“Repubblica” fa disinformazione pure sulla vita di Almerigo Grilz, grande reporter di guerra

22 Mag 2023 16:04 - di Federico Gennaccari

Da sinistra tanti sono stati gli attacchi mossi nei confronti di Almerigo Grilz, indimenticabile dirigente del Fronte della Gioventù e grande reporter di guerra ma nessuno si era permesso di far passare Grilz come esponente di Avanguardia Nazionale. Impresa riuscita a “Repubblica” con Paolo Berizzi che ha voluto dare l’ennesima dimostrazione di come si fa disinformazione. Se qualche giorno fa a proposito di Michele Serra sul rapporto tra la destra parlamentare e il terrorismo nero avevamo il dubbio tra l’ignoranza o la malafede, nel caso di Grilz e di Berizzi non ci sono dubbi sulla seconda.

“Repubblica riesce a fare disinformazione pure su Almerigo Grilz

Il 19 maggio è stato il 46° anniversario della morte di Almerigo, avvenuta in Mozambico mentre riprendeva gli scontri tra i governativi del Frelimo e i ribelli anticomunisti della Renamo, primo reporter italiano a morire sul campo dopo la seconda guerra mondiale. Come ogni 19 maggio a Trieste viene reso omaggio ad Almerigo davanti alla sede storica del FdG in via Paduina, dove si danno appuntamento coloro che l’hanno conosciuto e hanno condiviso le sue battaglie politiche e culturali, nonché i più giovani che di Almerigo hanno solo sentito parlare, letto i suoi articoli e i suoi fumetti e visto i suoi reportage sulle guerre dimenticate, ripresi dalle maggiori testate italiane e internazionali.

Scrive Berizzi: «In via Paduina, di fronte a quella che fu la sede del Fronte della Gioventù di cui Almerigo Grilz, già inviato di guerra, fu segretario dal 1974 per poi diventare militante dell’organizzazione eversiva Avanguardia Nazionale». Così i lettori di “Repubblica” possono pensare che Grilz sia stato un inviato di guerra che poi dal 1974 è stato segretario del Fronte della Gioventù e ha finito poi come militante di Avanguardia Nazionale. La realtà è stata ben diversa: semmai Grilz potrebbe aver avuto qualche tentazione estremistica da giovanissimo, prima di iscriversi al FdG e diventare segretario e storico leader carismatico del FdG triestino (Trieste rappresentava un mito, un’isola felice, dove la Destra riusciva ad essere maggioranza a livello giovanile e guidava le occupazioni nelle scuole) e dirigente nazionale del Fronte (è stato presidente del Consiglio Nazionale del FdG e in tale veste ha accompagnato Almirante in vari viaggi all’estero).

Famosi anche i suoi fumetti disegnati per “Giovane Destra” il giornale del FdG triestino nato nel 1976 oppure il falso volantino delle Brigate Rosse per pubblicizzare il comizio di Almirante il 18 maggio 1978 (solo 9 giorni dopo il ritrovamento del corpo di Aldo Moro). Maestro di comunicazione e di propaganda, che sottolineava l’importanza del disegno e della grafica. Grilz si è laureato in legge, nel 1982 è stato eletto consigliere comunale del Msi-Dn. Una grande passione per la politica, per il giornalismo e per la verità che ne hanno fatto un grande reporter. Vano il tentativo di riuscire a realizzare un serio Centro nazionale audiovisivi del Msi-Dn poiché non supportato a sufficienza come mezzi avendo l’obiettivo di trasmettere ai giovani di destra la passione per documentare con i video sottolineando l’importanza della controinformazione. Nel 1983 si è dimesso da consigliere per fondare con Fausto Biloslavo e Gian Micalessin un’agenzia giornalistica specializzata la Albatross Press Agency per documentare in giro per il mondo le guerre scomode e dimenticate, quelle dove i reporter di guerra difficilmente andavano, facendosi apprezzare per la qualità dei servizi e diventando in breve tempo tra i più richiesti per le imprese più difficili.

Grilz ha iniziato come inviato in Libano e in Afghanistan per giornali di destra come il Candido, il Secolo d’Italia e Dissenso, ma i suoi servizi poi sono stati apprezzati e pubblicati anche da altre testate giornalistiche come Panorama e Avvenire, (inizialmente con lo pseudonimo di Amerigo Grilli poi col suo vero nome), le sue immagini mandate in onda anche dal Tg1 e i suoi documentari dalle principali emittenti straniere, americane e inglesi che erano diventate i principali committenti. E’ stato ospitato anche su Canale 5 in “Jonathan dimensione avventura” per parlare della professione di reporter di guerra, mostrando anche materiale girato, naturalmente stando in prima fila, dal Libano all’Etiopia, dall’Afghanistan all’Iran, dalla Cambogia alla Birmania, dall’Angola alle Filippine (in quel caso, su richiesta di una tv americana, aveva documentato la guerriglia comunista ma sempre con la massima professionalità e onestà intellettuale).

In prima linea come ha vissuto sempre la sua vita sia in politica che nel giornalismo. Un concetto che tiene a sottolineare Guido Giraudo, il quale da vicedirettore responsabile del Candido, lo ha appoggiato conferendogli il suo primo incarico da reporter in Libano: “Non credo che sia giusto (anche se alcuni lo vorrebbero) scindere il militante dal professionista… La dote principale che Almerigo inculcò anche nei suoi due amici e colleghi, era quella di essere sempre in prima linea, a volte persino oltre la prima linea. Una dote che era supportata da coraggio, ma anche da grande destrezza pratica, da conoscenza attenta della situazione e da doti strategiche non indifferenti. E’ ben vero che questa dote eccezionale è quella che lo ha portato a morire, ma è anche quella che lo fece assurgere nel giro di soli tre anni ai vertici assoluti del reportage internazionale”.

E va ricordato ancora oggi come uno tra i maggiori reporter italiani di guerra del quale un mese fa, in occasione dei 70 anni (li avrebbe compiuti l’11 aprile) sono stati pubblicati i diari degli anni 1986 e 1987 (in cui prendeva appunti durante i suoi viaggi) con il titolo “La marcia dei ribelli. Storie di popoli dimenticati”, mentre è stata annunciata anche l’istituzione di un Premio Almerigo Grilz per gli inviati di guerra, con buona pace di Berizzi e compagni, ma a “Repubblica” non lo sanno e non lo vogliono far sapere ai propri lettori.

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