Caldo record: sul tavolo del governo lo “smart working emergenziale”
Per fronteggiare l’emergenza caldo, il ministero del Lavoro starebbe valutando il ricorso, dove necessario, allo smart working. Lo avrebbe detto, a quanto si apprende, la ministra del Lavoro, Marina Calderone, nel corso della riunione telematica con i sindacati e le associazioni datoriali.
Il ministero avrebbe fatto una prima valutazione per capire se è possibile includere lo smart working emergenziale alla situazione attuale. Da questa analisi sarebbe emersa la necessità di procedere con una norma di legge, ma al momento mancherebbe un “veicolo” normativo in cui inserirla. Calderone avrebbe sottolineato che il tema potrebbe essere declinato attraverso accordi a livello aziendale, garantendo, dando disponibilità, da parte ministero, a lavorare ad un decreto per procedure di comunicazione semplificata.
La Cassa integrazione per il caldo torrido
Nei giorni scorsi l’Inps aveva emanato una circolare con la quale si stabiliva la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione in presenza di temperature superiori ai 35 gradi. “Le temperature eccezionalmente elevate (superiori a 35°), – era scritto nella circolare – che impediscono lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore, possono costituire evento che può dare titolo alla Cassa integrazione ordinaria. Si chiarisce – continuava la circolare dell’istituto di previdenza- – che possono rilevare anche le cosiddette temperature percepite, ricavabili anch’esse dai bollettini meteo, quando le stesse siano superiori alla temperatura reale”. Intanto, la Cisl ha chiesto misure straordinarie per contrastare i disagi derivanti dal caldo all’interno del tribunale di Roma. “‘Siamo in piena emergenza caldo, la situazione è davvero grave e in diverse aree delle Palazzine B e C di Piazzale Clodio l’impianto di climatizzazione non funziona o se funziona non è sufficiente ad abbassare le temperature equatoriali di questi giorni. La situazione non è più sostenibile, non è più possibile lavorare in queste condizioni”.