chiesto al Gip l’archiviazione delle indagini sul decesso del consulente finanziario, per istigazione al suicidio. Un provvedimento che arriva in coincidenza con la scoperta delle due polizze stipulate da Bochicchio in favore della moglie pochi mesi prima della morte.
L’incidente
Bochicchio era sotto processo a Roma per esercizio abusivo della professione finanziaria e il giorno successivo all’incidente era in programma una nuova udienza in cui si sarebbe dovuto presentare in aula. Pur trovandosi agli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico, il broker aveva il permesso di uscire di casa dalle 10 alle 12 per motivi di salute. La mattina del 19 giugno scorso stava percorrendo in sella alla sua moto la via Salaria in direzione centro, quando, intorno alle 11,45, è stato visto da due testimoni deviare verso destra , fino a collidere con un muro. Dalla consulenza tecnica affidata dalla Procura a un ingegnere, è emerso che la vittima viaggiava in quel momento a 70-80 chilometri orari su un tratto di strada “in buone condizioni di manutenzione, con andamento rettilineo e pianeggiante”.
La truffa da 600 milioni e i vip derubati da El Shaarawy a Conte
Bochicchio era accusato di avere organizzato una truffa colossale, facendo sparire complessivamente seicento milioni di euro, frutto di investimenti fatti da vip del mondo dello spettacolo, del calcio, dell’imprenditoria. Tra questi ci sono, tra gli altri, i calciatori Stephan El Shaarawy ed Evra, l’allenatore Antonio Conte, il procuratore sportivo Federico Pastorello. La vedova di Bochicchio, l’ex concorrente di miss Italia, Arianna Iacomelli, ha rinunciato all’eredità, evitando che il suo patrimonio possa essere oggetto di rivalsa da parte dei creditori del marito.
Il broker assicurava ai suoi clienti ricavi del 20% sul capitale investito. Circostanza che determinò la scelta di tanti rappresentanti del jet set di affidargli ingenti somme, ovviamente mai restituite.