Camera, deliberata l’indennità per i capigruppo (senza aumento della spesa). Foti: “Non ne usufruirò”
I capigruppo alla Camera riceveranno un’indennità che ne riconosce l’importanza del ruolo: si tratta di un’erogazione di circa 1200 euro netti al mese pari a quella riconosciuta ai presidenti di Commissione, che non graverà sui bilanci di Montecitorio. L’indennità, infatti, sarà sostenuta dagli stessi gruppi, attraverso i contributi già previsti per la loro attività. Dunque, per dirla in gergo tecnico, l’operazione sarà “a saldo invariato” per la Camera. Diversi capigruppo attualmente in carica, comunque, hanno annunciato che non ne usufruiranno.
L’ufficio di presidenza della Camera delibera l’indennità di ruolo per i capigruppo
La decisione di prevedere l’indennità è stata presa dall’Ufficio di presidenza, con nessun voto contrario. Centrodestra e M5s, infatti, hanno votato a favore e Pd, Verdi-Sinistra e Roberto Giachetti di Iv si sono astenuti. “Con questa indennità, che dovrà essere prelevata dal contributo che viene versato ai Gruppi parlamentari, viene riconosciuta l’importanza del ruolo e delle attività dei presidenti dei Gruppi parlamentari”, ha spiegato il Questore della Camera, Paolo Trancassini, sottolineando che “questa operazione non prevede nessun aumento di spesa, neanche di un centesimo”.
Indennità non cumulabili e nessun aumento di spesa per Montecitorio
Più nel dettaglio, l’indennità, pari a 1269,34 euro netti, per il 2023 sarà erogata direttamente dai gruppi. Poi, a partire da gennaio 2024, sarà erogata direttamente dalla Camera, ma sempre attingendo agli stanziamenti per i gruppi. Il contributo aggiuntivo andrà anche ai presidente delle singole componenti del Gruppo misto, ma in una misura ridotta del 50%. Nessuna possibilità, però, di cumulare con altre indennità d’ufficio, come esplicitamente indicato nella delibera dell’Ufficio di presidenza.
Foti: “I destinatari possono decidere di rinunciare. Io non ne usufruirò”
Diversi capigruppo in carica hanno comunque annunciato che non usufruiranno dell’indennità. In particolare, a chiarirlo a ridosso della delibera dell’Ufficio di presidenza sono stati Tommaso Foti di FdI, Francesco Silvestri del M5s e Chiara Braga del Pd. “Ritengo che sia giusto lasciare ai destinatari della misura la possibilità di rinunciare alla stessa, cosa che faccio senza difficoltà alcuna”, ha spiegato Foti.