Cospito, il Pg chiede l’ergastolo per l’attentato alla caserma allievi carabinieri di Fossano: volevano uccidere

19 Giu 2023 15:58 - di Roberto Frulli

“Volevano uccidere” i giovani carabinieri che stavano studiando alla scuola di Fossano, nel cuneese e, per questo non meritano sconti di pena l’anarchico Alfredo Cospito e la compagna Anna Beniamino che, nel 2006, piazzarono due ordigni nei pressi della caserma allievi carabinieri della cittadina piemontese.

È la convinzione del Procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo che al processo per il grave attentato chiede la condanna all’ergastolo e l’isolamento diurno di 12 mesi per Cospito e 27 anni e un mese per la Beniamino.

Una richiesta che, ci tiene a precisare Saluzzo, non è stata “fatta a cuor leggero, senza ponderazione e senza sofferenza una certa dose di sofferenza umana”.

“Vi posso assicurare che l’atteggiamento della Procura generale non è di vendetta dello Stato nei confronti di Cospito – avverte il magistrato. – Lo Stato non ha nulla di chi cui vendicarsi contro Cospito, lo Stato non si vendica nei confronti di alcuno, il rappresentante dello Stato, che in questo caso è la Procura generale, non ha atteggiamenti preconcetti, l’unica valutazione è sui fatti”.

Sulla vicenda di Cospito e della compagna, Saluzzo ricorda il recente pronunciamento della Corte Costituzionale. Che, interpellata dai giudici torinesi sull’eccezione di legittimità riguardante la ‘lieve entità’ lo scorso 18 aprile, si era espressa a favore del bilanciamento tra attenuanti e aggravanti consentendo, quindi, una sentenza alternativa all’ergastolo.

La Corte costituzionale – osserva il Procuratore generale – ha aperto la strada alla possibilità di bilanciare attenuanti e aggravanti anche per il reato di strage politica. Ma non siamo qui per fare sconti se non quando gli sconti sono dovuti, fondati e meritati. E Cospito – sottolinea Saluzzo – non merita nulla”.

“Siamo qui per dire se questo reato è connotato da aspetti di lievità o se, invece, è un reato ordinario – rammenta il Pg di Torino. – E crediamo di aver dimostrato che non è un reato terra terra, che ha avuto delle connotazioni di particolare gravità che, solo per un caso, non ha sortito gli effetti che Cospito e Beniamino si prefiggevano”.

E se non fosse ancora chiaro, Saluzzo è ancora più esplicito: “In quell’occasione volevano uccidere, dare un segnale, stroncare i giovani che studiavano alla scuola carabinieri di Fossano. Volevano infliggere allo Stato un colpo in uno dei suoi gangli essenziali come sono le forze di polizia. Così dimensionato il fatto non offre alcuno spunto per dire che ci sono elementi che lo depotenziano”.

La decisione, attesa per oggi pomeriggio, è stata poi rinviata: il giudice ha aggiornato a lunedì prossimo, 26 giugno, l’udienza del processo che vede imputati Alfredo Cospito e Anna Beniamino per il ricalcolo della pena.

“Partiamo da un punto a nostro favore che è la decisione della Corte Costituzionale che ritiene praticabile il giudizio di prevalenza – annota Flavio Rossi Albertini, legale di Alfredo Cospito. – La precedente Corte d’Assise d’Appello il 5 dicembre scorso ha emesso un’ordinanza con cui ritiene non solo sussistente l’attenuante ma anche che la stessa debba prevalere sulla recidiva reiterata. Oggi la Corte Costituzionale lo consente, per cui speriamo che anche questa Corte mantenga la stessa linea interpretativa rispetto le richieste difensive per cui abbatta la pena nei termini di una proporzionalità adeguatezza e individualizzazione rispetto ai fatti effettivamente compiuti o attribuiti al mio assistito”.

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