Mogol: “Stimo Meloni, lotta dalla mattina alla sera per l’Italia. E crede solo nella competenza”
«Il fatto che stimi Giorgia Meloni è fuor di dubbio: è ovunque con efficacia straordinaria e dimostra alle altre la forza delle donne. Lotta dalla mattina alla sera per il Paese e crede solo nella competenza. Accidenti quanto è vero!». A dirlo è stato Mogol che, in una lunga intervista al Corriere della Sera su temi per lo più di carattere personale e professionale, non ha avuto remore a tornare a ribadire la sua ammirazione per il premier, che, come emerge, non si basa limita alla dedizione senza riserve all’Italia, ma anche al merito delle sue scelte politiche. A partire da quelle sull’immigrazione.
Mogol: “Stimo Meloni, è ovunque con una efficacia straordinaria”
Secondo Elvira Serra, che firma l’intervista, vi sarebbe una incongruenza tra la scelta di Mogol di ospitare due famiglie ucraine e la politica dell’accoglienza proposta dal governo. Un’osservazione alla quale il più noto paroliere italiano ha replicato ricordando che “la decisione di ospitare due sorelle con i figli l’ho presa con mia moglie. Adesso le ha raggiunte un marito. Diamo loro un piccolo stipendio perché ci aiutano, hanno la carta di credito”, ma che “sui migranti il discorso è un altro: ho spedito un piano alla premier”. Un piano che si riassume, ha spiegato, con lo slogan “aiutiamoli a casa loro”.
Terzo al mondo per dischi venduti: meglio di lui solo i Beatles ed Elvis
Consigliere del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, anche se “non ci siamo mai incontrati”, Mogol nel 2016 fu candidato al Nobel per la Letteratura. “A chi non piacerebbe vincerlo?”, ha ammesso, aggiungendo anche che “però nella mia vita ho avuto già tanto. Per non parlare di tutte le volte, almeno venti, che mi sono salvato mentre nuotavo, andavo a cavallo o in altre situazioni pericolose. Cosa posso chiedere di più?”. Il numero di canzoni che ha scritto non lo ricorda, ma quello dei dischi venduti nel mondo sì: sono stati 523 milioni. “Sono terzo, dopo i Beatles ed Elvis Presley”, ha rivendicato, chiarendo che è “impossibile” dire di quale sia più orgoglioso, ma che “una delle cose che mi ha fatto più piacere è stata riscrivere da zero Space Oddity , che David Bowie voleva cantare in italiano: il mio testo non c’entrava nulla con il suo. Si intitola Ragazzo solo, ragazza sola , Bertolucci l’ha scelta per il film Io e te”.
Quella lettera di Papa Francesco e il rapporto con la religione
Fra i riconoscimenti di cui va più fiero, poi, c’è una lettera autografa ricevuta da Papa Francesco, che “scrive piccolo piccolo”. “Citando un mio aforisma del libro Le Ciliegie e le Amarene , mi ha ringraziato con le parole: ‘Mi fa bene'”, ha raccontato l’autore e produttore discografico, spiegando di essere credente. “Io e mia moglie Daniela (Gimmelli, sposata nel 2007 e di 30 anni più giovane, ndr) siamo entrambi cattolici. Preghiamo molto. Lei alla sera recita il rosario, io prego la mattina, per tutte le persone che conosco, per quelle che sono in pericolo”.
La bordata di Mogol a Sanremo: “Non lo guardo: la competenza per me è fondamentale”
Quanto alle canzoni degli altri, Mogol ha confessato di non ascoltare la musica. E di non averlo fatto “nemmeno prima”. Dunque, non conosce i giovani cantanti e non guardare Sanremo, anche perché “la competenza per me è fondamentale”. Poi, parlando del disco appena inciso con Mario Lavezzi, Capolavori nascosti, composto di 13 brani “recuperati” più un inedito, ha ricordato che “Una storia infinita fu scartata da Amadeus: disse che aveva troppe canzoni”. Ma il direttore artistico del Festival lo farebbe? “Dovrebbero darmi un mucchio di soldi”, ha risposto Mogol, il cui rimpianto è “aver venduto la Numero Uno, la nostra casa discografica (cui partecipò anche Lucio Battisti, ndr): abbiamo preso tre lire mentre valeva molto di più. Ma avevamo stipendi importanti e avevo paura di non riuscire a pagarli”. Quanto a Battisti, non lo sogna, ma lo pensa. “Credo che lo incontrerò quando sarò morto. Chissà se avrà la chitarra…”.