Richetti attacca Amorese: ha “osato” dire che Don Milani non sta nel Pantheon della destra (video)
«Guardate questo video», tuona da Twitter il capogruppo di Azione-Iv, Matteo Richetti, additando al pubblico biasimo il deputato di FdI Alessandro Amorese, “reo” di aver detto che «da destra non possiamo dire che Don Milani sia nel nostro Pantheon».
Richetti attacca Amorese per il suo giudizio su Don Milani
Nel passaggio dell’intervento “incriminato” da Richetti, l’esponente di FdI ha riconosciuto a don Milani «l’onore di un idealista generoso, di un uomo forte, di un uomo in buona fede». Nel merito, però, ha proseguito Amorese, «è chiaro che la Lettera a una professoressa ha sempre diviso su vari aspetti, l’egalitarismo da una parte, la meritocrazia dall’altra. Non possiamo sposarla interamente». Richetti ha commentato scrivendo che «la definizione di questo Deputato di Fratelli d’Italia è semplicemente offensiva: “Don Milani non può stare nel nostro Pantheon”». «Tranquilli ce lo teniamo nel nostro», ha chiosato l’esponente di Azione.
L’opinione di Giuliano Ferrara: «Era un profeta della decivilizzazione»
Ora, varrà la pena ricordare solo incidentalmente che, in questi giorni di celebrazioni dedicati al centenario della nascita di Don Milani, diverse voci hanno chiarito di riscontrare anche alcune criticità nel pensiero del sacerdote. Fra queste, per esempio, quella di Giuliano Ferrara, che sul Foglio ha scritto: «Non ho nulla contro don Milani, e il fatto che fosse un prete burbero, manesco, sboccato, me lo rende anche simpatico. Ma era un profeta della decivilizzazione, la sua lode della disobbedienza virtuosa mi è sempre sembrata rischiosa, la sua pedagogia anticlassica una corsa nichilista contro il tempo».
Da Lo Piparo a Veneziani: le voci (anche) critiche sono diverse
Sempre sul Foglio, Franco Lo Piparo ha poi esortato la sinistra a lasciar «perdere Lettera a una professoressa e la sua critica alla scuola che boccia e respinge». «Il testo – ha aggiunto – trasuda violenza gratuita e propone ricette pedagogiche semplicemente bizzarre». Riccardo Mazzoni sul Tempo ha scritto che, se è vero che nella famosa Lettera erano contenuti messaggi meritevoli rispetto alla necessità di fare della scuola elemento centrale del riscatto sociale, non si può non tener conto del fatto che alcuni «comandamenti» furono «fatti propri dalla “rivoluzione” sessantottina, col progressivo smantellamento della scuola gentiliana, del suo carico di nozioni e dell’obbedienza gerarchica ai professori. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti». Marcello Veneziani si è poi voluto soffermare in un lungo articolo su «La nociva utopia di Don Milani».
Richetti e il vecchio vizio di voler imporre agli altri cosa pensare
Questo per dire che intorno alla figura del sacerdote della scuola di Barbiana le opinioni sono tutt’altro che unanimi. Ciò non toglie che ognuna, tanto più se motivata e presentata con rispetto, abbia diritto alla legittimità. Ed è proprio questo che colpisce dell’attacco di Richetti ad Amorese: il deputato di FdI ha espresso un’opinione che a Richetti può piacere o meno, ma che è lecita. Un concetto che sembra estraneo al deputato terzopolista, il quale a quanto pare vuole pure decidere chi e perché debba entrare nei pantheon altrui. Ma in fondo Richetti ha trascorso molti più anni nel Pd che in Azione, si vede che certi tic sono più duri a morire di quanto si pensi.
Guardate questo video.
L’intervento della destra su Don Milani indica bene i valori e le idee che ci dividono. Don Milani contrastava le disuguaglianze, non teorizzava l’egualitarismo. Sono cose molto diverse. La definizione di questo Deputato di Fratelli d’Italia è… pic.twitter.com/XLZJyahQgB
— Matteo Richetti (@MatteoRichetti) May 30, 2023